Batoste accise: ma il Governo Letta non si vergogna?!

Batoste accise: ma il Governo Letta non si vergogna?! Anche questo Governo si accanisce contro gli automobilisti: altre accise in arrivo

Anche questo Governo si accanisce contro gli automobilisti: altre accise in arrivo

30 Settembre 2013 - 04:09

Il Governo Letta, esattamente come tutti gli Esecutivi che l'hanno preceduto, si accanisce contro gli automobilisti: sono in arrivo altre accise sul carburante. Infatti, il Governo dovrebbe congelare l'Iva dal primo ottobre al 31 dicembre aumentando sia le accise sui carburanti sia gli acconti Ires e Irap di novembre sulle società di capitali. Lo si evince dalla bozza del decreto legge che il ministero dell'Economia ha preparato per il Consiglio dei ministri. Tuttavia, l'attuale crisi di Governo mette in forse il tutto e l'Iva potrebbe aumentare al 22% da un momento all'altro.

QUALI PROVVEDIMENTI – L'obiettivo del Governo Letta è (o meglio era) congelare fino a dicembre l'aliquota Iva oggi pari al 21%, ma questo ha un costo di 1,056 miliardi. Alla voce coperture la bozza prevede che gli acconti Ires e Irap salgano “solo nel 2013” al 103 dal 101% (la relazione tecnica stima 890 milioni di gettito). Invece, le accise su benzine e gasolio salgono di 2 centesimi fino al 31 dicembre 2013, e di 2,5 centesimi dal primo gennaio 2014 al 15 febbraio 2015 (il Tesoro si aspetta di incassare 184,9 milioni quest'anno e 906,6 milioni nel 2014). Il decreto stabilisce inoltre che “entro il 31 dicembre” il governo ridefinisca le aliquote ridotte del 4 e del 10% “nonché gli elenchi dei beni da assoggettare alle medesime in modo tale da assicurare, a decorrere dall'anno 2014, l'invarianza del gettito complessivo”. Inoltre, la bozza riduce il rapporto deficit/Pil del 2013 al 3 dal 3,1% accantonando “le disponibilità di competenza e di cassa relative alle spese rimodulabili del bilancio dello Stato”. Il decreto rifinanzia poi la cassa integrazione in deroga del 2013 con altri 330 milioni e incrementa di 120 milioni il Fondo di solidarietà.

MISURE DISASTROSE – “Provvedimenti disastrosi che, se varati, avranno effetti pesantissimi sulle famiglie. Solo queste due misure determinerebbero, a regime, una stangata pari a 275 euro a famiglia: 66 euro circa per i maggiori costi complessivi legati ai rifornimenti di carburante; 209 euro per l'aumento dell'Iva dal 21 al 22%. Senza contare gli effetti indiretti sui prezzi al dettaglio, considerati arrotondamenti e aumento dei listini dei prodotti trasportati”. Così il Codacons boccia l'aumento delle accise e l'aumento dell'Iva che comunque arriverà a gennaio: opinione condivisibile. “Aumentare l'Iva e le accise sulla benzina, vuol dire impoverire ulteriormente i cittadini, con conseguente calo dei consumi, una ondata di chiusure nel settore del commercio, incremento della disoccupazione e danni immensi per l'economia nazionale”, afferma il presidente del Codacons Carlo Renzi. Lo slittamento dell'aumento dell'imposta al 1 gennaio 2014 verrà coperto quasi interamente con l'aumento degli acconti Ires e Irap in capo alle imprese. Infatti, da quest'ultima misura la relazione tecnica prevede di incassare negli ultimi 3 mesi di quest'anno 890 milioni di euro che andrebbero a coprire il miliardo che verrà a mancare nelle casse dello Stato a seguito dello slittamento dell'aumento dell'Iva dal 21 al 22%. In una fase economica così difficile e di scarsa liquidità, è assurdo chiedere un ulteriore sforzo agli italiani, specie agli automobilisti, già tartassati da anni.

È DA IRRESPONSABILI – “È ormai evidente a tutti che il bancomat dei carburanti si è rotto e sarebbe assolutamente irresponsabile aumentare ancora le accise sui carburanti creando nuove spinte recessive – lo afferma il presidente dell'Unione petrolifera, Alessandro Gilotti -. Comprendiamo le esigenze di bilancio dello Stato, ma l'unica strada è quella di una riduzione della spesa pubblica e non quella, ormai palesemente inefficace, dell'aumento delle accise che avrebbe effetti negativi non solo sui consumatori alle prese con un carico fiscale ormai fuori controllo, ma anche sull'industria della raffinazione da tempo in crisi e l'Erario che nei primi otto mesi dell'anno ha già perso 870 milioni di euro per i minori consumi”. Questo, in effetti, non farebbe altro che allontanarci ancora di più dall'Europa tenuto conto che la differenza di prezzo con gli altri Paesi europei è quasi interamente addebitabile alle tasse, visto che il prezzo industriale è sostanzialmente in linea con la media Ue. E aumentare le accise a cosa serve per poi la gente usa meno l'auto? E poi attenzione, il gettito fiscale potrebbe anche scendere, come appena successo.

FEDERAUTO CRITICA – “La bozza del decreto suona per Federauto come una beffa dopo gli innumerevoli danni subiti dalla filiera ad opera degli ultimi governi. La batosta per l'auto è infatti doppia: l'Iva sarà comunque aumentata a gennaio e, per procrastinare di pochi mesi l'evento, si è pensato tanto per cambiare di aumentare sin da subito le accise sui carburanti. E tutto questo a fronte di una perdita del mercato delle immatricolazioni che ad oggi sfiora il -17% rispetto agli stessi giorni lavorativi di settembre del 2012”. Lo ha detto oggi Filippo Pavan Bernacchi il presidente di Federauto, che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, camion e autobus di tutti i brand commercializzati in Italia. Da gennaio poi aumenterà l'Iva che si applica anche ai carburanti, in un giro vizioso che farà aumentare ancora le merci, con l'effetto di aver distrutto centinaia di migliaia di posti di lavoro e di togliere speranza a chi è in cassa integrazione. “A questo punto – ha concluso il presidente di Federauto – sarebbe stato meglio aumentare l'Iva subito. Avremmo dovuto scontare un solo aumento anziché due. L'effetto sarà sempre il solito: una contrazione dei consumi che costringerà lo Stato a varare nuove tasse finché il sistema non collasserà, non essendo più in grado l'economia privata di mantenere la spesa pubblica”.

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