Il Generale Garofano sarà “super consulente” per gli incidenti stradali

Il Generale Garofano sarà “super consulente” per gli incidenti stradali Perché "anche un incidente stradale merita rilievi accurati e scrupolosi

Perché "anche un incidente stradale merita rilievi accurati e scrupolosi, proprio come sulla scena di un crimine?

26 Novembre 2012 - 11:11

Ex Comandante dei RIS di Parma, 32 anni di esperienza nell'Arma dei Carabinieri e centinaia di casi esaminati, Luciano Garofano è probabilmente il più famoso biologo italiano. Conosciuto dagli italiani per le sue numerose comparse in TV in qualità inquirente/opinionista nei delitti finiti nel vorticoso circuito del processo televisivo: dal caso Franzoni, all'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. Oggi il Generale si è congedato dall'Arma, ma continua ad occuparsi “delle stesse identiche cose”. Proprio per questo ha deciso di mettere a disposizione la sua esperienza a favore della Fondazione Luigi Guccione, che si occupa di vittime della strada. Secondo il Generale oggi manca una cultura dei rilievi che miri alla ricostruzione esatta degli incidenti stradali, e per questo abbiamo deciso di incontrarlo.

Dott. Garofano, perché ha deciso di schierarsi a fianco delle vittime della strada?
“La mia è una scelta di campo, perché mi sono reso conto, attraverso alcuni casi di cui mi sto occupando grazie alla rete di collaboratori di cui mi avvalgo, che negli incidenti stradali c'è una superficialità e una mancanza di approccio totole. Nessuno si preoccupa di conservare e catalogare tutte le tracce lasciate da un incidente stradale. Me ne sono accorto proprio nel caso di cui mi sto occupando da circa un anno. Si tratta dell'incidente occorso a Paolo Venezia, ragazzo barese che nel giugno 2010 fu travolto a bordo del suo ciclomotore e pochi giorni dopo perse la vita. Solo un anno dopo, attraverso le indagini tradizionali, si è individuata la verosimile presenza di un'autovettura pirata che avrebbe impattato sul motorino del ragazzo. Purtroppo sulla scena dell'evento i rilievi furono superficiali e quindi, oggi, ogni passo in avanti diventa difficile se non impossibile”.

Secondo lei l'errore fu commesso solo in quel caso?
“Assolutamente no, mi sono accorto con grande amarezza che gli incidenti stradali non vengono considerati gravi quanto un omicidio, ed invece lo sono. Non c'è una cultura ed una preparazione adeguata di chi interviene sul luogo dell'incidente, e così si disperdono tutti quegli elementi che servono per ricostruire in modo corretto la dinamica dell'urto. Fondamentali per attribuire le giuste colpe. C'è tutta una serie di conseguenze, anche nefaste, che sono conseguenti un cattivo lavoro di chi compie i rilievi iniziali. L'agente che per primo interviene ha il dovere di circoscrivere, isolare e “conservare” il luogo dell'incidente, affinché chi dovrà fare i rilievi possa avere una panoramica completa della scena. Anche chi fa infortunistica non deve limitarsi a guardare solo i segni lasciati sull'asfalto, ma deve catalogare tutti i frammenti e le tracce lasciate. Perché ogni singolo pezzo di vettura o indumento non si trova li per caso, osservarne la sua posizione sarà fondamentale per ricostruire in modo corretto la dinamica dell'incidente”.

Si ok, ma tutto questo comporta ore ed ore di lavoro. Come si può coniugare il traffico quotidiano con l'esigenza di avere rilievi puntuali e precisi?
“E' solo una questione di organizzazione che deve avere una sua proporzione in base alla gravità dell'evento. Se uno si prepara prima e sa come gestire eventuali deviazioni di traffico (dalle autostrade alle città), non avrà problemi. Non bisogna aver paura di creare disagi al traffico se c'è da tutelare la corretta ricostruzione di un incidente con feriti o vittime. E' una questione di giustizia”.

Lei ritiene, quindi, che vadano realizzati nuclei specializzati? Una specie di “scientifica” degli incidenti stradali?
“Per prima cosa bisogna prendere atto di questo problema, ormai non più derogabile. Per il resto so che gli agenti di polizia, i soccorritori, la protezione civile e tutti gli altri fanno già il massimo che possono, svolgendo ogni giorno un lavoro egregio. Tuttavia non sono adeguatamente preparati, non hanno quella forma mentis che serve per svolgere al meglio il proprio lavoro senza inquinare o stravolgere la 'scena del crimine'. Quindi, dopo aver avviato il percorso di formazione, ad ognuno andranno assegnati compiti specifici e atteggiamenti positivi da applicare a seconda della gravità dell'evento. Proprio con la Fondazione Luigi Guccione stiamo mettendo a punto un manuale con delle linee guida generali che, inizialmente, faccia opinione e stimoli chi di competenza ad affrontare questo problema. Poi si dovrà lavorare a livero normativo e politico”.

Da quanto tempo state lavorando su queste linee guida? Lei lavorerà gratuitamente?
“Con la Fondazione Guccione ci siamo conosciuti a Roma questa estate e subito abbiamo capito che avevamo obiettivi comuni, così abbiamo intrapreso questo percorso che prevede ancora alcuni mesi di lavoro. Attualmente sto mettendo a disposizione la mia professionalità a titolo completamente gratuito, perché ci credo. Consideri che come Comandante dei RIS di Parma praticamente non ricevevo quasi mai casi riguardanti incidenti stradali. E' assurdo, lo so. Non si pensava che potevamo essere utili anche per gli incidenti stradali gravi. Quindi adesso vorrei colmare questo vuoto. Io mi sento ancora un uomo delle istituzioni e, avendo conosciuto tantissime famiglie colpite da lutti, credo fermamente in questa missione. Poi se in futuro ci sarà anche un ritorno sul piano lavorativo ben venga, ma non è questo che mi interessa attualmente”.

Tornando al caso di Bari, secondo lei quale è stato l'errore più grave che è stato commesso?
“Proprio quello che le dicevo prima. C'è stata una scarsa attenzione nel documentare in maniera esaustiva la scena. Non sono state protette adeguatamente le tracce e non sono state nemmeno raccolte in modo puntuale”.

Quindi, per ogni incidente bisognerebbe conservare tutto? Sino al singolo frammento di vetro?
“Non c'è nulla da fare, per ricostruire in modo preciso un incidente bisogna isolare il luogo, ovunque esso sia, altrimenti non si lavora. Quindi bisogna lavorare immediatamente sulla capacità delle forze dell'ordine di saper trovare delle strade alternative. Fatto questo, bisogna poter lavorare in totale libertà: se ci sono feriti è normale che i soccorsi debbano lavorare in autonomia, ma parallelamente vanno protette tutte le tracce. Ripeto, nulla è li per caso, tutto è il frutto di una dinamica. Se si spostano i frammenti o gli indumenti si è già alterata la scena. Dopo aver soccorso i feriti, vanno raccolti, catalogati e conservati tutti gli elementi. Posso farle un esempio concreto?

Prego mi dica
“Si ricorda il caso della ragazza americana Allison Owens, inizialmente data per scomparsa? Si scoprì, dopo averla trovata morta, che era stata investita da un pirata della strada. E' stato solo grazie ad un'attenta analisi delle tracce di vernice lasciate sui vestiti che siamo riusciti a risalire tipo e colore dell'auto. Pensi, quindi, quanto sia importante conservare tutto. Davvero tutto”.

Bene, ma come possiamo attivare questi meccanismi, spesso costosi, in tempi di spending review e con i sindacati che lamentano ogni giorno carenze del personale?
“In Italia abbiamo uomini sufficienti per garantire l'ordine, la sicurezza e i soccorsi nel nostro paese. Solo che c'è poca specializzazione e quindi queste forze si perdono in mille rivoli, spesso sovrapponendosi senza valido motivo. Essendo biologo sono un forte assertore della specializzazione. Quante volte capita che sullo stesso incidente intervengono più forze dell'ordine? Facciamo chiarezza, individuiamo le competenze e passiamo alla formazione. Così risparmieremo e avremo maggiore efficienza. Non è pura teoria, glielo dico con amarezza perché conoscono tantissime altre realtà internazionali che sono efficienti perché funzionano proprio come le ho spiegato”.

Molto interessante il suo spunto dottore. Dunque la domanda sorge spontanea, cosa ne pensa del servizio di pulizia delle strade post incidente, tipo “Viaggia Sicuro” o “Sicurezza Ambiente”?
“Drammatico. Drammatico. Semplicemente drammatico. Non tanto perché siano inutili, ma perché intervengono troppo rapidamente, anche solo mezz'ora dopo l'incidente. Paradossale e demenziale, secondo me, poiché così si cancellano tutte le prove e ricostruire l'incidente diventerà impossibile. Attenzione, il servizio è ottimo, ma attiviamolo solo dopo aver finito i rilievi. Se facciamo pulire subito, vuol dire che non abbiamo la giusta cultura, non sappiamo che ogni traccia può essere importante. Quindi, a parte i casi banali senza feriti o vittime, bisogna sempre operare con professionalità scientifica. Solo così saremo in grado di garantire giustizia rapida e certa alle vittime della strada”.

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3 Commenti

Anna
13:01, 29 Novembre 2012

Sono Anna Maria Incoronato ho da dire anchio purtroppo sui cosidetti ” incidenti stradali” ma non è questa la sua denominazione,ma OMICIDIO STRADALE,hanno tutti un solo denominatore: superficialità,imperizia e sopratutto il non rispetto della vita umana,visto che la persona deceduta non viene trattata come qualsiasi altro omicidio,ma COME MORTI di serie B,perchè per le istituzioni si tratta di incidente ,affidato al fato,e non come omicidio. Confermo quanto sopra citato,e sono molto arrabbiata e ostinata,perchè mi hanno ammazzato una gioia di figlia di appena 15 anni,e da 10 mesi sono in cerca della verità,se ne sono dette di tutti i colori,e l'unica colpa è di mia figlia. Premetto che non ho mai comprato un motorino a nessuno dei miei tre figli,l'unica colpa di mia figlia è quello di aver chiesto 1 passaggio,ache se i coinvolti nell'incidente hanno testimoniato che alla guida del ciclomotore c'era mia figlia..facile anche perchè non può più parlare,ma ora la sua voce siamo noi genitori. Aggiungo che nell'omicidio di mia figlia sono coinvolti due ciclomotori su uno dei due era trasportata mia figlia, ed un auto,il conducente della stessa era al cell.ed è risultato positivo ai cannabinoidi. Appena subito dopo l'impatto fatale mia figlia è rimasta li per terra morta e i 2 ciclomotori scappati senza nemmeno chiamare il 118. Dopo 1 ora e 30 arrivano i vigili sul posto,allertati dai carabinieri che distano 300 mt.dal luogo dell'incidente,dichiarando che non avevano la volante per intervenire perchè era impegnata altrove (se mia figlia fosse morta in altre circostanze sicuramente le indagini non avrebbero avuto questo risvolto). Mia figlia è stata trasportata immediatamente in ospedale,i ciclomotori scappati la macchina spostata,non hanno ascoltato nessuno sul posto,ci sono 24 balconi che affacciano sulla strada,non si sono posti minimamente il problema di ininterrogare le persone che erano affacciate,com'è morta mia figlia? chi guidava il ciclomotore? perchè è stato rottamato immediatamente uno dei motorini coinvolti nell'omicidio di mia figlia? Perchè il comandante dei vigili mi ha occultato 21 fotografie e solo da qualche mese a furia di insistere ed andare li assiduamente mi ha dato un cd con tutte le altre foto? Il motorino rottamato compare in una delle foto che sono state occultate. Perchè dalle 15.30 che è avvenuta la tragedia solo la sera verso le 21.00 si è risalito ai conducenti del motorino che sono arrivati in caserma dei vigili urbani già con l'avvocato? Lascio a voi le conclusioni.

Redazione
15:46, 30 Novembre 2012

Gentile lettrice,ciò che racconta é incredibile. Se possiamo darle una mano “mediatica” lo faremo molto volentieri. Ci contatti pure se vuole

Per.
07:31, 10 Dicembre 2012

Dice il Generale: “Proprio con la Fondazione Luigi Guccione stiamo mettendo a punto un manuale con delle linee guida generali che, inizialmente, faccia opinione e stimoli chi di competenza ad affrontare questo problema. Poi si dovrà lavorare a livero normativo e politico”.”Sottoscrivo in larga parte le dichiarazioni del Generale Garofano ma corre l'obbligo di fare una precisazione.Egli parla della necessità di redigere “un manuale con delle linee guida generali per la esecuziuone dei rilievi stradali”. La associazione EVU Italia, che associa oltre 70 “ricostruttiori italiani”, è talmente convinta della esistenza di questa necessità che ha collaborato con la UNI alla stesura di una “emananda norma” suile “metodologie dei rilievi stradali”.Questa norma che ha concluso il suo iter istrutttorio il 31/7/2012 è ora al vaglio della commissione di valutazione dell'ente UNI e se ne prevede a breve la emanazione definitiva.Ho voluto segnalare questa cosa al Generale perchè egli ne tenga conto nel lavoro che si appresta ad affrontare.

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