Sciopero generale dei taxi a Roma: il 18 marzo protestano contro Uber

Sciopero generale dei taxi a Roma: il 18 marzo protestano contro Uber Si prevedono disagi in molte regioni per la manifestazioni dei Taxi contro le modifiche alla legge 21/92. Attesi a Roma 10 mila tassisti in sciopero

Si prevedono disagi in molte regioni per la manifestazioni dei Taxi contro le modifiche alla legge 21/92. Attesi a Roma 10 mila tassisti in sciopero

8 Marzo 2016 - 10:03

Il prossimo 18 marzo sarà una giornata complicata per chi vorrà muoversi sul territorio nazionale e soprattutto in alcune grandi città, come Roma, Milano, Torino, Napoli ecc. Si tratta di sciopero generale, ma non solo, perché ad infervorarsi saranno nuovamente i tassisti contro Uber. Vi anticipiamo quello che si sa, ad oggi, sull'organizzazione della mobilitazione della categoria per il prossimo venerdì.

TEMPI BUI – Venerdì 18 marzo sarà una giornata nera per i trasporti a livello nazionale; sono stati già annunciati gli scioperi del personale delle ferrovie, delle autostrade e del trasporto pubblico locale. Quale giorno migliore del 18 per accomunare anche la protesta, l'ennesima, dei tassisti contro Uber? A quanto pare non ce ne è, tanto che i sindacati nazionali hanno proclamato lo sciopero generale della categoria con una manifestazione nazionale a Roma, nella quale sono attesi più di 10.000 autisti da molte città italiane (in tutto sono circa 50.000). Quello che si sa, è che il corteo partirà da Circo Massimo e raggiungerà piazza Venezia, passando dal Colosseo e dai Fori Imperiali. In sostanza, toccherà alcuni dei più importanti punti principali del centro capitolino. La protesta dei tassisti contro Uber (leggi qui l'ultima “beffa” subita da un'autista italiano di UberPop) è forte in tutto il mondo, molte capitali europee sono state protagoniste di manifestazioni più o meno “invadenti” da un punto di vista della mobilità urbana. A Londra otre 8.000 Black Cab hanno paralizzato Whitehall, una delle arterie principali della capitale britannica, mentre a Parigi 1.500 vetture hanno bloccato gli accessi agli aeroporti di Charles De Gaulle e Orly.

LA VOCE DELLA PROTESTA – “Protestiamo contro la deregolamentazione del settore, che favorirebbe oligopoli e multinazionali a discapito del servizio pubblico. Diciamo no agli emendamenti alla legge 21/92, in discussione in commissione al Senato” (leggi qui cosa si sta studiando per regolarizzare la concorrenza), hanno spiegato i sindacati. Le associazioni di categoria chiedono il mantenimento delle figure professionali del tassista e del noleggiatore con conducente, senza introduzione di categorie terze e di autisti non professionisti. Federtaxi ha così alzato la voce: “le tecnologie nel settore del trasporto pubblico locale non di linea non devono costituire mezzo per l'elusione o la violazione da parte dei singoli operatori, delle disposizioni di legge cogenti”. Ha proseguito così la “voce della protesta”: “sollecitiamo la costituzione di un tavolo tecnico di lavoro permanente presso il ministero dei Trasporti per monitorare le criticità del settore formato da Governo, Regioni, Anci e Associazioni di Categoria”.

LA REPLICA – Rispettando “il suono delle due campane”, si riporta l'intervento di replica del senatore Salvatore Tomaselli, relatore del disegno di legge Concorrenza: “è un processo alle intenzioni, il governo e i relatori non si sono ancora pronunciati. E su Uber non è comunque previsto alcun intervento. Gli emendamenti fanno parte della libera e autonoma iniziativa dei parlamentari che non può essere messa in discussione né con scioperi preventivi né con accusa infondate. Appena il tema sarà maturo presenteremo le nostre proposte che sono frutto del confronto anche con le associazioni dei rappresentanti dei tassisti. Nessuno vuole deregolamentare o depauperare il settore, il servizio pubblico fornito dai tassisti è fondamentale. Altra cosa è modernizzare l'intero settore del trasporto pubblico non di linea con l'obiettivo di creare un mercato più efficiente e migliori servizi per i consumatori. Gli scioperi preventivi non fanno giustizia delle ragioni dei tassisti che sono ben presenti al governo”.

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