ETRMA: “REACH esteso ai polimeri, mina la concorrenza UE”

ETRMA: “REACH esteso ai polimeri, mina la concorrenza UE”

L'estensione del REACH ai materiali a basso tonnellaggio è rischiosa per l’UE: l’ETRMA prevede delocalizzazione di investimenti e R&D

24 Aprile 2025 - 10:32

L’Associazione Europea dei Produttori di Pneumatici e Gomma (ETRMA), voce che rappresenta il 70% del mercato globale degli pneumatici, lancia un campanello d’allarme sulle implicazioni dell’estensione del Regolamento REACH ai materiali a basso tonnellaggio, in particolare ai polimeri. Secondo l’associazione, l’attuale proposta dell’UE rischia di compromettere seriamente la competitività dell’industria europea, generando nuove barriere regolatorie che potrebbero svantaggiare i produttori comunitari rispetto ai concorrenti extraeuropei.

REACH ESTESO: MINACCIA ALLA RESILIENZA INDUSTRIALE EUROPEA?

Nel mirino dell’ETRMA c’è la proposta di estendere l’obbligo di registrazione REACH anche a quei materiali – come i polimeri – che fino ad ora erano stati esclusi o regolati indirettamente tramite i monomeri e additivi. Tali sostanze, pur essendo utilizzate in quantità relativamente contenute (basso tonnellaggio), sono fondamentali per la produzione di pneumatici sicuri e ad alte prestazioni. L’introduzione di nuovi obblighi di registrazione rischia, secondo l’Associazione, di aumentare sensibilmente i costi e gli oneri amministrativi per i produttori, senza una chiara giustificazione scientifica o un miglioramento concreto della sicurezza.

Per chi non lo sapesse, il significato della sigla REACH deriva dall’inglese (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals, tradotto registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche). Il regolamento REACH è entrato ufficialmente in vigore dal 1° giugno 2007.

QUALI SONO I RISCHI PER L’INDUSTRIA EUROPEA DELLA GOMMA

L’ETRMA sottolinea come una simile misura potrebbe innescare una riduzione dell’accesso a materie prime critiche e un disincentivo all’importazione di sostanze non ampiamente disponibili nel mercato UE. Un effetto domino che, a lungo termine, potrebbe compromettere la capacità produttiva europea e favorire la delocalizzazione industriale e degli investimenti in ricerca e sviluppo. Una strategia che molte multinazionali hanno già intrapreso o stanno valutando per gli effetti dei dazi reciproci.

Tra le principali preoccupazioni dell’ETRMA c’è lo squilibrio competitivo creato dalle attuali regole sull’autorizzazione REACH. Le aziende europee, infatti, devono ottenere un’autorizzazione per l’uso di sostanze elencate nell’Allegato XIV. Mentre i produttori extra-UE possono esportare liberamente articoli che le contengono, eludendo di fatto i requisiti normativi. Un simile scenario, avverte l’Associazione, penalizzerebbe i produttori europei che, pur rispettando gli standard di sicurezza più elevati, si troverebbero in svantaggio rispetto alla concorrenza globale.

LA PERICOLOSITA’ INTRINSECA DELLE SOSTANZE CHIMICHE

ETRMA spiega in un dettagliato rapporto che non contesta gli obiettivi del REACH – anzi, ne condivide pienamente l’impegno per la tutela della salute umana e dell’ambiente – ma chiede un percorso più bilanciato, basato su una valutazione del rischio reale e non solo sul pericolo intrinseco delle sostanze. L’associazione chiede che l’estensione del REACH sia accompagnata da un’analisi delle opzioni di gestione del rischio (RMOA) ben strutturata, che tenga conto della disponibilità di alternative tecniche e dell’impatto economico sulle catene di fornitura europee.

Parallelamente, ETRMA sollecita una maggiore coerenza tra i diversi strumenti normativi europei, evitando sovrapposizioni concettuali come quelle legate all’Eco-design for Sustainable Product Regulation (ESPR) o all’introduzione dell’“Essential Use Concept” (EUC), che potrebbe portare a valutazioni soggettive e restrizioni generalizzate su sostanze strategiche per le prestazioni degli pneumatici, come per altri componenti fondamentali come cinghie, tubazioni, etc.

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