Scandalo VW: Delrio, controlleremo le auto diesel di tutte le marche

Scandalo VW: Delrio, controlleremo le auto diesel di tutte le marche Il Ministro dei Trasporti annuncia severi controlli in Italia su tutte le auto nuove a gasolio. Ma saranno a campione perché costano molto

Il Ministro dei Trasporti annuncia severi controlli in Italia su tutte le auto nuove a gasolio. Ma saranno a campione perché costano molto

25 Settembre 2015 - 11:09

Lo scandalo delle emissioni, pur con le sue conseguenze negative a livello di fiducia, ambiente ed economia (controllare un'automobile costa 8000 euro) ha portato alla luce come i test di omologazione si prestino a molti trucchi, compresi quelli che si possono usare durante i cicli di misurazione dei consumi. Vediamo cosa succederà prossimamente nel nostro Paese, partendo dalle dichiarazioni di Volkswagen Italia e del Ministro dei Trasporti Delrio.

” LE EURO 6 SONO PULITE” – L'avevamo già scritto, parlando del parere degli esperti sui test di omologazione, ed è arrivata l'ufficialità: Massimo Nordio, amministratore delegato di Volkswagen Italia e presidente dell'UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), ha infatti chiarito come le auto del Gruppo con motori omologati Euro 6 siano pulite. Le sue parole sono chiare: in risposta alla spiegazioni chieste dal Ministro dell'Ambiente Galletti, Nordio ha infatti dichiarato che “i nuovi veicoli del Gruppo Volkswagen dotati di motori Diesel Euro 6 attualmente disponibili nell'Unione Europea, inclusi quelli in vendita sul mercato italiano, sono tutti rispondenti alla normativa europea EU6 per i gas di scarico. Per quanto riguarda invece le altre motorizzazioni Diesel Volkswagen AG sta lavorando a pieno ritmo per comprendere se le anomalie riscontrate all'estero possano riguardare tecnologie utilizzate anche su autoveicoli in vendita o circolanti sul territorio nazionale”. Una prima azione concreta a livello istituzionale è stata annunciata ieri sera, durante una trasmissione televisiva, da Graziano Delrio, Ministro dei Trasporti: “In attesa di conoscere i dati precisi sulle auto coinvolte effettueremo dei controlli a campione su almeno mille automobili diesel di tutte le marche, per un costo stimato di 8 milioni di euro”.

I CONTROLLI COSTANO CARI – I primi calcoli danno una cifra pesante: le auto con la centralina taroccata che circolano in Italia dovrebbero essere circa 1 milione, una consistenza troppo grande per poterle controllare tutte. Anche se queste misurazioni suscitano il pesante interrogativo “nei controlli saranno inclusi soltanto le Euro 4 e 5 o anche i recenti Euro 6, dichiarati in regola dai costruttori?” c'è di buono che essi, per quanto a campione, interesseranno tutte le marche. In effetti il Dieselgate sta generando molte voci sul coinvolgimento di altri marchi, sia appartenenti al Gruppo Volkswagen sia ad altri Gruppi. Ricordiamo, anche se è quasi superfluo, come i TDI sul banco degli imputati – i 2 litri non euro 6 – equipaggino molti modelli Seat e Skoda oltre alle già note vetture VW e Audi. In effetti dalla Spagna arriva la notizia che più di mezzo milione di Seat avrebbero il software tarocco (il consulente dell'Unione Nazionale Consumatori Raffaele Caracciolo ritiene che il software defeat device, quello che mette a rischio di mega multa Volkswagen – in Europa sarebbe comunque inutile perché, viste la differenza nei cicli di omologazione, esso potrebbe non “scattare” mai – sia presente anche nei modelli per il Vecchio Continente solo perché era costoso asportarlo dalle centraline) e il parallelo con la Casa ceca è immediato. I dubbi sono molti e, in un circolo vizioso, rincorrono e precedono voci non ben controllate, come quella che vorrebbe coinvolta anche BMW.

DIESELGATE O EUROPAGATE? – In realtà la malafede potrebbe annidarsi anche nelle regole, che permettono alle auto omologate Euro 6 in Europa di emettere di più in barba alle norme. In un rapporto pubblicato dall'ICCT, quell'International Council of Clean Transportation che ha contribuito sostanzialmente all'esplosione del Dieselgate, si esaminano 15 vetture diesel, 12 certificate Euro 6 e tre conformi al regolamento USA in qualche modo simile, il Tier 2 Bin 5. Le indagini, condotte in tempo reale a bordo dei veicoli usando strumenti PEMS (Portable Emissions Measurement Systems) hanno totalizzato più di 140 ore di analisi e circa 6.400 km di percorrenza. I risultati portano a dire come le emissioni medie su strada della flotta testata siano state di 560 mg/km di NOX, molto oltre la norma Euro 6, che fissa il limite in 80 mg/km. Le analisi hanno appurato come fossero sufficienti condizioni normali (una leggera salita o, ironia della sorte, i cicli di rigenerazione dei sistemi di post trattamento allo scarico) per far impennare le emissioni. C'è, per fortuna, una consolazione-beffa: qualche veicolo riusciva a rientrare nelle norme, segno che le tecnologie ci sono già, anche se costose: bisognerebbe farle applicare e “calibrare” (eufemismo) meglio i cicli di misura; la norma Euro 6+ prevede proprio misurazioni con i PEMS.

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