
Le auto Honda capiranno l'umore del guidatore per interagire con lui: il Costruttore si allea con SoftBank per l'intelligenza artificiale in movimento
Alla lista infinita degli oggetti dell'elettronica di consumo dobbiamo ormai aggiungere anche l'automobile ma non è finita qui: la nostra amata vettura andrà messa nella ristretta (per ora) lista degli “oggetti” dotati di Intelligenza Artificiale! Questa prospettiva ci viene infatti indicata dal recentissimo accordo fra Honda e SoftBank, aziende che hanno già costruito i robot umanoidi Asimo e Pepper. Avremo quindi automobili empatiche in grado di leggere le emozioni e di interagire con noi, aiutandoci eventualmente nei momenti di difficoltà anche attingendo dalle informazioni del Cloud.
I ROBOT CHE CRESCONO Questa “sensibilità” deriva dall'esperienza che entrambi i contraenti hanno maturato nel settore dell'intelligenza artificiale. Del robot Asimo, per esempio, si sa che è il culmine di un progetto iniziato da Honda già nel 1986. La presentazione ufficiale dell'Advanced Step in Innovative MObility (non sono verificate voci che danno questo nome come ispirato a Isaac Asimov e alle sue 3 Leggi della Robotica) risale però al 2000 e da allora Honda, il terzo costruttore giapponese, ha costantemente evoluto il suo robot umanoide (sapevi che Honda ha esposto al Salone di Tokio il suo UNI-CUB, sviluppato in base alle esperienze maturate con Asimo?). Ancora più ampia è l'esperienza di SoftBank, che ha già venduto più di 1.000 esemplari del suo robot Pepper (ogni suo lotto di produzione è andato esaurito in pochi minuti) a partire dal luglio del 2015. Pepper è un simpatico robot umanoide studiato per integrarsi nella vita familiare – l'Azienda dice che può “crescere” con i bambini – ed in grado di capire le emozioni delle persone intorno a lui. È possibile acquistarlo con 36 rate da 32.288 Yen (277 euro circa) ed esiste anche in versione business, ad esempio per accogliere clienti in un negozio.
UN'AUTO CHE SA DI PEPPER Ricordiamo che SoftBank ha appena comprato, con un'operazione del valore di 24,3 miliardi di sterline resa possibile sia dal deprezzamento avvenuto dopo la Brexit sia da alcune cessioni molto fruttuose, ARM Holdings, la celeberrima azienda che progetta processori diffusi in un po' tutte le applicazioni, compresi, è quasi inutile dirlo, gli smartphone . L'acquisizione ha molto senso per SoftBank, dato che il grande gruppo giapponese è attivo, oltre che nella robotica, anche nella telefonia cellulare, come Internet provider e nel settore delle energie rinnovabili. Sviluppo successivo, che rende ancor più pregnante l'operazione, è il già annunciato impegno nell'Internet delle Cose, quell'IoT che richiederà miliardi di piccoli processori. Questa rete sterminata avrà bisogno di prestanti reti cellulari per supportare questi oggetti così “comunicativi” e sarà composta da dispositivi, sensori e veicoli che raccoglieranno, scambieranno e invieranno dati in direzione dell'intelligenza artificiale e dei robot. Anche i veicoli ne faranno parte (leggi come l'auto più connessa sarà in Corea proprio per essere il Paese, insieme al Giappone, nel quale lo sviluppo delle reti 5G sarà più veloce) ed è qui che il cerchio si chiude con Honda: le sue prossime auto saranno ancor più connesse e molto “intelligenti” grazie anche all'esperienza robotica di SoftBank.
COMPAGNIA DALLA NUVOLA Esponenti di Softbank e Honda, parlando ad un evento a Tokyo, hanno infatti evocato un futuro nel quale le automobili Honda potrebbe “parlare” e interagire con i loro guidatori attraverso tecnologie Cloud mutuate dalle esperienza fatta con i Pepper. Le due società di cercheranno la maniera di valutare i discorsi e l'atteggiamento del conducente, insieme ad altri dati raccolti da sensori del veicolo e telecamere, per valutarne le emozioni e consentire al veicolo di impegnarsi eventualmente in una conversazione con lui. I veicoli diventerebbero quindi capaci di offrire informazioni utili e supporto ai guidatori, magari durante difficili situazioni di guida, nel parcheggio o “tenendo compagnia” a quelli impegnati in lunghi viaggi solitari (leggi di sedili e cinture intelligenti che capiscono quando si è troppo stanchi). In effetti la curiosità di guidare un'auto così “premurosa” è molta: speriamo di non dover aspettare molto.