Crisi dei chip più lontana: Olanda rinuncia al controllo di Nexperia

Crisi dei chip più lontana: Olanda rinuncia al controllo di Nexperia

L'Olanda rinuncia al controllo di Nexperia: crisi dei chip più lontana. Ecco cosa cambia per l'industria dell'auto e i rapporti con la Cina

 

L'Olanda rinuncia al controllo di Nexperia: crisi dei chip più lontana. Ecco cosa cambia per l'industria dell'auto e i rapporti con la Cina

20 Novembre 2025 - 19:45

La ‘crisi dei chip” vive una tregua improvvisa ma fondamentale per l’economia europea. Il governo dei Paesi Bassi ha annunciato la decisione di sospendere l’ordine amministrativo che, dallo scorso settembre, aveva posto sotto tutela statale Nexperia, il gigante dei semiconduttori con quartier generale a Nimega ma di proprietà cinese. La mossa, che segna un netto cambio di rotta rispetto alla linea dura adottata finora da Amsterdam, allontana lo spettro di una nuova e paralizzante crisi delle catene di approvvigionamento. La decisione arriva dopo settimane di intensi negoziati diplomatici e pressioni fortissime da parte del settore automotive, che rischiava il blocco totale delle linee produttive a causa della ritorsione cinese sulle esportazioni.

OLANDA ‘LIBERA’ NEXPERIA: SOSPIRO DI SOLLIEVO PER L’INDUSTRIA AUTOMOTIVE

La notizia è stata accolta con un’ovazione non solo metaforica dai mercati e, soprattutto, dalle case automobilistiche tedesche e francesi. La situazione era diventata infatti critica: senza i componenti prodotti da Nexperia, le fabbriche erano a “giorni, non settimane” dallo stop forzato. Questo perché a differenza di aziende come Nvidia o TSMC che producono processori ultra-avanzati per l’intelligenza artificiale, Nexperia è leader mondiale nei chip cosiddetti ‘essenziali’: diodi, transistor e MOSFET.

Questi componenti, spesso dal costo di pochi centesimi, costituiscono il ‘sistema nervoso’ delle auto moderne, gestendo tutto, dai finestrini elettrici ai sistemi di frenata. Il tentativo olandese di controllare l’azienda aveva provocato il blocco dell’export dalla Cina (dove avviene l’assemblaggio finale dei chip), lasciando i magazzini europei vuoti. La rinuncia al controllo statale riapre quindi i rubinetti delle forniture, garantendo che la produzione di veicoli per il 2026 possa proseguire senza gli intoppi devastanti già visti nel periodo post-pandemico.

Crisi dei chip Olanda Nexperia

EUROPA STRETTA TRA GEOPOLITICA E PRAGMATISMO

La retromarcia del governo olandese è un esempio da manuale di Realpolitik. A settembre, l’esecutivo aveva invocato una legge della Guerra Fredda (il Goods Availability Act) per esautorare i vertici cinesi di Nexperia, accusando la casa madre Wingtech di voler trasferire tecnologie strategiche fuori dall’Europa. Una mossa piuttosto audace che nelle intenzioni mirava a proteggere la sovranità tecnologica del Vecchio Continente.

Tuttavia, la realtà economica ha avuto la meglio sulla dottrina di sicurezza. La Cina ha dimostrato di avere il coltello dalla parte del manico: possedendo le fabbriche di ‘back-end’ (dove i chip vengono testati e impacchettati), Pechino ha potuto strangolare l’industria europea semplicemente fermando le spedizioni. L’Olanda si è trovata di fronte a una scelta impossibile: mantenere il punto sulla sicurezza rischiando una recessione industriale, o cedere il controllo per salvare l’economia. La sospensione del provvedimento, definita un ‘gesto di buona volontà’ dal ministro dell’Economia, indica che l’Europa ha scelto la seconda via, preferendo la stabilità immediata allo scontro frontale.

COSA APETTARCI PER IL FUTURO

Questa distensione, seppur positiva nell’immediato, non segna la fine delle tensioni euro-cinesi, ma ne ridisegna i confini. L’accordo tacito suggerisce che l’Occidente potrebbe essere disposto a ‘lasciar correre’ sulla tecnologia matura (i chip semplici di Nexperia), concentrando le barriere protezionistiche solo sulla tecnologia di punta (come le macchine EUV di ASML).

Per i consumatori e le imprese, questo significa prezzi più stabili e disponibilità di prodotti nei prossimi mesi. Tuttavia, la vicenda Nexperia rimane un campanello d’allarme: la dipendenza dell’Europa dalla Cina per i passaggi finali della produzione di chip resta un tallone d’Achille che nessuna legge nazionale può, al momento, proteggere completamente. La crisi adesso è più lontana, ma la vulnerabilità strutturale rimane.

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