
Si alimenta l'ipotesi che il nipote del fondatore e CEO Takada potrebbe pagare lo scotto del colossale richiamo degli airbag. E' solo questione di ore
Continua il momento tormentato per Takata, per la quale le brutte notizie non si sono arrestate con l'aver saputo che l'undicesima vittima (che guidava una vettura Ford) pesa fortemente sulla sua coscienza. La colpa è stata data per l'ennesima volta ai suoi airbag difettosi, che oltre ad uccidere, hanno provocato ferite più o meno gravi a circa 100 guidatori o passeggeri. Da qui la consapevolezza di altri richiami, di altri soldi da spendere, nonostante l'ormai annunciata crisi economica e il crollo in borsa del suo titolo. Il primo a pagare sarà il Ceo Shigehisa Takada, che l'Azienda manderà via nei prossimi giorni insieme ad altre figure di vertice (secondo quanto riferito da fonti vicine al Costruttore nipponico di airbag). Nell'articolo, tutti i dettagli della vicenda.
PARTE LA RIFONDAZIONE – Takata Corporation sta preparando il terreno per l'uscita di scena dall'azienda del suo Ceo Shigehisa Takada e a confermarlo sono due persone molto vicine a figure di vertice del Costruttore giapponese. La figura di Takada è stata bersagliata negli scorsi mesi (quasi due anni) molto pesantemente e dal mistero pare sia avvolta la verità che vedeva consapevole il Ceo del problema degli airbag difettosi poi immessi sul mercato, facendo riscontrare problematiche su circa 50 milioni di veicoli. Così nelle scorse ore la Società nipponica è uscita allo scoperto, annunciando che (soprattutto dopo aver saputo della responsabilità per l'undicesima vittima) Takata ha bisogno di una “rifondazione, affinche l'Azienda possa essere gestita e guidata diversamente nel futuro”. Molto probabilmente questo annuncio ha gettato le basi per il “siluramento” di Takada, nipote del fondatore dell'Azienda, e di altri dirigenti. Il Costruttore ha poi dichiarato che queste riforme saranno annunciate nella riunione che si terrà venerdì e che vede la partecipazione di alcune Case automobilistiche.
LICENZIAMENTO O DIMISSIONI? – Finché non verrà data ufficialità di quanto appena sopra scritto, pensando a Takada, tutti si chiederanno se l'Azienda (per lui, di famiglia) opterà per un licenziamento oppure annuncerà le dimissioni del Ceo, mettendo in risalto l'ammissione della sua responsabilità. Il discorso è comunque molto interessante, soprattutto perché ci si trova in Giappone, dove questi accadimenti, normalmente, infangano l'onore e richiamano provvedimenti piuttosto severi, soprattutto quando di mezzo c'è la “famiglia”. Ad ogni modo le indagini e quindi le attività investigative (oltre che di richiamo) procedono senza fermarsi e le parti in gioco (Takata e le Case automobilistiche) hanno anche stretto rapporti di collaborazione con degli istituti o società di ricerca per approfondire il discorso, con la speranza (per Takata) che tutto il problema non dipenda da lei e (per i Costruttori) che i guai sono da attribuire solo ed esclusivamente al produttore giapponese di airbag. Certo è che la riunione compartecipata da entrambe le parti non si terrà in un clima sereno e per Takata, probabilmente, verrà meno anche la possibilità di chiedere un aiuto economico (tra le tante spese, anche la multa da 70 milioni di dollari, leggi tutti i particolari) ai Costruttori di automobili (leggi qui i dettagli dell'incontro tra le parti).
FORSE LE DIMISSIONI – La prima volta che il Ceo Shigehisa Takada (dal momento della scoperta dello scandalo degli airbag difettosi) ha rilasciato delle dichiarazioni ufficiali tramite i media è stato nel giugno del 2015 e in quell'occasione non si tirò indietro, ma chiese scusa a tutti per i problemi causati dagli airbag prodotti dalla sua Azienda. In quell'occasione disse che rimanere alla guida di Takata era per lui l'unico modo appropriato per dimostrare a tutti di volersi assumere la responsabilità del momento. Altre fonti vicine alla Società giapponese dicono che Takada probabilmente darà le sue dimissioni, perché riconoscerà la responsabilità di “una serie di questioni” legate a questa triste vicenda. Il Ceo, 49 anni, era entrato a lavorare nell'Azienda di famiglia appena dopo il conseguimento della laurea, ovvero nel 1988, mentre nel 2013 ricevette la carica di Amministratore Delegato. Chi ha lavorato a stretto contatto con Takada, lo ha definito come un uomo e un professionista molto tranquillo, riflessivo e analitico, molto diverso da suo padre Juichiro (morto nel 2011), che ha fatto di Takata il principale produttore di componentistica per la sicurezza delle automobili del Giappone.