500 concessionarie chiuse nel 2010-2011

500 concessionarie chiuse nel 2010-2011 Colpa della crisi e della scarsa redditività del business. Da nord a sud nessuno si salva

Colpa della crisi e della scarsa redditività del business. Da nord a sud nessuno si salva, previsti altri 18 mesi di passione

25 Gennaio 2012 - 02:01

Cifre alla mano, nell'annus horribilis dell'auto, sono state determinanti per i bilanci dei concessionari le sempre più frequenti iniezioni di campagne promozionali messe in campo dalle Case costruttrici per fronteggiare la volatilità del mercato. È quanto emerge da un'analisi della società di ricerca Quintegia, presentata ieri in occasione dell'apertura dell'anno automobilistico 2012, “Automotive Open”.

PERSI 525 MANDATI – Su un numero di mandati totale di 3.500, circa 525 sono andati “persi” tra il 2010 e il 2011. Le motivazioni che stanno alla base di questa importante riduzione sono prevalentemente due: razionalizzazione della reti di vendita imposta dalle Case e crisi economica che rende insostenibile il business. Quasi tutti i marchi (salvo rare eccezioni) hanno visto ridimensionarsi il numero di concessionarie nel bienno scorso e anche per i prossimi 18 mesi la situazione appare piuttosto incerta secondo Tommaso Bortomiol, Project Manager di Quintegia (società che osserva la realtà di oltre 1.000 concessionari) e coordinatore delle attività inerenti ai Top50 Dealer. Nemmeno la posizione geografica mette in salvo dalla crisi gli imprenditori dell'auto, “la riduzione dei mandati è omogenea tra nord e sud. Sino a giugno del 2013, momento in cui entreranno in vigore le nuove regole europee, ci attendiamo però un ulteriore assestamento della rete di distribuzione. Attualmente non abbiamo previsioni specifiche perchè i fattori in gioco sono tanti, pertanto solo fra 18 mesi potremo tirare le somme di questa importante rivoluzione”.

MARGINI CHE SPARISCONO – La vendita di auto nuove, secondo il monitoraggio di Quintegia, ha determinato nel 2011 un margine lordo (comprensivo del massimo dei bonus quali-quantitativi previsti) per i 10 principali marchi in termini di quota di mercato del 13,3% (13,6 nel 2010), che però viene quasi completamente eroso dallo sconto al cliente. Di conseguenza, per sostenere le vendite e la redditività, negli ultimi due anni è stato quindi necessario un utilizzo costante delle campagne promozionali delle Case, viste da dealer e acquirenti come un salvagente per rimanere a galla. Alla resa dei conti si tratta di un guadagno ridottissimo che aggrava una fase recessiva mai registrata nella storia dell'automotive e che in diversi casi non permette la sostenibilità del business rendendo incerto il futuro di molti concessionari.

LE CASE SI SALVANO – Per Luca Montagner, responsabile delle attività di ricerca di Quintegia: “Si vende sempre meno e con meno margini, ma se le case automobilistiche hanno la possibilità di investire nei mercati emergenti, per i concessionari italiani – il cui numero nell'ultimo biennio ha fatto registrare una contrazione pari al 15% – la situazione è difficile e sono necessarie nuove riflessioni per programmare un futuro diverso”.

CAMBIARE STRATEGIA – “I concessionari sono alla prova dell'elettrocardiogramma sotto stress – ha detto il presidente di Quintegia, Leonardo Buzzavo – con un -10,9% di auto vendute lo scorso anno, una ridotta capacità di accesso al credito e un costo del denaro che è aumentato. Ma oltre a credere nei loro prodotti stanno giocoforza sperimentando soluzioni innovative per contrastare la tendenza negativa, come la creazione e lo sviluppo di gruppi d'acquisto in comune, l'attività di marketing non convenzionale, gli accordi quadro con i fornitori e soprattutto lo sviluppo di nuove tecnologie, con quasi 6 dealer su 10 che hanno una figura dedicata a internet e un profilo su Facebook. Qui non si tratta – ha concluso Buzzavo – di considerare matura la distribuzione auto, semmai lo sono alcune strategie ormai datate”.

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2 Commenti

Lurker
15:24, 26 Gennaio 2012

“CAMBIARE STRATEGIA”… ce l'ho io la soluzione: aumentare gli stipendi di impiegati ed operai, devi vedere come riprendono le vendite!Con questi stipendi e con il potere d'acquisto costantemente eroso chissà chi si può permettere di cambiare l'auto?!La possono comprare solo coloro che hanno la possibilità di evadere le tasse (che, contrariamente ai lavoratori dipendenti, hanno aumentato le entrate… non lo dico io, ma le ultime statistiche ISTAT)!Io che ho un'auto di 12 anni e 240.000km se avessi si soldi per cambiarla la cambierei, invece qui non si arriva alla fine del mese, e quindi, sperando che nel frettempo non abbia problemi gravi oltre alla normale manutenzione ed usura, la terrò almeno altri 10 anni (tanto è un vecchio diesel aspirato, lento ma indistruttibile)!

ermete
08:58, 27 Gennaio 2012

Un attimo: le auto sono fatte con i robot da circa 30 anni… com'è che i loro prezzi aumentano sempre e per i computer, fatti all ostesso modo, i prezzi scendono?Non è che i governi così racimolano ancora un pò di tasse alla faccia nostra caricandole sulla produzione dell' auto?Tolgano la radica, la pelle e tutti quegli accessori inutili: un auto media con gli optional non deve superare i 15.000 una berlina non i 20.000 le auto di lusso al contrario tartassatele. Suv aboliteli (mi ricordo che questo termine saltò fuori con un modello di volvo tanti anni fa… prima c'erano i fuoristrada.. di nome e di fatto).Le concessionarie devono rispondere a delle norme che sono totalmente disattese nei fatti: il proprietari di queste attività dovrebbero avere la laurea in ingegneria meccanica ed in officina come minimo dei pertiti elettrotecnici e meccanici il tutto poi certificato. Deve finire l'era dei comemrcianti senza scrupoli e dei meccanici improvvisati. Inoltre la regola vista e piacuto deve eseere abolita: se vi sono dei vizi in una auto usata appena acquistata il concessionario dovrebbe essere denunciabile. Forse è per questo che la gente non avendo soldi non vuol farsi più spennare? ciao

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