Bollo auto: un Paese civile non può avere questi misteri

Bollo auto: un Paese civile non può avere questi misteri Chi ha l'auto "bloccata" dalle "ganasce fiscali" è esente dal bollo. Ma alcune Regioni hanno approvato leggi che obbligano al pagamento della tassa

Chi ha l'auto "bloccata" dalle "ganasce fiscali" è esente dal bollo. Ma alcune Regioni hanno approvato leggi che obbligano al pagamento della tassa

13 Maggio 2013 - 04:05

La regola base, a livello nazionale, c'è: chi ha il proprio veicolo “bloccato” dalle “ganasce fiscali” è esente dal pagamento del bollo auto. Eppure, alcune Regioni hanno approvato leggi che obbligano a pagare il tributo anche in questi casi, come evidenzia Maurizio Caprino sul Sole 24 Ore.

È COSÌ DAL 1998 – Il principio dell'esenzione dal pagamento c'è a livello nazionale dal 1998: l'articolo 17, comma 18 della legge finanziaria ha disposto che il bollo auto non va pagato in tutti i casi in cui si perde la disponibilità del veicolo, indipendentemente dal fatto che tale perdita venga annotata al Pra. Non solo: con la circolare 122/E dell'11 maggio 1998, il ministero delle Finanze ha fatto alcuni esempi di perdita di disponibilità del veicolo che faceva venir meno l'obbligo di pagare il tributo. Nella circolare c'era pure il fermo amministrativo. Dal 2004, le Regioni non possono incidere su questa prassi: l'articolo 2, comma 222 della legge finanziaria di quell'anno ha stabilito che le Regioni non potevano più legiferare in materia. Possono incidere solo per quanto riguarda le tariffe.

ASSURDA CONTRADDIZIONE – E allora, cos'hanno pensato bene di fare alcune Regioni? Hanno approvato singole leggi specifiche leggi che obbligano a pagare il tributo anche in questi casi, in contraddizione con la legge nazionale: così, le Regioni si garantiscono il gettito anche su veicoli “ganasciati”. Tanto per non fare nomi, le Marche hanno imposto con legge regionale che il bollo in questi casi vada comunque pagato, nonostante che la Consulta, con la sentenza 288/12, abbia dichiarato incostituzionale questa legge. E il 1° gennaio scorso, Basilicata e Puglia hanno fatto entrare in vigore disposizioni analoghe, che continuano a valere.

CONTRO TUTTO E TUTTI – In attesa che la Corte costituzionale si esprima ancora sulla vicenda, va evidenziata l'arroganza con cui troppo spesso gli Enti locali calpestano le normative nazionali, le sentenze dei tribunali, le leggi europee. Tutto per fare cassa, per incamerare quattrini dagli automobilisti? Misteri non degni di un Paese civile, i cui abitanti – in un momento delicato come questo – necessiterebbero di regole sicure.

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