
Da novembre 2014 è vietata l'immissione sul mercato di gomme con bassa efficienza e aderenza sul bagnato. Ecco quali saranno bandite
Sono già passati due anni dall'introduzione dell'etichetta europea del pneumatico (qui tutte le regole) e, in occasione di questa ricorrenza, dallo scorso primo novembre è diventato effettivo il divieto di immissione sul mercato comunitario dei pneumatici che hanno ottenuto la minor categoria nell'efficienza energetica e aderenza sul bagnato (ma si potrebbe fare di più). Nello specifico, la norma contenuta nel regolamento (CE) 661/2009, prescrive che a partire dal 1 novembre 2014 non possono essere distribuiti sul mercato da parte dei produttori pneumatici nella categoria G in efficienza energetica, né quelli che hanno ottenuto la classificazione F o G nell'aderenza sul bagnato.
DUE ANNI E MEZZO DI PROROGA – Bisogna precisare, però, che la stessa normativa prevede una moratoria di 30 mesi, cioè due anni e mezzo, per la vendita al pubblico dei pneumatici fabbricati prima del 1 novembre 2014 ed etichettati con le classificazioni G e F. Al netto di questo margine di tolleranza, secondo un'analisi presentata da Michelin all'ultimo Salone dell'auto di Ginevra su dati Lizeo, questo divieto implica che non si possono più commercializzare circa 10% dei pneumatici attualmente sul mercato, di cui un 6% nel caso di elevata resistenza al rotolamento e un 4% nel caso di pneumatici con meno aderenza sul bagnato.
SICUREZZA E CONSUMI – Ma che cosa cambia tra pneumatici con valutazioni ed etichette diverse? Facciamo qualche esempio. Sull'etichetta sono previste sette classi di merito, da A (migliore) a G (peggiore) per misurare la resistenza al rotolamento che determina un maggiore o minore consumo di carburante. La differenza tra un prodotto di classe A ed uno di classe G può tradursi in un minore consumo di carburante fino al 7,5%, il che vuol dire che lo spostamento da un classe all'altra incide per circa l'1%. Per quanto riguarda l'aderenza su bagnato, invece, la differenza tra un prodotto di classe A e uno di classe G può significare un minor spazio di frenata fino al 30% (una vettura che viaggia a 80 Km/h potrebbe guadagnare fino a 18 metri).
LA CORRETTA PRESSIONE – Ricordiamoci sempre, in ogni caso, che ogni pneumatico fornisce le sue massime prestazioni solo se gonfiato alla giusta pressione (otto auto su dieci viaggiano con le gomme sgonfie). Se questa è insufficiente aumenta la deformazione durante l'uso e causa un eccessivo riscaldamento, l'impronta a terra è irregolare, il battistrada tende a deformarsi nella parte centrale piuttosto che vicino alle spalle e ne risentono le prestazioni dinamiche sia sull'asciutto che sul bagnato, specialmente in termini di aquaplaning. Una pressione di gonfiaggio troppo elevata, invece, riduce l'impronta a terra del battistrada e quindi l'aderenza meccanica con l'asfalto. La minore superficie di appoggio fa diminuire la stabilità, aumentando allo stesso tempo il tempo di deformazione delle spalle e portando a un comportamento più brusco. Uno pneumatico sovragonfiato avrà anche difficoltà a raggiungere le temperature di esercizio previste e si consumerà maggiormente la parte centrale del battistrada.