Pneumatici vecchi: un test ne dimostra la pericolosità

Pneumatici vecchi: un test ne dimostra la pericolosità Un interessante test del TCS mette in evidenza come gli pneumatici vecchi costituiscano un pericolo per la sicurezza stradale

Un interessante test del TCS mette in evidenza come gli pneumatici vecchi costituiscano un pericolo per la sicurezza stradale, a prescindere dalla loro usura.

23 Marzo 2011 - 11:03

Finalmente un test interessante e che in tanti avremmo voluto vedere, il Touring Club Svizzero (TCS) ha esaminato e testato attentamente vecchi pneumatici estivi – da 2 a 14 anni d’età – con ancora un battistrada sufficiente (5mm). Sono stati presi in esame aspetti rilevanti per la sicurezza stradale: frenata su fondo asciutto e bagnato, percorrenza di un circuito bagnato, test handling. Risultato? Già dopo cinque anni le gomme denotano gravi carenze nelle manovre su fondo bagnato, mentre gli pneumatici di oltre dieci anni sono assolutamente un pericolo.

6 METRI IN PIU’ – Il test dimostra che l’età di uno pneumatico è un fattore decisivo per la sicurezza. Col passare degli anni, le gomme non garantiscono più le medesime prestazioni rispetto ai più recenti modelli. Ad una velocità di 80 Km/h, per esempio, lo spazio di frenata su fondo stradale bagnato di uno pneumatico di cinque anni si allunga di 6 metri rispetto ad uno nuovo (nonostante la presenza dell’ABS). Il che significa che la prima macchina, equipaggiata con un treno di gomme vecchio di 5 anni, ha una velocità residua di 30 km/h quando l’altra, con pneumatici nuovi, è già completamente ferma. Viaggiando sul bagnato (circuito bagnato e handling sul bagnato), l’aderenza peggiora sensibilmente e ciò benché le gomme dispongano di un battistrada sufficiente, ossia ancora circa 5mm di profilo, superiore di 3,4mm al minimo legale fissato a 1,6mm. Figuriamoci, quindi, come si comporterebbero pneumatici con un battistrada ancora più basso. Ciò denota come l’attuale limite legale sia assolutamente ridicolo, e pertanto urge che qualcuno si prenda la responsabilità di alzarlo.

OCCHIO AL DOT – Durante l’invecchiamento, la gomma subisce un processo di ossidazione dovuto all’ossigeno e all’ozono, fenomeno in grado di provocare delle crepe. Per questo motivo, non si dovrebbero acquistare gomme con data di fabbricazione superiore ai due anni. Almeno questo è quanto consiglia il TCS, contrariamente a quanto ci hanno detto qualche tempo fa gli esperti di Assogomma durante i test a Cervinia (guarda lo speciale sulle gomme invernali) sostenendo che uno pneumatico, se ben conservato, non ha una “data di scadenza” o meglio non perde le sue caratteristiche di sicurezza. In realtà questa dichiarazione ci aveva lasciati un po’ perplessi e adesso questo test sembra darci ragione. Per scoprire la data di produzione di una gomma basta leggere il numero DOT, indicato sulla parte laterale dello pneumatico (scopri dove si trova e come leggerlo). Circa lo stoccaggio, bisogna tener conto di quanto segue: le gomme andrebbero conservate in un luogo fresco, oscuro, asciutto, senza ozono e chiazze di olio. In caso contrario, il processo di invecchiamento dello pneumatico può accelerare. In generale, le gomme montate sui cerchioni vanno conservate orizzontalmente oppure appese, mentre per gli pneumatici senza cerchioni è preferibile la posizione verticale. Ma chi ci dice che il nostro gommista segua scrupolosamente queste indicazioni? Ve lo siete mai chiesto?

Leggi anche: Il Touring Club Svizzero prova 30 pneumatici estivi nel 2011

La tabella dei risultati dei test TCS

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1 Commento

Antonio
09:53, 24 Marzo 2011

Bell'articolo! Però non si specifica se gli pneumatici testati siano di tipo “tradizionale” o a mescola silicica.Personalmente sono anni che utilizzo esclusivamente quelli con silice, e posso affermare che le loro prestazioni sono nettamente superiori.Per quanto riguarda il limite di 1,6 mm di battistrada: beh, li ho sempre sostituiti quando ne avevo ancora 3, e già con questa quantità, in caso di pozzanghere, l'auto va ben tenuta! Con 1,6 si vola.

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