Seat: mancano “solo” i sedili ma la fabbrica è costretta a fermarsi

Seat: mancano “solo” i sedili ma la fabbrica è costretta a fermarsi Uno sciopero presso la fabbrica che assembla i sedili ha mandato in tilt lo stabilimento spagnolo dove nascono anche le Leon di Polizia e Carabinieri

Uno sciopero presso la fabbrica che assembla i sedili ha mandato in tilt lo stabilimento spagnolo dove nascono anche le Leon di Polizia e Carabinieri

16 Luglio 2015 - 09:07

Lo stabilimento di Martorell è per Seat un simbolo, un po' come Arese o Mirafiori per i marchi italiani. Per questo motivo la notizia di un forzato stop della produzione è stata accolta con qualche preoccupazione, anche se il motivo dell'arresto concerne uno dei fornitori.

FERMATO NELLO SLANCIO – Ricordate l'emigrante del film Bianco, rosso e Verdone? Il suo viaggio verso l'Italia, per partecipare alle elezioni, era così sfortunato che a un certo punto si è ritrovato a viaggiare seduto su una cassetta per la frutta. Nessun costruttore consegnerebbe una vettura da completare con questo “optional” e infatti Martorell, sito nelle vicinanze di Barcellona, ha dovuto sospendere la sua produzione per uno sciopero che ha paralizzato la produzione del suo fornitore di sedili Johnson Controls (leggi i sedili a regolazione automatica di Johnson Controls). L'interruzione della produzione riguarda i modelli Ibiza,  Altea e Leon oltre alla Audi Q3. Un portavoce di Seat ha riferito che il costruttore è stato costretto a interrompere la produzione già mercoledì mattina dato che la fornitura dei sedili si era interrotta in seguito ad uno sciopero nella fabbrica Eurosit di Johnson Controls; questo stop produttivo potrebbe potenzialmente durare fino a martedi prossimo. L'interruzione è capitata in un periodo nel quale la fabbrica di Martorell lavorava ad un buon ritmo, con Seat che era ritornata ai bilanci in nero nei primi tre mesi del 2015, il suo primo trimestre positivo in 7 anni grazie al grande successo della Leon (guarda il video della costruzione delle volanti per la Polizia ed i Carabinieri).

UN 2014 DA INCORNICIARE – Seat aveva anche rinnovato la piccola Ibiza (leggi la prova della 1.0 TSI), potenzialmente in grado di dare un buon contributo anche in virtù delle nuove caratteristiche di connettività e integrazione seamless con gli smartphone, sviluppate con l'aiuto del suo partner commerciale Samsung. Martorell ha una capacità giornaliera di 2.100 veicoli e in questo momento stava costruendo circa 700 Ibiza al giorno. La produzione di questo stabilimento Seat nel 2014 è aumentata del 14% arrivando a 442.677 unità: questo risultato, il più alto dal 2002, è imputabile largamente all'aumento della produzione della Leon per la quale è stato necessario aprire un'altra linea di montaggio. Il portavoce dell'azienda ha riportato come lo sciopero negli stabilimenti Johnson Controls Eurosit non solo condizioni l'attività di 14.000 lavoratori Seat ma sta costringendo anche gli altri fornitori ad un arresto della loro produzione.

IL CONTRATTO CHE NON C'È – Non dobbiamo poi dimenticare come questo stabilimento abbia assemblato, nel 2014, 112.800 Audi Q3, circa la metà della produzione totale di questo SUV; esso viene prodotto anche nello stabilimento di Changchun per il mercato cinese. Un portavoce di Johnson Controls (leggi come i sedili verranno cuciti dai robots) ha confermato come lo sciopero sia iniziato con il primo turno alle 5:45 e andrà avanti fino a lunedì 21; lo staff è in contatto continuo con le rappresentanze sindacali per trovare il modo di far terminare lo sciopero prima di lunedì. La spiegazione è proseguita informando come lo sciopero sia collegato sia alla mancata aggiudicazione di un contratto di fornitura per un nuovo modello sia alle trattative per l'aggiudicazione di nuovo contratto; lo sciopero non coinvolge nessun altro costruttore di auto in Spagna. Il portavoce assicura che la produzione per questo modello andrà avanti fino al 2017 e l'azienda è ovviamente impegnata nell'ottenimento di altre commesse future; un costo del lavoro competitivo sarà comunque un prerequisito per qualsiasi altro accordo. Probabilmente il nodo sta in questo aspetto: i colloqui per nuove commesse potrebbero implicare appesantimenti del lavoro e/o “alleggerimenti” nella busta paga.

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