
Gli aerei stanno inquinando il 70% in più di quanto previsto dalle Nazioni Unite. È la prova che la CO2 non viene soltanto da veicoli e fabbriche
Si parla molto delle emissioni di CO2 ma pochi pensano all’inquinamento degli aerei. In effetti gli aeroplani di linea sono attualmente 23 mila, un numero trascurabile se rapportato ai circa 1,4 miliardi di automobili nel mondo. Nonostante questa disparità numerica l’International Council on Clean Transportation lancia l’allarme e dice che le emissioni degli aerei crescono molto di più delle previsioni. Ci chiediamo quindi: quanto aumenterà l’inquinamento degli aerei? Il documento evidenzia che l’aviazione commerciale ha emesso nel 2018 918 milioni di tonnellate di CO2. Una quantità ingente che non soltanto vale il 2,4% delle emissioni di CO2 da combustibili fossili nel mondo ma rappresenta un aumento del 32% negli ultimi cinque anni. Un contributo importante che conferma il fatto che le emissioni delle auto sono la punta dell’iceberg.
L’INQUINAMENTO DEGLI AEREI? VOLA!
Il recente studio dell’ICCT dice infatti che l’accrescimento delle emissioni è più veloce del 70% rispetto a quanto previsto dall’ONU. Un dato inquietante se pensiamo che le proiezioni delle Nazioni Unite indicano per gli aerei una triplicazione delle emissioni di CO2 entro il 2050. Il trasporto passeggeri ha contribuito per 747 milioni di tonnellate di CO2, che è l’81% del totale del 2018. L’analisi ha riguardato più di 100 paesi e ha trovato che l’area con il maggior numero di voli è l’Asia, che vale da sola il 24%. I voli interni nordamericani sono il 18% mentre quelli europei pesano per il 14% del totale. L’inquinamento degli aerei, espresso in peso di CO2/km, può essere considerato costante? Le differenze ci sono: i voli interni del Medio Oriente e dell’Africa hanno emesso il 30% di CO2 in più per passeggero/chilometro rispetto alla media.
QUANTA CO2 EMETTONO GLI AEREI?
In questo pesa l’età media degli aerei di quei Paesi, più alta e quindi sinonimo di mezzi meno efficienti e perfezionati È interessante sapere che la CO2 emessa per km e passeggero è minore per gli aerei più grandi e per le tratte più lunghe. Questo deriva dal grande consumo di carburante durante il decollo, una fase meno efficiente del volo in quota e che “pesa” di più nelle tratte brevi. I voli a lungo raggio, poi, sono compiuti da aerei mediamente più evoluti e quindi più efficienti. Parliamo di 75 – 95 grammi di CO2 passeggero/km per i voli più lunghi arrivando a 160 grammi per tratte di meno di 500 km. Si ripete insomma lo schema delle automobili: le più vecchie inquinano di più e la marcia a singhiozzo penalizza consumi ed emissioni. Anche gli impianti industriali, poi, contribuiscono in maniera rilevante alle emissioni di CO2.
MOLTO SOPRA LE STIME ONU
Cosa esce, poi dal confronto fra l’inquinamento degli aerei e quello dei veicoli? Il valore delle emissioni globali degli aerei è comparabile con quello dei veicoli di superficie in Europa, con treni e 2 ruote che sono irrilevanti. La differenza è che i regolamenti impongono che i veicoli emettano sempre meno mentre l’aviazione civile è praticamente “libera”. L’Europa vuole tagliare del 30% la CO2 dei mezzi pesanti e l’Italia ha visto una diminuzione del 4,5% delle emissioni a giugno. Il limite di 95 grammi/km, ormai definitivo, porterà ad una graduale diminuzione della CO2 ma l’inquinamento degli aerei “rema contro” e salirà quasi senza controllo. Se consideriamo che gli impianti di riscaldamento inquinano molto di più delle automobili capiamo bene che la lotta alla CO2 e all’inquinamento dev’essere condotta a livello integrato. Basta pensare al particolato, emesso da freni e pneumatici di qualunque veicolo, anche quelli ad emissioni locali zero, per convincersi di questo fatto.