Nuove accise, beffa ai distributori: diesel sale ma benzina non cala

Nuove accise, beffa ai distributori: diesel sale ma benzina non cala

Analisi delle nuove accise e le loro conseguenze sui prezzi dei carburanti in Italia: rispetto alle attese il diesel aumenta ma la benzina non scende

 

Analisi delle nuove accise e le loro conseguenze sui prezzi dei carburanti in Italia: rispetto alle attese il diesel aumenta ma la benzina non scende

20 Maggio 2025 - 10:30

In fondo c’era da aspettarselo perché in Italia finisce spesso così: parlando di prezzi, gli aumenti sono sempre puntuali mentre i ribassi non arrivano mai. Ed è quello che sta accadendo ai carburanti: dopo la recente variazione delle accise, primo step del processo che in pochi anni porterà all’allineamento delle aliquote di benzina e diesel, si pensava che l’inevitabile rialzo del prezzo del gasolio sarebbe stato compensato dal calo del costo della benzina. E invece, come denunciano diverse associazioni dei consumatori, guarda caso si è verificata solo la prima condizione: il diesel è salito ma la benzina non è scesa. Curioso, vero?

NUOVE ACCISE CARBURANTI DAL 15 MAGGIO 2025

Facciamo un passo indietro: il decreto interministeriale di MASE e MEF che ha dato attuazione a uno dei decreti delegati della riforma fiscale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 14 maggio, ha dato il via al graduale allineamento tra l’accisa del diesel (oggi più bassa) e quella della benzina, che terminerà entro il 2030 quando le due aliquote avranno lo stesso valore. In particolare il decreto ha stabilito che a decorrere dal 15 maggio 2025 l’aliquota di accisa applicata alla benzina sarebbe stata ridotta di 1,5 centesimi di euro per litro e, viceversa, l’aliquota di accisa applicata al gasolio impiegato come carburante avrebbe visto un aumento di 1,5 centesimi di euro per litro, venendo  rideterminate nella seguente maniera:

  • benzina: 71,34 centesimi di euro/litro invece di 72,84;
  • gasolio usato come carburante: 63,24 centesimi di euro per litro invece di 61,74.

PREZZO DIESEL DOVEVA SALIRE E PREZZO BENZINA SCENDERE, MA NON STA ANDANDO COSÌ

Per l’Unione Nazionale Consumatori, una delle associazioni che ha lanciato l’allarme, il riordino delle accise avrebbe dovuto essere, a parità di litri consumati, una sorta di ‘partita di giro’, con il diesel che sarebbe dovuto costare 1,50 centesimi in più al litro, 1,83 conteggiando anche l’Iva al 22%, e la benzina che sarebbe dovuta scendere in modo corrispondente. E invece, come ha denunciato il presidente di UNC Massimiliano Dona, pare che non stia andando affatto così: “Il gasolio è salito ma la benzina non è praticamente scesa: elaborando infatti uno studio basato sulle medie regionali calcolate giornalmente dal MIMIT, abbiamo scoperto che in autostrada la benzina self-service ha registrato l’impalpabile e ridicola riduzione di 0,1 centesimi (-5 cent per 1 pieno di 50 litri), mentre il gasolio è rincarato come previsto di 1,5 centesimi al litro (+75 cent per un pieno), ossia 15 volte tanto“.

La stessa associazione ha fatto anche la media aritmetica dei prezzi medi praticati nelle varie regioni, rilevando che la benzina è diminuita di appena 0,4 centesimi, ossia si risparmiano 20 cent a rifornimento, mentre il diesel è aumentato di 1,3 centesimi al litro, pari a un costo aggiuntivo di 66 cent per un pieno, ossia oltre tre volte tanto rispetto alla benzina.

Rifornimento benzina

SITUAZIONE PREZZI CARBURANTI: CONSUMATORI PRONTI A PROCEDERE PER VIE LEGALI

Anche il Codacons è giunto alle stesse conclusioni e avrebbe per questo deciso di ricorrere alla magistratura. L’associazione ha infatti annunciato che sta preparando un esposto a 104 Procure della Repubblica “affinché aprano indagini sul territorio alla luce delle possibili fattispecie di truffa aggravata e aggiotaggio“. I prezzi dei carburanti alla pompa, spiega il Codacons, “stanno subendo modifiche non omogenee, con un deciso aumento del gasolio ma ribassi minimi per la benzina“. E questo sebbene, per effetto del riordino delle accise, i listini alla pompa della benzina avrebbero dovuto subire una generalizzata diminuzione per 1,5 centesimi di euro a partire dal 15 maggio scorso. Eppure “sulla rete stradale e autostradale stiamo assistendo a riduzioni minime dei prezzi della verde, mentre il gasolio ha registrato un deciso rialzo come effetto della misura fiscale, portando un pieno a costare 0,915 euro in più a vettura“. Davvero scandaloso ma, perdonateci, non siamo sorpresi.

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