
Dopo aver ritirato la domanda di certificazione all'EPA, nuove nubi si addensano attorno alla Passat 2016 diesel costruita a Chattanooga (USA)
Altri capitoli si scrivono nel grande libro del DieselGate, un romanzo che pone pesanti interrogativi non soltanto su Volkswagen ma sull'intera industria automobilistica. Oggi parliamo del “congelamento” deciso da VW riguardo la Passat diesel model year 2016, la cui produzione in un suo stabilimento americano è stata sospesa; la notizia non finisce però qui!
NESSUN PROBLEMA, O QUASI – Se il diavolo si annida nei particolari, allora quel “quasi” può offrire una comoda accoglienza… L'informazione che sta scatenando le ipotesi più varie, tutte collegate al DieselGate, è la comunicazione che Volkswagen of America ha interrotto la produzione, nel suo stabilimento di Chattanooga, Tennessee, delle Passat 2016 con motorizzazione diesel. Dato che la vettura doveva essere venduta già a fine novembre o dagli inizi di dicembre, l'impianto era in fase di production ramp-up, ossia stava lavorando per fare la produzione destinata alle vendite. Scott Wilson, portavoce di VW per lo stabilimento di Chattanooga, ha detto in una e-mail che: “Dato che siamo nella fase di ramp-up, non è un problema adeguare il mix di produzione per tener conto di questo cambiamento”. Questo tranquillizzante comunicato non ha fugato i dubbi, tanto più che si è saputo che Volkswagen of America ha addirittura ritirato la domanda di certificazione inoltrata all'EPA, dimostrando così l'incertezza che ancora avvolge le sorti del Gruppo di Wolfsburg.
INFORMAZIONI LACUNOSE – VW in realtà non ha fornito informazioni dettagliate sul volume della produzione e del mix dei veicoli assemblati nello stabilimento del Tennessee. L'Azienda ha continuato a costruire Passat diesel a Chattanooga anche dopo quel fatidico 18 settembre nel quale l'EPA – annunciando che il motore 2.0 litri diesel di Volkswagen conteneva il software defeat device” – dava l'avvio a quel Dieselgate che ha esposto VW al rischio di una megamulta e, addirittura, ad un richiamo così costoso che potrebbe cancellare il marchio. Pochi giorni dopo le vendite dei modelli 2016 sono state bloccate e VW ha ritirato il 7 ottobre la sua domanda di certificazione EPA per i modelli con il TDI da 2.0 litri. L'azienda ha continuato a produrre le Passat, pur senza venderle, perché aspettava l'aggiornamento che doveva risolvere il problema, un fix che in realtà non è ancora arrivato. Questa lentezza, sintomo di una soluzione non facile, ha già fatto “spazientire” la KBA (la motorizzazione tedesca) che ha imposto il richiamo per velocizzare la soluzione del problema (ne diamo notizia nel post dedicato al DieselGate che non risparmia Lamborghini). Le Passat Diesel rappresentano circa il 29% per cento delle vendite negli USA e il refresh del modello è stato deciso per cercare di aumentarne la penetrazione in uno dei segmenti più competitivi nel mercato statunitense.
PREOCCUPAZIONI PER L'ECONOMIA – Il prezzo base della Passat model year 2016 è di 22.440 dollari: un livello comparabile a quello del modello 2015 ma che incorpora dotazioni in più per un valore di 1.315 dollari. Dopo questo stop gli analisti pensano che l'impianto di Chattanooga potrebbe riposizionare la produzione verso le Passat a benzina. Wilson ha inoltre detto che il programma di espansione dell'impianto continua come previsto: nei piani di VW c'è infatti un nuovo crossover medio la cui entrata in produzione è prevista per la fine del 2016 e per il quale sono stati stanziati 600 milioni di dollari. Questo clima sta creando timori per le eventuali ricadute di difficoltà dell'impianto, al punto che il governatore del Tennessee, Bill Haslam, ha espresso le sue preoccupazioni riguardo la situazione, invitando Volkswagen a fugare rapidamente le incertezze dei consumatori nate dallo scandalo dei test di misura delle emissioni truccati. Il senatore Bo Watson ha inoltre organizzato un incontro tra gli amministratori del Tennessee e i funzionari VW del Chattanooga Plant, nel corso del quale ha chiesto rassicurazioni riguardo gli investimenti che lo Stato ha fatto. Christian Koch, CEO di Volkswagen Chattanooga, ha rassicurato tutti, affermando come lo stabilimento sia un pilastro della strategia di VW nel Nord America e che gli investimenti previsti non sono stati toccati. Le preoccupazioni sono comunque giustificate, dato che VW ha dichiarato di avere 12 miliardi di autonomia prima di dover ricorrere a tagli, anche negli investimenti.