Ecco come nasce la Bentley Bentayga, il SUV di lusso Volkwagen

Ecco come nasce la Bentley Bentayga, il SUV di lusso Volkwagen Cosa si nasconde sotto la pelle di un SUV di Lusso? Volkswagen ci accompagna dietro le quinte delle tecnologie che rendono sicura la Bentley Bentayga

Cosa si nasconde sotto la pelle di un SUV di Lusso? Volkswagen ci accompagna dietro le quinte delle tecnologie che rendono sicura la Bentley Bentayga

19 Dicembre 2016 - 06:12

Si fa presto a dire SUV: la categoria comprende infatti quelli compatti lunghi meno di 4 metri (volendo inserire nella categoria la Panda Cross), quelli medi e anche i più grandi. Esiste poi la rarefatta specie di quelli Premium per arrivare poi all'Olimpo dei Luxury, automobili alla portata di pochi fortunati e per i quali riparare un graffio alla carrozzeria può costare un mese di stipendio, di un quadro più che di un impiegato. Parlando di Luxury non si può non pensare a Bentley e alla sua fantastica Bentayga, un'auto da sogno che potrebbe avere presto una sorelle più piccola. Volkswagen, proprietaria del marchio, ha svelato molti dei retroscena della costruzione e progettazione di questo SUV così particolare.

COMPLICAZIONE ESTREMA Le lamiere perfettamente levigate e scrupolosamente verniciate di questo SUV da circa 220 mila euro (almeno) nascondono dotazioni e sistemi molto sofisticati che estendono anche alla meccanica dell'auto la “ricchezza” evocata dal Marchio e ostentata all'esterno. In una Bentley Bentayga ci sono più di 90 unità di controllo elettronico che, del resto, hanno il loro daffare per gestire un motore biturbo con 12 cilindri a W (l'avevamo incontrato anche nella Audi A8 L security), 600 CV e 900 Nm di coppia, sospensioni pneumatiche, sistemi anti-rollio, trasmissione automatica e decine di altri congegni necessari al comfort e al funzionamento della vettura.

Nel servizio di Autocar si possono vedere molti particolari interessanti e notare anche come, nonostante l'automobile sia tutt'altro che compatta (è lunga e larga 5,14 e 2 metri rispettivamente mentre l'altezza arriva a 1,74 metri), ogni più piccola fessura e anfratto sia stato sfruttato per alloggiare componenti, cablaggi e condotti.

RIUNIONI ESAGERATE La rifinitura della progettazione della Bentayga ha richiesto decine di riunioni che in Bentley si tengono tradizionalmente ogni mercoledì pomeriggio e che vengono chiamate forum, un latinismo che non stona con la disposizione ad anfiteatro delle poltrone. Più moderno è il maxischermo quadrato (28 metri di lato) da 8,8 megapixel nel quale vengono proiettate immagini in scala gigante di ogni particolare.

Consuma 10 kW e le sue visualizzazioni “pesano” circa 3 GB ma visualizza il fanale di un'auto alto come un uomo. Il design manager Crispin Marshfield spiega che il processo di progettazione dura circa 48 mesi e “inizia con semplici schizzi in piena libertà”, che diventano progressivamente sempre più precisi. Successivamente “selezioniamo due o tre modelli per creare i dati 3D e la modellazione in creta. Il questi dati servono per creare un modello in creta di dimensioni reali che viene successivamente raffinato, un processo che dura 2 anni e che porta a tre modelli full-size”. Una volta che uno dei 3 è stato approvato viene condiviso con l'ingegneria e a questo punto inizia il lavoro più duro: Marshfield continua dicendo che “Il mio ruolo è quello di 'proteggere' il design. Facciamo scansioni delle superfici che si traducono in un modello dettagliato in un processo che dura circa un anno e che produce le dimensioni definitive della vettura”. Ci sono voluti 22 mesi per arrivare ad un'accurata rappresentazione a grandezza naturale della Bentayga, una sorta di “master” fisico creato da un modello virtuale che viene continuamente aggiornato.

SFIDE DI DESIGN Quando si progetta un'auto del genere nulla viene lasciato al caso e ogni particolare viene studiato meticolosamente. La griglia di ventilazione anteriore, per esempio, non è stata per nulla banale da disegnare: oltre a far passare una quantità d'aria sufficiente essa deve rispettare il regolamento R 127 per la protezione di gambe e testa dei pedoni, siano essi adulti o bambini.

Le zone di assorbimento d'energia devono essere rispettate, definendo le aree critiche d'impatto e verificando che esse non siano eccessivamente rigide: questa ricerca può influire anche sul layout del powertrain. A questo punto rientra in gioco il maxi schermo citato in precedenza: gli ingegneri possono vedere sotto la “pelle” dell'auto e valutare, per esempio, una presa d'aria e lo spazio che la circonda, in modo da capire se la sua presenza possa limitare la deformazione della griglia rendendo eccessive le sollecitazioni sulle gambe di un pedone. Anche il binario superiore del tetto e le zone circostanti sono per nulla banali: anche se in teoria contengono soltanto gli airbag a tendina (leggi come sono fatti i window bag) in pratica quelli della Bentayga sono ben complicati e affollati.

Non solo essi devono riuscire a sopportare le circa 2,5 tonnellate dell'auto in caso di ribaltamento ma accolgono anche tutta una serie di guarnizioni e elementi di tenuta, contro polvere, aria e acqua, necessari anche per impedire ogni rumorosità dal tetto apribile in cristallo. In questa zona si possono creare anche fastidiosi rumori aerodinamici, ancor più in agguato in un SUV così ingombrante. Esiste un “team di verifica delle interferenze” che ha il compito di affrontare ogni potenziale sorgente di rumore. “Conoscendo la rigidità delle parti confinanti e la forma delle loro interfacce è possibile predire il rischio che da l' possa generarsi un rumore fastidioso”, spiega Jonathan Layfield, capo della 'fisica' del veicolo.

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