NO agli incentivi di Stato per le auto elettriche
Bruno Pellegrini, l'esperto di SicurAUTO.it, si schiera contro gli incentivi di Stato alle auto elettriche. Ecco le sue motivazioni.
Bruno Pellegrini, collaboratore storico di SicurAUTO.it, si schiera contro gli incentivi di Stato alle auto elettriche. Ecco le sue motivazioni che non per forza corrispondono a quelle della redazione. Tuttavia ci sembra giusto dare una visione a 360° del fenomeno auto elettrica.
Alcune Case automobilistiche coinvolte, per libera scelta, nella realizzazione e produzione di auto elettriche, ben spalleggiate dall'esercito di ecologisti/ambientalisti di facciata, dopo i trionfalistici proclami inneggianti alle emissioni zero ed al sicuro successo di vendite, invocano ora incentivi di Stato di vario genere ed agevolazioni fiscali per favorire la vendita delle loro macchinette a pile.
MAGAZZINI PIENI? – Infatti, costoro si stanno rendendo conto che forse hanno sbagliato i conti, ubriacati dai lauti finanziamenti già accordati dai vari governi per far fronte alla crisi, e in condizioni di libero mercato non drogato da odiose imposizioni legislative, temono di trovarsi sul groppone diverse migliaia di auto elettriche invendute (i primi segnali preoccupanti vengono dagli USA). Francamente il problema mi lascia del tutto indifferente, dando per scontato che un prodotto non appetibile e concorrenziale sia destinato a fallire; anzi spero sia una buona occasione affinché qualche mega-manager sopravvalutato e superpagato, sia costretto a lasciare la sua amata poltrona.
LIMITI INSUPERABILI? – Che la vettura elettrica, allo stato dell'arte, non possa essere considerata una valida alternativa alle nostre esigenze di mobilità, è ampiamente dimostrato dai grossi limiti oggettivi che l'uso della stessa comporterebbe. Però sono verità scomode, da nascondere, tacere o edulcorare sapientemente, anche con la complicità di certi media che spesso scrivono e dicono ciò che vuole il potente. In verità qualche voce fuori dal coro esiste: ad esempio i grandi capi del Gruppo Fiat mesi or sono, nel corso di alcune interviste, hanno dichiarato di non credere nell'auto elettrica, almeno a breve o medio termine, definendola, allo stato attuale, più o meno quasi un giocattolo. Finalmente qualcuno con i piedi per terra.
PERCHE NON DECOLLA – A questo punto giova ricordare quali sono i motivi reali ed incontestabili che scoraggiano l'automobilista medio (non il Paperone di turno che già possiede 10 auto supercostose a benzina e vuole anche quella elettrica per giocare dentro la sua tenuta) dall'acquistare un'auto elettrica:
- Prezzo d'acquisto elevatissimo, soprattutto in rapporto al servizio reso ed alle normali vetture con motore termico
- Autonomia breve e penalizzante (ma su questo si sta lavorando con le nuove batterie), in qualche caso ridicola se confrontata con quella garantita da una qualsiasi auto diesel o benzina che oggi copre realmente 700-800 km con un pieno
- Tempi di ricarica delle batterie (sia in modalità rapida che standard) ancora lunghi, quindi inaccettabili ed incompatibili con le normali esigenze di mobilità acquisita, sempre e comunque fruibile. L'auto non è un cellulare: quando serve per una urgenza deve essere sempre e subito disponibile. E' superfluo sottolineare che per rifornire una vettura con motore endotermico bastano 30 secondi in qualsiasi parte del mondo civile (forse la vera soluzione sarà il cambio delle batterie “a caldo”, ma ancora non vi sono piani reali in questo senso)
- Mancanza di infrastrutture private e pubbliche che assicurino impianti di ricarica a larga diffusione (ci sono alcuni progetti pilota in Italia, ma ancora si tratta di realtà più che altro sperimentali)
- Necessità di possedere comunque un'altra vettura con motore termico che garantisca immediata disponibilità e ampia autonomia per spostamenti a lungo raggio (ma questo i maggiori produttori lo sanno già, per loro l'auto elettrica attualmente sarà un mercato da “seconda auto”)
INCENTIVI? NO GRAZIE – Di voragini finanziarie per le casse dello Stato (e non solo per quello italiano) ve ne sono già abbastanza: le Case automobilistiche devono andare avanti solo con le loro gambe, come una qualsiasi azienda privata. Se non si è competitivi si chiude o si cambia mestiere. Chi glielo spiega poi ai disoccupati, ai precari a vita, alle migliaia di piccoli imprenditori costretti a chiudere, strangolati dal fisco e dalla crisi, che lo Stato ha deciso di elargire milioni di euro per vendere le carissime macchinette elettriche. Da vendere a chi? Forse non è bastata la lezione degli esagerati, demagogici finanziamenti concessi, in pura perdita, a destra e a manca per l'eolico e il solare; incentivi pagati da noi tutti con le bollette elettriche più care del mondo (esiste una voce fumosa ma quanti lo sanno?). Il triste risultato finale, nonostante le colpevoli reticenze di vari enti locali e dei media, lo ha spiegato poche settimane fa il ministro Tremonti. Comunque, le pale eoliche ferme, i terreni agricoli stravolti, le sterminate e deturpanti distese di pannelli fotovoltaici abbandonati, sono sotto gli occhi di tutti. Vogliamo continuare con questo scempio economico ed anche ambientale, vogliamo continuare ad umiliare ed offendere chi realmente stringe la cinghia e non arriva neanche alla metà del mese? Quindi io dico un netto NO ad incentivi o contributi per acquistare le auto elettriche: chi le produce metta in gioco la propria faccia e i propri soldi.
Riccardo
16:27, 16 Maggio 2011Sono parzialmente d'accordo con quanto descritto. Ma non sarebbe il caso, per abbattere i problemi da Lei citati, investire nella ricerca e sviluppo di questa tecnologia che a mio parere può essere una valida alternativa una volta superati gli scogli iniziali?Incentivare l'acquisto di macchine che non potranno essere ricaricate se non in spazi appositi che quasi non esistono è controproducente, investire nei progetti di studio di batterie a ricarica rapida, nei sistemi di ricarica ecc.e di seguito promuovere la vendita con incentivi non fiscali, prendendo esempio dalla norvegia (parcheggi gratuiti in città, possibilità di accesso alle corsie dei bus, abbattimento delle spese autostradali ecc.)Cosa ne pensa?