Multa strisce blu: non valida se tutta la città è a rilevanza urbanistica

Multa strisce blu: non valida se tutta la città è a rilevanza urbanistica Per il Giudice di pace di Como

Per il Giudice di pace di Como, le multe non sono valide se nei pressi delle strisce blu mancano posteggi pubblici gratuiti

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12 Gennaio 2015 - 10:01

Il Giudice di pace di Como, con la sentenza 916/14, ha ritenuta illegittima la delibera dell'ente locale che dichiara tutta la città zona a particolare rilevanza urbanistica. Senza distinguere fra centro e periferia. Inoltre il Comune è in difetto perché non riserva aree adeguate destinate a parcheggio libero nelle vicinanze delle strisce blu. La conseguenza di tale principio è che la multa elevata per la violazione delle regole sulla sosta tariffata è nulla perché il provvedimento in questione della Giunta risulta in contrasto con l'articolo 7, comma 8, del Codice della strada.

RICORSO ACCOLTO (STAVOLTA) – Il magistrato onorario Dina Bianchi ha accolto il ricorso di un cittadino con condanna alle spese per il Comune di Como. Che ha creato strisce blu in tutto il proprio territorio perché il traffico veicolare ha raggiunto livelli di congestione gravi sempre crescenti sia nel centro che nei quartieri periferici. Il giudice onorario ha rilevato che la delibera della Giunta è viziata da eccesso di potere e difetto di motivazione: l'ente, in tal senso, non spiega perché una zona periferica della città dovrebbe ritenersi equiparabile al centro storico rispetto alla pressione sui parcheggi. L'amministrazione comunale non può imporre aree di sosta a pagamento ovunque senza indicare in modo dettagliato le caratteristiche del traffico automobilistico zona per zona e predisporre aree di sosta gratuita contigue a quelle a tariffa. La conseguenza di questa illegittimità a monte è che il verbale risulta nullo quando non esiste un'area di parcheggio libera nelle vicinanze di quella a pagamento dove è stata sanzionata l'auto del trasgressore. Pur tuttavia, va ricordato che ogni Giudice di pace vede la questione a proprio modo: spesso, il ricorso non si vince. È la (in)certezza del diritto della circolazione stradale.

VECCHIA QUESTIONE – Tutto nasce da un Codice della strada scritto male, e interpretabile in mille modi. Qualora il Comune assuma l'esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l'installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta, su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta. Tale obbligo non sussiste per le zone definite a “area pedonale” e “zona a traffico limitato”, e in altre zone di particolare rilevanza urbanistica, opportunamente individuate e delimitate dalla giunta nelle quali sussistano esigenze e condizioni particolari di traffico. Ecco il punto: molti Comuni sostengono che pure le periferie sono di particolare rilevanza urbanistica, e il gioco è fatto: le strisce blu sono regolari.

MILANO INSEGNA… – L'esempio più clamoroso è Milano, che penalizza i pendolari con strisce blu ai parcheggi di interscambio, anziché favorire la mobilità pulita con zone di sosta gratuita. Il tutto grazie al classico escamotage: la zone di rilevanza urbanistica. Anche questa, ovviamente, soggetta come e più delle altre regole a interpretazioni: come definire infatti una zona di rilevanza urbanistica? E chi lo stabilisce, una commissione magari dietro richiesta del Comune stesso? In definitiva, se è vero che la Cassazione conferma una regola a favore del cittadino (spetta al Comune l'onere di dimostrare l'esistenza di zone di sosta gratuite), è anche vero la materia resta magmatica, e il ricorso contro la multa una specie di scommessa. Anche nel caso in cui il Comune non dovesse provare l'esistenza di aree gratuite.

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