Stop alle auto benzina e diesel dal 2040, l'Italia si prepara al divieto

Stop alle auto benzina e diesel dal 2040, l'Italia si prepara al divieto Le Commissioni Ambiente e Lavori Pubblici: l'Italia potrebbe bandire la vendita di veicoli a combustione da 2040. Misure per la mobilità verde

Le Commissioni Ambiente e Lavori Pubblici: l'Italia potrebbe bandire la vendita di veicoli a combustione da 2040. Misure per la mobilità verde

3 Agosto 2017 - 06:08

I motori a scoppio hanno forse iniziato una parabola discendente, per lo meno nei paesi “sviluppati”? È presto per dare risposte definitive ma gli indizi in tal senso si susseguono. I motori a combustione sono accusati di generare gas serra e emissioni pericolose come gli NOx che, una volta appannaggio dei diesel, sono prodotti anche dai motori a benzina ad iniezione diretta. I veicoli che li usano sono costretti ad adottare complicati sistemi di trattamento dei gas di scarico (leggi come funziona il sistema SCR per abbattere gli ossidi d'Azoto) e intere città e regioni europee hanno in programma di vietarli. Anche le commissioni del Senato votano in questo senso e chiedono al Governo di valutare lo stop alle vendite dal 2040.

MISURE CONTRO E A FAVORE La notizia è forte ed è arrivata ieri: l'Agenzia ANSA ha infatti reso noto che la Commissione Ambiente e la Commissione Lavori Pubblici del Senato hanno approvato senza voti contrari una risoluzione che impegna il Governo a valutare l'introduzione del divieto di commercializzare moto e autoveicoli a combustibili fossili già dal 2040 (leggi che la Norvegia vuole vietarli già dal 2025). Si parla quindi di un divieto alle vendite, con il circolante che non dovrebbe subire misure drastiche. Le indicazioni delle Commissioni includono anche misure più prossime e meno rivoluzionarie, come un invito al Governo perché adotti politiche più incisive per la mobilità sostenibile già a partire dalla Legge di bilancio 2018. Tra queste l'introduzione del bollo progressivo in funzione all'inquinamento dei veicoli, tariffe di parcheggio differenziate e una massiccia spinta al trasporto pubblico locale (sapevi che l'anno scorso erano stati stanziati 1,5 miliardi per i trasporti pubblici?), ai veicoli elettrici, alle piste ciclabili.

PENDOLARI IN AUTO Per certi versi il trasporto pubblico in Italia, se non è all'anno zero, dimostra un'età piuttosto giovane e acerba. L'unica città che si può considerare dotata di una metropolitana all'altezza è Milano; la Capitale e altre popolose città come Napoli, Bari e Palermo hanno reti palesemente insufficienti.

Questa inadeguatezza si è riflessa nelle scelte dei cittadini. I senatori Stefano Vaccari e Laura Cantini, estensori della risoluzione, fanno infatti notare che “in Italia l'uso del mezzo privato aumenta e nel 2016 sono cresciuti di 2 milioni i pendolari che si spostano in automobile (anche se i pedaggi autostradali sono aumentati fino al 7% alcune tratte mantengono lo sconto per i pendolari). I punti salienti della risoluzione sono la penalizzazione dei trasporti, pubblici e privati, alimentati con fonti fossili, per spingere sulle energie alternative. La chiave è anche potenziare il Trasporto pubblico locale (Tpl), attraverso un aumento progressivo delle risorse già previste fino al 2033, per abbassare l'età media dei bus a 7 anni, la media Ue, e prevedere che le aziende debbano acquistare almeno il 50% di bus nuovi a combustibili alternativi”.

DETRAZIONI E BONUS I dubbi rimangono: anche se i nuovi bus inquineranno ( e si guasteranno) meno, nulla cambierà nell'efficienza del Tpl, a meno che non si predispongano molte nuove corsie preferenziali e percorsi protetti. Nel caotico traffico delle nostre città la loro velocità commerciale è infatti attualmente paragonabile a quella di una bicicletta non elettrica (il traffico costa miliardi anche agli automobilisti). La proposta dei 2 senatori, sempre per il 2018, prevede anche la detrazione fiscale del costo dell'abbonamento per il Tpl, il prolungamento 31 dicembre 2018 il superammortamento al 140% degli investimenti anche sui veicoli a basse emissioni.

Occorre inoltre, a loro avviso, estendere il bonus fiscale del 65% anche all'acquisto di veicoli a basse emissioni. Nessuno può dire quale sarà la composizione del parco italiano fra 23 anni ma è lecito pensare che sia mediamente più pulito di quello odierno dato che non soltanto ci sarà una superiore incidenza di veicoli le auto elettrici e ibridi ma saranno sparite anche le pestilenziali Euro 0, 1 e 2 ancora così diffuse nelle nostre strade. Lo straziante addio agli “scoppi” potrebbe quindi essere non così doloroso.

Sicurauto Whatsapp Channel
Resta sempre aggiornato su tutte le novità automotive e aftermarket

Iscriviti gratis al nostro canale whatsapp cliccando qui o inquadrando il QR Code

Commenta con la tua opinione

X