Airbag Takata: VW richiama le up!, ma il ricambio arriverà nel 2026
Con una lettera ai proprietari Volkswagen avverte dei rischi per l’airnag Takata difettoso installato sulle up!, ma la riparazione non sarà immediata
Con una lettera ai proprietari Volkswagen avverte dei rischi per l’airnag Takata difettoso installato sulle up!, ma la riparazione non sarà immediata
In queste settimane diversi proprietari di Volkswagen up! hanno ricevuto una comunicazione ufficiale dalla Casa tedesca: il loro veicolo è equipaggiato con un airbag Takata potenzialmente difettoso. La lettera precisa che, in caso di incidente con attivazione dell’airbag, esiste il rischio di lesioni gravi o addirittura mortali. Una prospettiva che ha inevitabilmente creato forte preoccupazione, anche in ragione degli incidenti mortali che si sono già verificati, anche in Italia. A rassicurare solo in parte è la promessa che la sostituzione sarà effettuata gratuitamente ma la riparazione sarebbe prevista non prima del secondo trimestre 2026.
UNA NORMATIVA COMPLESSA E POCO CHIARA
Il richiamo rientra nelle disposizioni introdotte dai decreti ministeriali del 2025, che hanno reso obbligatoria una prima informazione scritta ai clienti e un successivo richiamo ufficiale. Come riporta l’associazione dei consumatori in Francia Que Choisir, il problema, però, è che la normativa distingue tra diversi tipi di airbag Takata: NADI e PSAN senza essiccante, considerati ad alto rischio immediato, e PSAN con essiccante, ritenuti meno pericolosi nel breve termine. A seconda della categoria, i tempi e le modalità del richiamo cambiano, generando confusione.
RISCHI E DEROGHE TERRITORIALI
La normativa prevede anche situazioni limite in cui i veicoli devono essere sottoposti a una misura di “stop-drive”, cioè il divieto di utilizzo immediato. È il caso, ad esempio, dei mezzi circolanti in zone ad alta umidità come Corsica e territori d’oltremare, oppure di vetture immatricolate prima del 2011. Queste variabili, unite al calcolo di una presunta “vita utile residua” degli airbag effettuato dagli stessi costruttori, creano ulteriore incertezza per i consumatori.

TRA SICUREZZA E TEMPI DI ATTESA
La vicenda mette in luce una contraddizione: da un lato si riconosce un rischio potenzialmente letale, dall’altro si posticipa l’intervento al 2026. Per i proprietari, come il francese François che ha denunciato la sua esperienza all’associazione di consumatori, è difficile convivere con l’idea di guidare per mesi un’auto con un dispositivo di sicurezza potenzialmente instabile. Resta fondamentale che i costruttori e le autorità chiariscano i criteri dei richiami, fornendo informazioni semplici e trasparenti, perché quando si parla di airbag difettosi, il tempo non è mai un dettaglio.