SicurAUTO.it vi racconta come si è comportata la piccola cittadina francese nella versione speciale che celebra i 20 anni dal lancio
La Renault Twingo prima serie, presentata nel 1993, è stata tra le auto più innovative di quegli anni: una monovolume così piccola ma spaziosa dentro, dalla linea simpatica e inconfondibile e con gli interni dal design quasi giocattolesco, non s’era mai vista. La piccola francese ebbe un meritato, notevole successo commerciale durato ben 14 anni. La seconda serie, lanciata nel 2007, dalla linea completamente diversa, non più monovolume e molto meno personale, scontrandosi con una concorrenza più agguerrita nel segmento citycar, non è stata in grado di ripetere l’exploit della primogenita, pur avendo indubbie qualità. Il recente facelift appare giustificato e ben riuscito soprattutto nel frontale che rappresenta peraltro il più recente orientamento stilistico della Casa francese, voluto da Laurens van den Acker, nuovo responsabile del design. Proposta con motore 1.2 benzina da 75 CV e 107 Nm di coppia massima oppure 1.5 Diesel 75 CV e 180 Nm, negli allestimenti Wave, Anniversary e Live e in più l’entry level 1.2 Night&Day offerta a 7.750 Euro chiavi in mano. Le altre versioni partono da 9.950 euro della 1.2 Wave per arrivare a 13.350 della 1.5 dCi Live. Numerosi gli optional a pagamento tra cui la vernice metallizzata, i cerchi in lega, Esp, navigatore, tetto apribile. L’esemplare della nostra prova è una 1.2 20th Anniversary colore Purple metallizzato (300 €) e cerchi in lega (350 €), con autoradio/cd, clima, bluetooth e controllo di velocità di serie, il tutto a 11.450 Euro.
ESTERNI – Come già accennato, il restyling della Twingo convince specie nel frontale in cui sono stati ben inseriti i proiettori principali e le nuove luci fendinebbia circolari. Modificati anche i fari posteriori ora sdoppiati ed in parte inseriti nel portellone. Meno riusciti esteticamente, a nostro avviso, i cerchi in lega da 15” con la parte interna in tinta con la carrozzeria. Accettabile la cura nell’assemblaggio dei vari pannelli di carrozzeria e buona la verniciatura con spessori misurati di 95-120 micron. Poco pratiche e di aspetto economico le piccole leve esterne in plastica di apertura sportelli.
INTERNI – Il design dell’abitacolo della Twingo è abbastanza originale e moderno. La strumentazione, molto essenziale, è al centro della plancia: l’unico strumento circolare comprende il tachimetro digitale con le cifre molto grandi, le indicazioni per il computer di bordo e l’indicatore livello carburante. Assente lo strumento della temperatura liquido di raffreddamento: ci si deve accontentare della sola spia. A destra del tachimetro troviamo il display autoradio-CD e la serie di spie. Più in basso sono ben visibili l’interruttore luci di emergenza e di blocco porte. Le manopole di comando della climatizzazione sono di tipo economico così come il comando ricircolo aria a cursore. Buona la funzionalità della radio/CD con 4 altoparlanti e prese Aux e USB ricavate sul frontalino. La plancia è in materiale rigido rugoso di aspetto gradevole cosi come i pannelli interni degli sportelli con piccoli inserti in tessuto. Le cornici delle bocchette di ventilazione laterali sono in tinta con la carrozzeria. Il sedile di guida, regolabile anche in altezza, è comodo e ben sagomato, mentre il volante è regolabile solo in altezza. Tipicamente francese il comodo pulsante del clacson ricavato in cima al devioluci. Risultano invece poco pratiche le levette in plastica per abbassare gli schienali dei sedili anteriori. I passeggeri più alti hanno qualche difficoltà a trovare una corretta posizione sul sedile anteriore destro. Lo spazio per i passeggeri posteriori, invece, risulta insolitamente ampio per una citycar, grazie ai sedili regolabili separatamente in senso longitudinale fino ad un massimo di 22 cm. Per contro, l’accesso ai posti posteriori non è dei più agevoli ma questo è un neo fisiologico nelle citycar a 2 porte. Con i sedili posteriori arretrati al massimo, occhio a non farsi male (specie le donne) urtando con i piedi le relative guide metalliche sporgenti. Lo spazio per i bagagli non è abbondante, come ovvio, ma superiore a certe concorrenti dirette: 230 litri che diventano 951 abbattendo gli schienali posteriori.
IN OFFICINA – L’interno del cofano motore è privo di pannello fonoassorbente. Nella traversa batticofano si può rilevare una evidente scarsità di vernice. Il controllo dei livelli e gli eventuali rabbocchi sono molto agevoli, con un lieve appunto per l’astina livello olio motore in plastica, dura da estrarre dalla propria sede. Il 4 cilindri a benzina è un bialbero a camme in testa 4 valvole per cilindro a corsa lunga (alesaggio x corsa 69 x 76,8 mm), iniezione multipoint. Interessante la soluzione dei bilancieri sdoppiati (ogni bilanciere comanda due valvole) e dotati di rullino di contatto con la camma. Le lampade dei fari abbaglianti/anabbaglianti si sostituiscono facilmente, mentre per quelle delle luci antinebbia, di posizione anteriori e per le posteriori è preferibile rivolgersi in officina. I fusibili sono alloggiati in un vano accessibile staccando uno sportellino a pressione posto nella parte inferiore della plancia a sinistra del volante. Le sospensioni sono del tipo Mc Pherson con barra stabilizzatrice all’anteriore ed a ruote interconnesse con ponte torcente al posteriore. La Twingo è lunga 3,68 m, larga 1,65, alta 1,47, pesa a vuoto 919-1055 Kg a secondo delle versioni. Migliorabili la modesta veste tipografica ed i contenuti del manuale uso e manutenzione, soprattutto se confrontati con quelli delle Renault degli anni ’90.
SU STRADA – Il 4 cilindri 1.2 benzina, a dispetto dei 75 CV, non è un fulmine dai bassi regimi a causa della modesta coppia massima (107 Nm) ad un regime abbastanza elevato (4250 g/min). Tuttavia il propulsore è abbastanza elastico e l’erogazione regolare. Discreta l’insonorizzazione dell’abitacolo ai regimi medio-bassi; da 100 km/h si avverte di più il motore e qualche sibilo d’aria. Assenti invece i rumorini di plastiche interne su sconnesso. Ottimo il cambio, un 5 marce manuale dagli innesti precisi e poco contrastati. La 5^ lunga è ideale per ridurre i consumi in autostrada. Ancora percepibile, dopo molti anni dalla Clio 1^e 2^ serie, la tipica oscillazione della leva cambio in tiro-rilascio veloce. Soddisfacente la modulabilità della frizione con uno sforzo al pedale nella norma. Buona la tenuta di strada con un leggero sottosterzo del tutto accettabile, allineata alla media della categoria la capacità di assorbimento delle sospensioni. Solo le asperità stradali più sensibili mettono in difficoltà il retrotreno a ruote interconnesse che risponde seccamente. La vettura in prova dispone di pneumatici 185/55 R15. Lo sterzo è molto leggero (servosterzo elettrico) e diretto ma non brilla in precisione. Insolito il diametro del volante, superiore agli standard attuali per le citycar. I freni sono adeguati al tipo di vettura: buone la capacità di decelerazione e la modulabilità, nonostante la corsa iniziale del pedale con poco mordente, comunque facilmente gestibile dopo le prime frenate. Nel corso della prova abbiamo riscontrato consumi eccellenti (climatizzatore escluso), degni di una piccola diesel: 5,4 l/100 km (18,5 Km/litro) nei percorsi extraurbani, 6,8 l/100 Km in quelli urbani. I valori di consumo dichiarati dalla Casa sono 6,7 l/100 Km nel ciclo urbano e 4,2 l/100 Km nell’extraurbano. Emissioni di CO2 119 g/km. La capacità del serbatoio è di 40 litri.
SICUREZZA – La Twingo dispone di serie di 2 airbag frontali (quello del passeggero è disattivabile) e 2 laterali zona torace. Presenti gli attacchi Isofix. Nel crash test Euro NCAP (vecchio protocollo) ha ottenuto 4 stelle. Di serie ABS con ripartitore di frenata EBV e assistenza alla frenata di emergenza, ESP a richiesta: avremmo preferito trovarlo di serie. In conclusione, La Renault Twingo è, a nostro parere, una delle più appetibili citycar sul mercato, soprattutto per gli utenti che privilegiano nella scelta, i ridotti consumi, una buona abitabilità e una guidabilità alla portata di tutti.
SicurAUTO.it ringrazia l’officina Toppi Claudio di Roma per la cortese collaborazione