Tesla schizza in borsa: vale più di Ford e ora GM si guarda le spalle

Tesla schizza in borsa: vale più di Ford e ora GM si guarda le spalle Le sue azioni continuano a correre in borsa e ora Tesla vale più di Ford e insidia GM. Debiti e dimensioni aziendali consigliano però prudenza

Le sue azioni continuano a correre in borsa e ora Tesla vale più di Ford e insidia GM. Debiti e dimensioni aziendali consigliano però prudenza

4 Aprile 2017 - 04:04

Ferro contro Silicio, tradizione contro innovazione, analogico contro digitale: chi vincerà? Almeno in Borsa la risposta è chiara: vincono il Silicio, l'innovazione e il digitale! Le Società con la capitalizzazione al top di Wall Street sono in larga parte i giganti dell'Hi-tech e della new economy mentre le Aziende più tradizionali appaiono molto meno in evidenza. Le Case automobilistiche sono ormai molto distanti, in termini di valore di Borsa, e fra quelle americane svetta Tesla che, nella giornata di ieri, ha superato Ford in Borsa e guarda da vicino il colosso General Motors. Un exploit che, anche se fuga alcuni dubbi (leggi di Wall Street che prevede un futuro incerto per Tesla), non deve però far dimenticare le incertezze ancora presenti e che pesano nel futuro di Tesla.

MILIARDI COME NOCCIOLINE Le vendite di marzo negli Stati Uniti non sono stati positive e la cosa si è subito riverberata nel primo giorno delle quotazioni di aprile. Le notizie arrivate ieri da Wall Street parlano infatti di Ford che ha segnato -1,8%, General Motors a -3,2% e Fiat Chrysler in ribasso del 4,7% nonostante una valanga di incentivi. Le spese per le agevolazioni sono infatti aumentate di circa il 13% rispetto a febbraio, cosa che ha fatto dire ad un executive commerciale di Nissan USA “Alcuni dei nostri concorrenti hanno avuto un marzo veramente pazzo”. In controtendenza Tesla, che ha consegnato molte automobili e ha quindi visto un consistente rialzo delle sue azioni: stamane in preapertura segnava +7,27% a ben 298,52 ma alle 12 locali viaggiava intorno a 303 dollari! Le capitalizzazioni dei principali costruttori a Wall Street ieri erano queste (miliardi di dollari): Toyota 173,6, Honda 53,3, GM 51,1, Tesla 48,7, Ford 45,3, Nissan 39,7 e Fiat Chrysler 19,8; agli inizi di marzo Apple valeva 730 miliardi, Google 581 e Microsoft 497. Detroit sta per essere superata dalla Silicon Valley anche nel settore della pura industria automobilistica? In fondo, le competenze meccaniche richieste per un'elettrica sono minori rispetto a quelle delle automobili tradizionali.

IPOTESI E NUMERI L'attuale momento di Tesla è sicuramente positivo: la sua visione è apprezzata persino dai concorrenti (leggi di BMW che approva le idee di Musk ma ha dubbi sulla Model 3) e le consegne sono arrivate a 25 mila auto a trimestre nel 2017. Le attività di Musk, più o meno collegate a Tesla, appaiono positive anch'esse: Space X ha contratti per 1,6 miliardi di dollari solo con la NASA e dopo varie difficoltà e ritardi il nuovo tetto solare di SolarCity andrà in pre-ordine entro la fine del 2017.

Fra le altre “faccende ” complicate da gestire mettiamo anche il completamento e l'avviamento della Gigafactory, il super-stabilimento che potrebbe rivoluzionare la produzione delle automobili. Elon Musk ha avuto l'intuizione di rivoluzionare completamente le auto elettriche: le sue Tesla non sono “tristi” e anonime nel prezzo così come nell'estetica e nelle prestazioni. Costano mediamente 100 mila dollari, una cifra che permette di ammortizzare gli imponenti pacchi di batterie necessari per avere un'autonomia di almeno 300 miglia. Caricare 70 – 90 kWh può però essere proibitivo con l'impianto elettrico casalingo ed è per questo che sono nati i Supercharger da decine di kW. I tetti solari SolarCity daranno anche un'altra opzione ed è così che il disegno logico di Musk si completa.

PUNTATA RISCHIOSA, O NO? L'ormai prossima Model 3 dovrebbe posizionarsi nella fascia di prezzo dei 35 – 40 mila dollari (leggi delle economie della Model 3), potrebbe avere almeno 220 miglia di autonomia ed è potenzialmente in grado di far diventare Tesla un produttore “di massa”, anche se in scala ridotta. I favoleggiati 500 mila esemplari del 2018, molto difficili da raggiungere entro quel termine (quest'anno, se tutto va bene, la produzione totale potrebbe arrivare a 100 mila), sarebbero comunque una frazione della produzione di Volkswagen, Toyota e anche di Ford. La situazione finanziaria rimane delicata: i debiti rimangono alti e i profitti bassi, anche tenendo conto che gli investimenti per la Model 3, la Gigafactory e SolarCity hanno pesato molto sui bilanci. Tesla ha poi un rapporto prezzo/utili (Price/Earnings, PE) esageratamente alto rispetto alle industrie tradizionali e comparabile soltanto a quello dei settori Hi-tech, cosa che ha senso considerando Tesla un' innovativa start-up ma che cozza contro il dichiarato obiettivo di diventare un Costruttore (quasi) come gli altri. In effetti più di un analista considera l'insieme di Tesla (includendo anche Solarcity, Gigafactory e PowerWall/PowerBlock) come un'Azienda Hi-tech e giustifica quindi il suo PE “esagerato”.

 Da non sottovalutare anche la concorrenza: se la iNext di BMW arriverà fra qualche anno, la Chevrolet Bolt è già qui (anche se non ha l'appeal della Model 3) e anche la ben più attraente Jaguar I-Pace è in avanzata fase di collaudo (guarda come sarà il SUV con 500 km di autonomia). Riuscirà il processo produttivo di Tesla a costruire in tempi ragionevoli volumi sufficienti di Model 3 (e con qualità almeno pari a quella del suo segmento), dotandola anche di un Autopilot affidabile? La scommessa è molto complicata ma se riuscisse ad essere vinta allora Tesla potrebbe superare i suoi pesanti problemi finanziari.

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