
Prezzo benzina alle stelle e sfonda i 2 € in molte regioni, anche al self. I benzinai chiedono il taglio delle accise, il Governo per ora non ci sente
Doveva inevitabilmente accadere, visto il trend dell’ultimo periodo, e infatti accaduto: in alcune regioni italiane e sulla rete autostradale il prezzo medio della benzina ha sfondato la soglia dei 2 €/litro anche in modalità self. E la corsa al rialzo non sembra finita qui. Ora si attendono le eventuali contromisure del Governo, intanto benzinai e associazioni dei consumatori chiedono di ripristinare il taglio delle accise sui carburanti.
PREZZO BENZINA: OLTRE 2 €/LITRO IN MOLTE REGIONI ITALIANE, ANCHE AL SELF
Il superamento della soglia psicologica dei 2 €/l è stato certificato dal Ministero e del Made in Italy che, come prevede il Decreto Trasparenza, ha pubblicato il prezzo medio dei carburanti relativo al 12 settembre 2023, praticato nelle singole regioni e sulla rete autostradale italiana. In particolare è risultato che il prezzo della benzina in modalità self ha raggiunto o superato i 2 euro/litro nelle seguenti regioni e province autonome:
- Basilicata: 2,002 €/l
- Calabria: 2,000 €/l
- Liguria: 2,006 €/l
- Sardegna: 2,000 €/l
- Valle d’Aosta: 2,000 €/l
- Provincia di Bolzano: 2,011 €/l.
Inoltre sulla rete autostradale il prezzo benzina medio al self ha raggiunto quota 2,045 €/l.
Altre regioni sono vicinissime alla soglia e potrebbero superarla nei prossimi giorni:
Abruzzo: 1,981 €/l
Friuli Venezia Giulia: 1,981 €/l
Molise: 1,986 €/l
Puglia: 1,994 €/l
Toscana: 1,984 €/l
Provincia di Trento: 1,986 €/l.
Ricordiamo che si tratta di prezzi medi. Significa che in ciascuna di queste regioni si possono trovare distributori che applicano tariffe inferiori oppure superiori. Scopri come trovare il distributore più economico.
AUMENTO PREZZO BENZINA: LE CONTROMISURE DEL GOVERNO. SI AVVICINA L’ACCISA MOBILE?
Com’è noto, il Governo Meloni non ha mai voluto prendere in considerazione il taglio delle accise sui carburanti per affrontare il caro-benzina (al contrario di quanto fatto dal Governo Draghi), sostenendo che un provvedimento del genere sottrarrebbe troppe risorse alle casse dello Stato. Solo negli ultimi giorni, di fronte all’evidenza di un aumento dei prezzi che sembra non avere fine, l’Esecutivo ha lanciato l’idea di un Bonus benzina ‘una tantum’ da 150 euro da destinare alle famiglie con reddito basso, ma la misura è ancora in discussione.
Non è comunque escluso al 100% che il Governo di centro-destra possa intervenire sulle accise, anche se sembra difficile. Il Decreto Trasparenza 2023, divenuto legge lo scorso marzo, prevede infatti il meccanismo della cosiddetta ‘accisa mobile’. Significa che il taglio delle accise “può essere adottato se il prezzo del Brent (il greggio di riferimento per i compratori europei, ndr) aumenta, sulla media del precedente bimestre, rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nell’ultimo DEF“. Il decreto tiene anche conto “dell’eventuale diminuzione” nella media del quadrimestre precedente, mentre il meccanismo dell’accisa mobile viene ‘coperto’ dai maggiori guadagni dello Stato grazie all’Iva. Ma in concreto come funziona? Quando aumenta il prezzo del carburante, l’accisa corrispondente cala in maniera proporzionale, diventa ‘mobile’ e non più fissa. In questo modo, gli aumenti del prezzo alla vendita non sono più scaricati su chi fa il pieno.
Per la cronaca l’ultimo DEF (Documento di Economia e Finanza), approvato ad aprile, indica un valore del Brent di 82,3 dollari e un cambio euro/dollaro di 1,063, per cui il valore di riferimento è di circa 77,4 euro al barile. Nella media dell’ultimo bimestre il greggio di riferimento è a un passo dai 77 euro, a fronte, appunto, del prezzo di riferimento di 77,4 euro. Starebbero quindi per avvicinarsi le condizioni per l’applicazione dell’accisa mobile.
Tuttavia ci sono due incognite. Innanzitutto la norma del Decreto Trasparenza non stabilisce chiaramente se il prezzo medio del precedente bimestre sia da calcolare sui mesi solari (in questo caso luglio-agosto) o con una media mobile (nel caso di oggi, tra il 12 luglio e il 12 settembre). Inoltre a breve, entro il prossimo 27 settembre, il Governo dovrà presentare la nota di aggiornamento del DEF e potrebbe pertanto indicare un prezzo di riferimento del Brent più alto dell’attuale, allontanando così l’ipotesi dell’accisa mobile.
BENZINAI E CONSUMATORI CHIEDONO IL TAGLIO DELLE ACCISE
Vedremo nei prossimi giorni cosa farà il Governo, intanto associazioni di categoria e consumatori spingono sul taglio delle accise. In particolare Roberto Di Vincenzo, presidente di FEGICA (Federazione italiana gestori carburanti e affini) ha chiesto con urgenza l’attivazione dell’accisa mobile e, in aggiunta, un taglio di 10 cent/litro delle accise almeno fino a Natale. Sulla stessa linea d’onda Assoutenti, che ha inviato una lettera al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per organizzare un incontro e studiare le misure immediate contro il caro-carburanti, a partire proprio dal taglio delle accise. Anche le opposizioni di centro-sinistra spingono affinché si intervenga sulle accise, considerando il Bonus carburanti di 150 euro proposto da Urso una soluzione dalla scarsa efficacia.