Tuning cerchi e ruote: c'è ancora troppa confusione

Tuning cerchi e ruote: c'è ancora troppa confusione Dopo la tavola rotonda che avrebbe dovuto chiarire gli estremi del decreto su Tuning emerge ancora tanta confusione

Dopo la tavola rotonda che avrebbe dovuto chiarire gli estremi del decreto su Tuning emerge ancora tanta confusione

28 Marzo 2013 - 02:03

Altro che liberalizzazione del Tuning! Probabilmente se Carlo Abarth fosse nato nel 1950, invece che nel 1908, oggi non avrebbe riscosso tutto il successo che ha avuto negli anni ‘50/'60 con i suoi famosi kit di elaborazione per le Fiat 500 e 600. Eh già, purtroppo con i rigidi vincoli normativi in vigore quelle magiche scatole in legno pregiato contenti pistoni, coppe dell'olio e scarichi sportivi sarebbero state “fuori legge”. 

AUTO DA RINGIOVANIRE – L'industria automobilistica è a pezzi, non si vende più una macchina, l'anzianità dei veicoli in commercio, per forza di cose è in crescita. L'automobilista appassionato cosa fa, in genere, per poter apprezzare ancora la propria vettura e vederla rinnovata? La porta in carrozzeria, gli fa dare una bella lucidata, togliere qualche graffietto qua e la e, soprattutto cerca dei bei cerchi dal disegno un po' più aggressivo e delle gomme un po' più larghe e la vecchia automobile sembra nuova. Ecco dunque che si apre uno spiraglio per l'economia di questo settore in crisi: rilanciare l'accessorio aftermarket, senza per questo incentivare soluzioni fuori legge o pericolose.

BASTA MONOPOLIO DELLE CASE – Da anni ormai le Case Costruttrici, applicano la politica del “ghe pensi tutto mi” imponendo proprie linee d'accessori, a volte anche di dubbio gusto, decretando, così, la fine dei produttori privati. In Italia avevamo il top delle produzioni di accessori aftermarket, specie per quanto riguarda i cerchi in lega: ebbene oggi molti di quei marchi che hanno reso famosa la qualità italiana degli accessori italiani, anche all'estero, sono spariti. Non solo, nelle grandi città sono spariti anche i negozi d'accessori auto.

UN DECRETO SPERATO – Ma ecco che dal cappello a cilindro del Ministero dei Trasporti, sotto la pressione delle industrie del settore che hanno bisogno di nuova linfa, spunta il Decreto n. 20 del 10 gennaio 2013 (del quale abbiamo già ampiamente disquisito cercando di fare chiarezza, come potete leggere qui) che, in deroga all'art. 75 del codice della strada, rilancia la possibilità di montare sulla propria vettura gomme e cerchi di diversa misura da quella indicata sul libretto di circolazione, con una procedura semplificata, in luogo della complicatissima richiesta del nulla osta rilasciato dalla Casa Costruttrice.

BUONE INTENZIONI, MA… – Le intenzioni sono le migliori ma, purtroppo, sembra che siamo ancora lontani dal raggiungimento degli obiettivi sperati. Ieri si è tenuta a Roma presso la Scuola Superiore di Polizia, la Tavola Rotonda sul tema “La sicurezza stradale passa per il rispetto delle regole – il ruolo fondamentale di pneumatici e cerchi” dove si è cercato di fornire più chiarimenti in merito all'argomento. Tuttavia, quello che emerso è che la procedura per la sostituzione di cerchi e pneumatici di misura diversa da quella prevista dalla Casa costruttrice (sul limite di tolleranza della quale non c'è ancora molta chiarezza, anche se i calcoli che abbiamo fatto qui dovrebbero essere quelli reali), è ancora piuttosto complessa. Ovvero, come ci spiega il Dottor Maurizio Vitelli, direttore della Motorizzazione Civile: “una volta acquistati cerchioni e pneumatici (strettamente omologati secondo il nuovo Decreto, che comunque prevede tempi lughi, visto che i test da passare sono molteplici ndr), pagando circa 25 euro di costi amministrativi si prenderà appuntamento on-line presso un centro della motorizzazione per effettuare il successivo collaudo” prassi che, in città come Roma, richiede ancora molto tempo in quanto i centri sono sempre in over booking. In merito all'esistenza o meno di un data-base relativo ai parametri di montaggio dei corpi ruota personalizzati il Dottor Vitelli aggiunge: “per agevolare l'iter burocratico, di volta in volta che verranno effettuate le procedure di omologazione, verranno registrate in un apposito data-base consultabile on-line per fornire un riscontro oggettivo a chiunque voglia procedere con la sostituzione delle ruote”. Sta di fatto che, probabilmente, non è stato ancora realizzato un lavoro che andava svolto a monte. Riguardo all'omologazione di cerchi in lega e pneumatici, bisogna precisare che molti prodotti in circolazione ne sono totalmente privi e quindi bisogna fare molta attenzione a ciò che si acquista per non ritrovarsi “fuori legge” o, peggio ancora, coinvolti in incidenti causati da difetti strutturali dei cerchi stessi con tutte le complicazioni che ne conseguono anche a livello assicurativo. Insomma, ben venga la prevenzione contro il diffondersi di prodotti scadenti e pericolosi di provenienza “cinese”, ma ci auguriamo che questa “apertura” da parte delle istituzioni verso un settore, quello del tuning e delle personalizzazioni, continui in un percorso di snellimento delle procedure burocratiche per far si che l'economia di un comparto in grande affanno come quello automobilistico riprenda a crescere senza per questo compromettere la sicurezza stradale.

Gabriele Bolognini

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1 Commento

vito
22:31, 29 Marzo 2013

Sono apprendista meccanico e volevo precisare che i componenti elettronici di tutte le macchine sono made in china.per non dire che una volta in officina mi e arrivata un'audi A3 per il cambio gomme e sorpresa smontata la gomma sul cerchio c'era in caratteri enormi made in china.e questo non succede solo sulle macchine ma su tutti i prodotti che paghiamo di sovraprezzo in questo paese.che deve guadagnare su tutto quello che fa il cittadino. Quindi basta e la politica italiano cioe lo stato che in realta commette un infrazione.concludendo e giusto omologare i componenti non originali e non solo i cerchi ma anche i xenon, fari a led.la personalizzazione del veicolo in tutto il mondo e consentita seguendo vari punti.mentre in italia no.quindi se una cosa e europea e giusto che in italia la si possa usare.saluti.

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