Fermo amministrativo di un’auto che serve per lavoro: cosa fare

Fermo amministrativo di un’auto che serve per lavoro: cosa fare

Si può procedere al fermo amministrativo di un'auto che serve per lavorare? Ecco cosa prevede la legge e cosa fare per evitare il fermo

7 Settembre 2020 - 04:09

Sappiamo tutti che il fermo amministrativo di un’auto inibisce l’uso della vettura fino all’estinzione del debito, se il fermo è stato applicato per una somma dovuta verso amministrazioni ed enti pubblici. Oppure alla scadenza del periodo sanzionatorio, se accessorio a determinati tipi di infrazione del Codice della Strada (articolo 214). Ad esempio per la guida senza patente, oltre alla pesantissima multa da più di 5.000 euro, è previsto pure il fermo amministrativo del veicolo per tre mesi. Tuttavia il cosiddetto ‘Decreto del Fare’, convertito con modifiche nella Legge n. 98 del 9 agosto 2013, ha disposto il divieto di iscrivere il fermo amministrativo sulle auto strumentali all’esercizio dell’attività professionale o imprenditoriale.

FERMO AMMINISTRATIVO AUTO: LA MODIFICA DEL DECRETO DEL FARE

Più precisamente l’art. 52 comma 1 lettera m-bis della Legge 98/2013 dispone che “la procedura di iscrizione del fermo di beni mobili registrati è avviata dall’agente della riscossione con la notifica al debitore, o ai coobbligati iscritti nei pubblici registri, di una comunicazione preventiva contenente l’avviso che, in mancanza del pagamento delle somme dovute entro il termine di trenta giorni, sarà eseguito il fermo, senza necessità di ulteriore comunicazione, mediante iscrizione del provvedimento che lo dispone nei registri mobiliari, salvo che il debitore o i coobbligati, nel predetto termine, dimostrino all’agente della riscossione che il bene mobile è strumentale all’attività di impresa o della professione”. È quindi necessario dimostrare con ragionevole certezza che il veicolo ‘a rischio fermo’ sia effettivamente connesso all’attività lavorativa del debitore.

CHI PUÒ CHIEDERE LA CANCELLAZIONE DEL FERMO AMMINISTRATIVO PER MOTIVI DI LAVORO

Riassumendo, la norma che esonera dal fermo amministrativo le auto strumentali al lavoro riguarda solo due categorie lavorative: professionisti e imprenditori. Con esclusione, quindi, del lavoratori dipendenti. Questo perché la ‘strumentalità’ dell’auto rispetto al lavoro si riferisce non già al mezzo di trasporto per raggiungere la sede lavorativa, ma all’impiego del veicolo per l’esecuzione dell’attività. Ad esempio un agente di commercio ha bisogno della macchina per recarsi dai clienti, così come il titolare di un’azienda agricola necessita del furgoncino per consegnare frutta e verdura ai ristoranti. È anche vero che nel corso degli anni ci sono state pronunce delle Commissioni Tributarie Provinciali decisamente più estensive, all’insegna del principio secondo cui lo scopo della legge è quello di tutelare il sostentamento delle famiglie che, senza la possibilità di svolgere il proprio lavoro, verrebbe pregiudicato.

Fermo amministrativo auto

COSA FARE PER EVITARE IL FERMO AMMINISTRATIVO DI UN’AUTO CHE SERVE PER LAVORARE

Premesso che sull’argomento c’è molta discrezionalità (ci sono sentenze delle varie CTP in netto contrasto l’una con l’altra), in base all’orientamento predominante si può evitare il fermo amministrativo se si verificano le seguenti condizioni:

– il veicolo oggetto della procedura di fermo dev’essere intestato al debitore;

– il debitore deve esercitare una professione o un’attività imprenditoriale con tanto di Partita Iva;

– l’utilizzo del veicolo deve avere rilevanza nell’attività lavorativa del debitore. Per esempio alcuni giudici hanno escluso dal beneficio gli avvocati, perché pur rientrando nella categoria dei professionisti si è ritenuto che possano svolgere la loro attività anche senza l’automobile. In ogni caso, per avere maggiori probabilità di ottenere l’esenzione dal fermo, è importante che l’auto risulti annoverata in contabilità nel registro dei beni ammortizzabili.

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