Dispositivi antiabbandono: la multa come soluzione preventiva?

Dispositivi antiabbandono: la multa come soluzione preventiva?

Quando le morti, soprattutto di bambini, smuovono le coscienze l’unica soluzione sembra essere l’incremento delle sanzioni. È davvero così?

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30 Giugno 2023 - 08:48

Dopo i recenti tristi fatti di cronaca, ecco tornare in voga i dispositivi antiabbandono. Questi dispositivi di sicurezza sono obbligatori in Italia dal 2019, ma continuano a essere sottovalutati, anzi dimenticati.  Tra le cause elencate anche la mancanza di controlli efficaci da parte delle forze dell’ordine. Il rischio però è quello di utilizzare questa come capro espiatorio. Se sono davvero l’unica soluzione per azzerare questa fetta di mortalità infantile, perché non vengono inseriti di default dalla fabbrica in ovetti e seggiolini? Che ne è del sostegno genitoriale a prescindere da ulteriori dispositivi a cui delegare?

DISPOSITIVI ANTIABBANDONO: COSA SONO?

I sensori anti-abbandono vengono definiti come dispositivi di allarme, la cui funzione principale è quella di prevenire l’abbandono dei bambini, di età inferiore ai quattro anni. I dispositivi devono essere conformi alle disposizioni previste dal decreto attuativo e avere il marchio CE per essere considerati a norma. Ne esistono di tre tipologie in commercio: la prima variante sono quelli indipendenti (o universali), che si possono usare su qualsiasi seggiolino passando da uno all’altro. Hanno un sensore di peso da mettere sotto il bambino, che si collega (tramite Bluetooth o con un cavo) all’accendisigari dell’auto. Quando la macchina si ferma, il dispositivo suona se il bambino non viene alzato dal seggiolino. L’altra tipologia sono quelli integrati, pratici ma con durata più limitata. La batteria si scarica dopo alcuni anni, mentre a volte il seggiolino viene usato per più tempo. Un terzo tipo, ancora meno diffuso, consiste in una dotazione presente direttamente come accessorio del veicolo.

LEGGE E SANZIONI PREVISTE: FACCIAMO CHIAREZZA

Nel 2018 è iniziato un lungo iter politico per introdurre la cosiddetta “legge salva bebè”, che doveva entrare in vigore a luglio 2019. Ci sono stati degli slittamenti e infine con la firma del decreto attuativo, sono stati ufficializzati i requisiti tecnici dei dispositivi anti abbandono. La legge è quindi in vigore dall’autunno del 2019, mentre le multe per chi non si adegua sono scattate dal marzo 2020. La legge prevede che chi trasporta in auto bimbi fino a quattro anni di età sia obbligato a installare i dispositivi anti-abbandono sui seggiolini. L’obbligo vale su autovetture, autocarri e camion. Riguarda chiunque viaggi con un bambino in auto, da 0 a 4 anni, su veicoli con targa italiana condotti da residenti in Italia o da residenti all’estero e veicoli con targa estera su un veicolo guidato da residenti in Italia. In caso di violazione della norma, la legge prevede una multa da 83 euro (che viene scontata a 58,10 per chi paga entro cinque giorni) a 326 euro. C’è anche la decurtazione di cinque punti dalla patente del conducente se è l’unica persona, oltre al bambino, presente all’interno dell’auto, più la sospensione della patente da 15 giorni a due mesi in caso di recidiva, cioè una seconda violazione identica nel giro di due anni.

PERCHÉ LEGGI E SANZIONI NON HANNO FUNZIONATO?

La campagna a tutela dei più piccoli si è conclusa il 31 dicembre 2020, quando i dati riportano che solo il 30% delle famiglie aventi diritto al bonus ne aveva fatto richiesta. L’emergenza Covid poi avrebbe in qualche modo congelato e tolto l’attenzione da questo. Un altro problema riguarda i controlli da parte delle forze dell’ordine, pressoché inesistenti. Non tanto per inefficienza, ma soprattutto perché gli agenti non sono mai stati messi nelle condizioni di poter effettuare controlli efficaci con indicazioni chiare. Un ulteriore fondamentale tassello da non sottovalutare è il carico mentale con cui un genitore si trova a combattere quotidianamente. Perché dunque, invece di incrementare le sanzioni, non si pensa a fornire una corretta informazione e formazione, un supporto fattivo ai genitori? Perché colpevolizzare invece di aiutare chi sopraffatto dallo stress quotidiano? Il tema di fondo da chiarire è che se una morte può essere evitata deve essere evitata e quindi in qualunque modo efficace possibile.

Articolo a cura di Marianna Martini – Psicologa del Traffico

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