Toyota, stop alla vendita di 3 modelli: problemi sui test di sicurezza

Toyota, stop alla vendita di 3 modelli: problemi sui test di sicurezza

Problemi per Toyota: sospette irregolarità nei test di certificazione costringono il costruttore a sospendere la vendita di alcuni modelli

3 Giugno 2024 - 14:00

Industria automobilistica giapponese nuovamente nell’occhio del ciclone dopo lo scandalo Dahiatsu di qualche tempo fa: il locale ministero dei Trasporti ha annunciato che condurrà delle ispezioni alla sede centrale di Toyota per sospette irregolarità nei test di certificazione di alcuni modelli di auto del marchio. L’affaire riguarderebbe anche altri costruttori tra cui Honda, Mazda, Suzuki e Yamaha. Intanto Toyota ha già ordinato lo stop alla vendita e alle consegne di tre modelli fabbricati in Giappone (altri quattro, ugualmente coinvolti, non vengono più prodotti) in quanto testati utilizzando metodi diversi dagli standard governativi, con richieste di certificazione che includevano dati inadeguati nei test di protezione dei pedoni e degli occupanti del veicolo, oppure errori nei crash test.

QUALI SONO I 3 MODELLI TOYOTA FERMATI?

Allo stesso tempo Toyota ha dichiarato che, per adesso, non sussistono violazioni di leggi e regolamenti, di conseguenza non è necessario interrompere l’utilizzo dei veicoli in questione. La vicenda è nata da un’indagine interna della casa giapponese, leader mondiale (per volumi) nella produzione di automobili, che peraltro non si è ancora conclusa ed entro la fine di giugno approfondirà ulteriori questioni relative all’efficienza del carburante e alle emissioni inquinanti delle vetture. Insomma, c’è il rischio che nelle prossime settimane emergano ulteriori irregolarità.

Per la cronaca, lo stop interessa le vendite e le consegne in Giappone di tre modelli Toyota ancora prodotti nel Paese e che sono Corolla Fielder, Corolla Axio e Yaris Cross.

Nella giornata di oggi è attesa una conferenza stampa del presidente del marchio, Akio Toyoda, che fornirà nuovi dettagli sulla vicenda.

GUAI ANCHE PER MAZDA, HONDA E YAMAHA

Riguardo il coinvolgimento di altre case nipponiche, anche Mazda ha fermato le spedizioni di due modelli e ha scoperto manipolazioni nei test di crash di ulteriori due che non sono più in produzione. Invece Honda ha riscontrato delle irregolarità nei test di rumore e prestazioni su alcuni modelli per oltre otto anni fino a ottobre 2017, mentre nel caso di Yamaha il modello sotto indagine è una moto sportiva. A causa di queste notizie le azioni di Toyota e Mazda sono scese rispettivamente dell’1,8% e del 3,3%.

Toyota stop alla vendita di 3 modelli

LO SCANDALO DAIHATSU

Tornando invece allo scandalo Daihatsu accennato all’inizio, lo scorso dicembre erano emerse irregolarità su 64 vetture, tra cui 22 (+ 1 motore) vendute da Toyota e alcuni sotto i brand Mazda e Subaru. A seguito di ciò, Daihatsu aveva deciso di sospendere temporaneamente la consegna di tutti i modelli in produzione, sia in Giappone che all’estero. In pratica, al termine di indagini indipendenti, si era scoperto che per i test degli airbag su Daihatsu Move/Subaru Stella, Daihatsu Cast/Toyota Pixis Joy e Daihatsu Gran Max/Toyota Town Ace/Mazda Bongo era stata utilizzata un’unità di controllo elettronica (ECU) diversa da quella dei modelli di serie. E sebbene la verifiche tecniche avessero confermato che l’airbag soddisfaceva gli standard di protezione degli occupanti, nel corso dei test si era riscontrato che lo ‘standard di prestazione di sicurezza per l’evacuazione degli occupanti’ (sblocco) nelle prove di collisione laterale della Daihatsu Cast/Toyota Pixis Joy poteva risultare non a norma.

Dahiatsu aveva riconosciuto l’estrema gravità dei fatti, ammettendo la propria negligenza nei test di sicurezza. La casa giapponese controllata da Toyota ha ripreso la produzione solamente ai primi di maggio.

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