Stop ICE 2035, il 10 dicembre si valuta la revisione: gli scenari
Stop motori termici 2035: il 10 dicembre si decide sulla revisione. Conferma, neutralità tecnologica o rinvio? Scopri i possibili scenari
Stop motori termici 2035: il 10 dicembre si decide sulla revisione. Conferma, neutralità tecnologica o rinvio? Scopri i possibili scenari
L’industria dell’automobile europea trattiene il fiato in vista del 10 dicembre 2025, quando la Commissione UE dovrebbe svelare un nuovo pacchetto di misure per il settore, inclusa la possibile revisione del Regolamento UE 2023/851 che ha disposto lo stop alla vendita di nuove auto con motori termici (ICE) dal 2035, anticipandola di un anno. Il percorso verso l’elettrificazione totale, che sembrava ormai tracciato in modo indelebile, potrebbe pertanto subire una deviazione, o quantomeno un significativo rallentamento, su pressione di diversi Stati membri (tra cui l’Italia) nel tentativo di proteggere la filiera automotive europea, alle prese con una grave crisi.
STOP ICE 2035: DALLA TRANSIZIONE VERDE ALLA CRISI DEL MERCATO AUTO
Il piano originale della Commissione europea, parte del pacchetto Fit for 55, prevedeva un obiettivo chiaro: ridurre del 100% le emissioni di CO2 per le nuove immatricolazioni entro il 2035. Di fatto, questo avrebbe significato la vendita esclusiva di auto elettriche o a idrogeno. Per monitorare l’andamento della transizione, Bruxelles aveva fissato una clausola di revisione per il 2026, una sorta di ‘tagliando’ per verificare se tecnologia e infrastrutture fossero pronte.
Cosa è andato storto? Nell’ultimo anno, il mercato ha inviato segnali allarmanti. La domanda di auto elettriche in Europa è cresciuta meno del previsto, raggiungendo il 18,3% della quota di mercato nel periodo gennaio-ottobre 2025 (+3,5% sull’anno prima), ma con importanti differenze tra i Paesi: dal 18% di Francia e Germania ad appena il 5% dell’Italia. I grandi costruttori europei, da Volkswagen a Stellantis, hanno lanciato l’allarme: senza un cambio di rotta o maggiori aiuti, l’industria rischia il collasso occupazionale e multe salate per il mancato rispetto dei target intermedi sulle emissioni, nonostante la flessibilità triennale che però ha solo rinviato il problema.
La stessa ACEA, l’associazione dei costruttori d’auto europei, ha evidenziato le crescenti difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi europei sulle emissioni di CO2 fissati per il 2030 e il 2035, sollecitando “un approccio più pragmatico e realistico che tenga conto delle sfide specifiche del settore e favorisca una transizione competitiva verso la mobilità a zero emissioni guidata dalle scelte dei consumatori”.
LA SPINTA DELL’ITALIA PER LA NEUTRALITÀ TECNOLOGICA
Il 10 dicembre 2025 è dunque previsto l’annuncio di una proposta legislativa della Commissione europea sulla revisione dei regolamenti relativi a vetture e veicoli commerciali leggeri di nuova immatricolazione. Questa revisione dovrebbe comprendere non solo gli standard per le emissioni di CO2, ma anche una strategia per il rafforzamento del settore delle batterie, un pacchetto di semplificazione normativa per l’industria automobilistica e una proposta dedicata all’elettrificazione delle flotte aziendali. Staremo a vedere.
La posizione italiana, condivisa da molti altri Paesi, si basa sul principio della neutralità tecnologica. La tesi è semplice: l’obiettivo è decarbonizzare, ma l’elettrico non dovrebbe essere l’unica strada imposta per legge. Si chiede dunque di salvare il motore endotermico permettendo l’uso di biocarburanti, e-fuels e altri carburanti rinnovabili e/o sintetici. L’obiettivo è creare un mix di soluzioni che salvaguardi la filiera industriale e dia più scelta ai consumatori.

I TRE SCENARI POSSIBILI PER IL FUTURO DELLA MOBILITÀ NELL’UE
Cosa potrebbe accadere concretamente dopo il vertice di dicembre? Possiamo ipotizzare tre scenari principali:
- Conferma della linea dura: la Commissione europea potrebbe decidere di non anticipare nulla, mantenendo il 2035 come data ferma e il 2026 per la revisione. Questo scenario spingerebbe i costruttori a una corsa disperata per abbassare i prezzi delle elettriche, ma rischierebbe di aumentare le tensioni sociali, industriali e politiche.
- Apertura alla neutralità tecnologica: è lo scenario ‘mediano’. Lo stop del 2035 resterebbe, ma verrebbe ampliata la definizione di ‘combustibili neutri’. Le auto a motore termico potrebbero continuare a essere vendute dopo il 2035, purché alimentate esclusivamente con biocarburanti, e-fuels e altri carburanti rinnovabili e/o sintetici.
- Slittamento della data: è l’ipotesi più radicale, ma meno probabile al momento. Si tratterebbe di spostare lo stop ai motori termici più avanti (p.es. al 2040), dando più tempo all’industria per adattarsi. Tuttavia, questo minerebbe la credibilità degli obiettivi climatici dell’UE.
In conclusione, il 10 dicembre non cambierà il destino dell’automotive dall’oggi al domani, ma ci dirà se l’Europa è pronta a ricalibrare la sua bussola per conciliare ecologia ed economia.