
L'AD Castellucci lascerà Autostrade ma resterà in azienda: la promozione strategica per limitare i danni dei due disastri che pesano sulla concessione
L'Amministratore Delegato di Autostrade per l'Italia e Atlantia (controllante della prima) ha ufficializzato le intenzioni di rassegnare le dimissioni, una volontà che sarebbe maturata dopo il primo disastro stradale del bus precipitato dal cavalcavia in provincia di Avellino. Ma secondo i bene informati è facile ipotizzare che l'uscita di Castellucci equivalga alla volontà di sacrificare la regina per evitare che il re (in senso figurato, la concessione che il Ministero ha messo in discussione) sia sotto scacco. Una scelta rafforzata ulteriormente poi dopo il secondo diastro del 14 agosto 2018 che lo vede imputato nel crollo del Ponte di Genova e gli sviluppi successivi. Ma attenzione poiché l'ingegner Castellucci non uscirà totalmente di scena, occupandosi, come ha dichiarato, della crescita della società in seguito all'acquisizione di Abertis Infraestructuras, gruppo spagnolo che opera nella gestione delle infrastrutture. Ma andiamo con ordine.
AUTOSTRADE ACQUISICE IL GESTORE SPAGNOLO Il 3 agosto 2018, come riporta ilSole24Ore Giovanni Castellucci avrebbe manifestato in occasione del consigli d'amministrazione la volontà di fare un passo indietro, intanto Atlantia aveva già incassato l'ok da parte dell'Antitrust europeo all'acquisizione di Abertis. Ufficialmente quindi Castellucci avrebbe manifestato la piena volontà di guidare la crescita del gruppo, uscendo da ASPI, già molto tempo prima (quasi 2 settimane) del crollo del ponte di Genova e oltre 2 mesi dalla richiesta di condanna del PM di Avellino per il cedimento del newjersey che ha contribuito alla morte di 40 persone nel 2013.
ARRIVA LA PRIMA RICHIESTA A 10 ANNI DI RECLUSIONE Poi crolla il ponte e nella strage perdono la vita 43 persone, partono le indagini e si apre un nuovo fascicolo sull'AD Castellucci, tra gli altri indagati a vario titolo di disastro colposo, omicidio stradale colposo plurimo e omicidio colposo per violazione delle norme antinfortunistiche. Il Governo da poco insediato lancia minacciosi provvedimenti nei confronti del Gestore: in ballo c'è la concessione su tutta la rete stradale italiana ancora pendente, poi circoscritta alle sole strade dove il Gestore si sia reso colpevole di negligenze accertate. Passano i giorni e il 10 ottobre 2018 il PM chiede 10 anni di reclusione per Castellucci per la strage di Avellino, ma l'AD che già sa di voler lasciare la carica di AD di Autostrade e lo rende noto oltre un mese dopo.
IL “SALVATAGGIO” DI AUTOSTRADE POSSIBILE Davanti ai PM a Genova Castellucci si avvale della facoltà di non rispondere, aprendo alla collaborazione solo dopo l'incidente probatorio e strettamente alle responsabilità legate al suo ruolo e ufficializzando contestualmente le sue dimissioni entro la fine dell'anno. Perché proprio ora? Maurizio Caprino fa un 'analisi più approfondita degli elementi che vedono coinvolto l'ingegner Castellucci, spiegando anche che qualora dovesse arrivare la condanna in primo grado (sentenza attesa prima di Natale 2018) la società rischierebbe il commissariamento e senza un amministratore al comando il Ministero avrebbe un motivo in più per concludere il procedimento con cui ha minacciato di annullare la concessione ad Autostrade per l'Italia. La soluzione? Farsi da parte come la più rispettabile tradizione giapponese impone agli alti manager, ma i giapponesi impiegano molto meno tempo per prenderne atto su “questioni” di poco conto.