RCA: il caos del Governo Letta

RCA: il caos del Governo Letta Dopo lo stralcio dell'articolo 8 del decreto Destinazione Italia

Dopo lo stralcio dell'articolo 8 del decreto Destinazione Italia, il Consiglio dei ministri propone un disegno legge identico all'articolo 8

10 Febbraio 2014 - 05:02

Sintetizziamo in due righe la telenovela del decreto Destinazione Italia. A fine dicembre 2013, il Governo Letta emana quella norma, che include un articolo 8 rivoluzionario per la RCA. Fortissime le proteste delle sigle della Carta di Bologna (in particolare di Davide Galli, presidente Federcarrozzieri), perché l'articolo 8 lede i diritti degli assicurati e, “anti concorrenziale nonché anti liberista”, rappresenta un regalo alle Assicurazioni: in caso di incidente, l'automobilista viene indirizzato al carrozziere convenzionato, con grave pregiudizio del futuro dei carrozzieri indipendenti. Arriva anche la clamorosa stroncatura dell'articolo 8 da parte della commissione Giustizia, che reputa sostanzialmente negativo per i consumatori quelle regole. Al che, ecco la sorpresa: lo stralcio dell'articolo 8 dal decreto Destinazione Italia. Storia finita? Macché. Con una mossa che lascia stupefatti, il Consiglio dei ministri propone un disegno di legge che è la fotocopia dell'articolo 8 appena stralciato: il tutto a tempo di record (si legga qui l'intervista esclusiva di SicurAUTO.it a due protagonisti politici).

LA DENUNCIA DEL FATTO – Il Fatto quotidiano cerca di dare una spiegazione alla vicenda: “Evidentemente la facciata presa col decreto Destinazione Italia sul tema delle Rc Auto al Governo non è bastata. Mercoledì l'Esecutivo era stato costretto dalle pressioni della sua stessa maggioranza – renziani in testa, ma non solo – a stralciare l'articolo 8 che si occupava proprio di Assicurazioni”. Dopodiché, “il Consiglio dei ministri ha infilato tutte quelle norme in un disegno di legge ad hoc: probabilità che quel testo venga approvato dal Parlamento poche, ma una chiara cambiale pagata da Enrico Letta alla filiera di Ncd – da Renato Schifani in giù, col pupillo Angelino Alfano nel ruolo di ariete a palazzo Chigi – che sponsorizza le norme care all'Ania, la Confindustria delle Assicurazioni”.

NOMI E COGNOMI – Ed ecco la stoccata del Fatto: “Niente si dice, nel disegno di legge, della concentrazione del mercato nel settore Rc auto, dove tre gruppi – Unipol/Fonsai, Allianz e Generali – si dividono i due terzi del settore. Questo ci porta all'Antitrust, primo nodo dell'asse tra il mondo di Schifani e le Assicurazioni. Presidente, dal 2001, è Giovanni Pitruzzella, già avvocato dell'ex presidente del Senato e consulente del suo studio di avvocato. La relazione Antitrust del febbraio scorso sottolineava, nella parte tecnica, che il problema è proprio ‘un mercato con debole tensione competitiva', in cui ‘le inefficienze vengono trasferite sui premi, con le imprese più efficienti che preferiscono realizzare margini più elevati anziché competere sulla quota di mercato'”. Il Fatto denuncia che il sottosegretario allo Sviluppo Simona Vicari, schifaniana anche lei, si avvale sul tema RC Auto della consulenza del professor Ranieri Razzante, che “secondo il suo curriculum sul sito dell'Associazione italiana internal auditor di mestiere fa pure il ‘consulente di numerose compagnie di assicurazione, banche e intermediari finanziari' attraverso Ies consulting”. E ancora: “Al ministero dello Sviluppo, comunque, possono contare sul valido aiuto tecnico di Gianfrancesco Vecchio: capo della direzione generale che sorveglia il mercato e la concorrenza. Vecchio siede pure in quella fondamentale camera di compensazione che è il comitato per la determinazione dei forfait con cui le Compagnie assicuratrici si risarciscono vicendevolmente dopo aver pagato ognuna il danno al proprio cliente (il cosiddetto risarcimento diretto). Non bastasse, anche le coop che stanno dentro Unipol hanno i loro agganci col lato ex Ds del Pd: basti dire che il ministro che ha firmato il disegno di legge è Flavio Zanonato”.

MANNACIO MOLTO DURO – Anche Stefano Mannacio, numero uno del Cupsit (parocinatori stragiudiziali), e membro della Carta di Bologna (vera vincitrice, finora, che emerge dalla telenovela della RCA) non ci sta: “La riproposizione di un disegno di legge fotocopia del decreto sulla Rc auto a meno di 24 ore dal suo stralcio è grottesca e surreale. Noi monitoreremo con attenzione l'iter del provvedimento quando sarà eventualmente radicato in un ramo del parlamento. Errare è umano, perseverare è diabolico. Se il ministro Zanonato e il sottosegretario Vicari, facendo una pessima figura, non hanno capito la prima volta che l'impianto del decreto era totalmente sbagliato, il gruppo di associazioni che ha promosso la Carta di Bologna si impegnerà a presentare un progetto di legge concorrente sulla base delle proposte contenute nel documento felsineo. È probabile che le nostre proposte siano più sensate e durature del mandato del ministro e del sottosegretario”.

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