Auto a guida autonoma: senza pilota ma con un super computer

Si chiama BlueBox, il chip che muove le auto driverless capaci di consumare poca energia e di svolgere 90 miliardi di istruzioni al secondo
L'era delle auto a guida autonoma inizierà nei prossimi tre o quattro anni, ma si sta già creando l'indotto che ruoterà attorno alle nuove vetture senza conducente. Si fanno infatti avanti i fornitori di componenti, molti dei quali provenienti dal mondo dell'information technology, e non a caso, visto che alla guida di un'auto driverless ci sarà un computer.
NUOVI FORNITORI TECNOLOGICI Le Case costruttrici impegnate nello sviluppo delle auto a guida autonoma sono alle prese con i test per affinare la tecnologia e rendere infallibili i “sensi” delle vetture che nei prossimi anni circoleranno sulle nostre strade (Leggi le richieste di ETSC ai Governi per norme ad hoc sul driverless). Non stanno di certo con le mani in mano i colossi del silicio, i quali già all'ultima edizione del CES di Las Vegas, il più importante evento internazionale dedicato alla tecnologia e all'elettronica di consumo, hanno presentato soluzioni dedicate alle auto driverless. Fu il caso di NVDIA, celebre per le sue schede grafiche, che presentò il Drive PX2, un computer pensato per le applicazioni della guida senza conducente, estremamente compatto e, secondo il CEO Jen-Hsun Huang, potente come 150 portatili Mac. Oggi un potenziale neo fornitore automotive svela un'altra soluzione dedicata e sviluppata per i costruttori d'auto.
SUPERCOMPUTER GIA' IN TEST SUL CAMPO Si tratta di NPX, produttore olandese di semiconduttori, già fornitore di microchip per le chiavi multifunzione BMW. L'azienda ha annunciato di avere sviluppato la piattaforma dedicata Bluebox, un computer che permetterà alle Case automobilistiche di testare e sviluppare al meglio le auto senza conducente (Scopri quale business genererà la guida autonoma). NPX ha comunicato che il prototipo del nuovo supercomputer è già stato fornito a quattro grandi costruttori automobilistici che ne stanno testando le funzionalità e le qualità. Un portavoce dell'azienda ha dichiarato che un Bluebox è stato consegnato ad un costruttore lo scorso settembre, il quale, grazie alla piattaforma informatica, è stato in grado di mettere su strada un prototipo di auto driverless alla fine dicembre.
SEMPRE PIU' VICINA L'AUTOMAZIONE TOTALE Attualmente il Bluebox permette lo sviluppo di una vettura driverless di Livello 4 (secondo la scala standard sviluppata dalla Society of Automotive Engineers SAE), livello che prevede un alto livello di automazione ma che offre sempre la possibilità a un conducente umano di prendere il pieno controllo del veicolo. Il Livello 5 sarà quello nel quale il controllo umano non è né previsto né consentito. L'attuale Bluebox, secondo le specifiche fornite da NPX, consuma appena 40 watt e può processare 90 miliardi di informazioni al secondo, lavorando a una temperatura così bassa da non richiedere ventole o sistemi di raffreddamento. Con tale potenza di calcolo BlueBox, grazie alle informazioni fornite dai sensori Lidar, dalle telecamere e dai radar, crea una visione virtuale dell'ambiente circostante, replicandolo in tempo reale (leggi i test Ford nel buio del deserto). Sfruttando questa ricostruzione digitale il computer può prendere le decisioni sulla condotta dell'auto, tenendo conto delle normative locali, dei veicoli, dei ciclisti e dei pedoni che si trovano nelle vicinanze, reagendo a imprevisti e situazioni di pericolo. NPX ha infine dichiarato di stare lavorando alla versione definitiva e ancor più evoluta del sistema che servirà a produrre le auto in serie.