Bufera sul TG1: la Ferrari non guasta la permanente

Bufera sul TG1: la Ferrari non guasta la permanente Secondo una giornalista RAI la Ferrari 458 Spider che non roviana i capelli vale il prezzo che costa. Ecco un esempio di giornalismo auto inutile

Secondo una giornalista RAI la Ferrari 458 Spider che non roviana i capelli vale il prezzo che costa. Ecco un esempio di giornalismo auto inutile

3 Ottobre 2011 - 07:10

Il TG 1 è nell'occhio del ciclone, e non per i commenti (o la loro mancanza) sulle vicende politiche italiane. Questa volta, sotto accusa c'è una frase della giornalista Francesca Grimaldi che, nella rubrica automobilistica Turbo del TG delle 13.30 andata in onda giovedì 29 settembre, è stata ripresa alla guida della nuova Ferrari 458 Spider.

LA PERMANENTE NON SI TOCCA – Mentre descriveva le qualità della 458 scoperta, dopo aver discettato di fibre di carbonio, pelli pregiate, cuciture e “infinite personalizzazioni”, la bionda conduttrice cinquantenne ne ha sparata una piuttosto grossa che ha fatto digrignare i denti a molti ascoltatori, i quali non hanno mancato di inondare il web di commenti ora salaci, ora sdegnati, ora irridenti. Ecco che cos'è uscito dalla bocca della “tester”:

«Tra i due roll-bar si alza un vetro antivento che consente di viaggiare a vettura scoperta senza rovinare la permanente, un vero vantaggio per molte di noi che potrebbe valere da solo il prezzo di questa macchina».

UN'IMPRESA DIFFICILE – Ora, di motivi per comprare una Ferrari scoperta ce ne sono molti, e altrettanti sono probabilmente quelli per non comprarla. Certamente, tra i primi, quello citato dalla giornalista è alquanto inconsueto, ma che il “non rovinare la permanente” sia già una ragione sufficiente per staccare un assegno da 220 mila euro (tale è il prezzo della nuova creatura di Maranello) non si può definire una dichiarazione soltanto “originale”: semplicemente e francamente, sembra un po' troppo. Riteniamo che il diluvio di critiche degli ascoltatori sia dovuto al successo nella difficile impresa della Grimaldi, che in poche righe è riuscita a:

  • far arrabbiare chi non si può permettere una Ferrari, e magari nemmeno la permanente;
  • far arrabbiare chi ha appena comprato una Ferrari che non può montare un frangivento e quindi dovrà rassegnarsi a guidare scapigliato;
  • far arrabbiare chi si aspetterebbe da una tivù pubblica (a pagamento), anche se impegnata in argomenti tutto sommato frivoli come una Ferrari scoperta, un po' più di serietà, di intelligenza e di acume.

IL FRANGIVENTO FA DI MEGLIO – Noi di SicurAUTO, tanto per chiarire, facciamo parte della terza categoria e ci poniamo una domanda: Francesca Grimaldi (la cui capigliatura, forse anche perché la prova s'è svolta a 40 km/h o giù di lì, in effetti non si muoveva), ha partorito da sola il suo commento o ha avuto anche il supporto di una redazione di professionisti? Forse la Grimaldi ha solo voluto fare una sottile battuta ironica. Possibile, ma come preofessionista del servizio pubblico avrebbe potuto fornire, al posto dell'ironia, informazioni più utili. Cioè, che una barriera frangivento fa di meglio che proteggere il lavoro del parrucchiere. Per esempio, riducendo le turbolenze intorno ai padiglioni auricolari, alle vie respiratorie e al collo, riduce anche il rischio di contrarre otiti, sinusiti e dolori da “colpo d'aria”. Inoltre, creando nell'abitacolo un ambiente con meno sibili, un frangivento rende più udibili i suoni esterni (per esempio, il clacson di un altro veicolo), e quindi può contribuire ad aumentare la sicurezza stradale.

NON INSEGNANO NULLA – La disavventura del TG1 rappresenta una buona occasione per sottolineare l'inconsistenza dei contenuti di una buona parte del giornalismo italiano dedicato all'auto, televisivo, internettiano a anche cartaceo. Trasmissioni come Turbo ed Easy Driver non insegnano praticamente nulla ai nostri automobilisti. Occupandosi di frivolezze come quella evidenziata da Francesca Grimaldi (e anche di altre), trattano quasi sempre di gadget più o meno utili (più spesso, inutili), ma raramente parlano di sicurezza stradale e, in generale, si guardano bene dal sottoporre le auto che “provano” ad un'analisi critica che ne evidenzi i punti deboli in questo e in altri campi.

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