
Il presidente Ferrari gela i giornalisti sulla possibilità di vedere una Ferrari a quattro porte, ma forse non vale per sceicchi, sultani e magnati
Sergio Marchionne ci ritorna su ogni volta che qualcuno gli domanda se la Ferrari metterà, prima o poi, in listino un Suv. Nell'ultimo mese il suo deciso “no!” è stato messo in evidenza ben due volte, ma sappiamo che tale va collegato alla produzione “in serie”, perché poi Ferrari può tutto a tutti, purché si tratti di casi eccezionali, unici e ben pagati, come qualche anno fa capitò per il Sultano del Brunei.
CIRCA UN MESE FA – Sarà la curiosità degli addetti ai lavori, oppure il divertimento di molti di loro nel sentire il deciso “no!” del Presidente della Ferrari (che vuole aumentare la produzione di Maranello; leggi qui il suo piano) alla seguente domanda: “vedremo in futuro un Suv Ferrari?”. Eppure ultimamente questa curiosità è saltata fuori già, proprio circa una ventina di giorni fa, quando Marchionne si trovava sul palco dell'Automotive News World Congress, organizzato a margine del salone dell'auto di Detroit. Il messaggio fu chiaro: non ci sarà mai un suv Ferrari, parola dell'Amministratore Delegato di Fca, che poi ha tessuto le lodi della Ferrari in questo modo: “penso che la Ferrari sia unica e deve essere tutta fatta in Italia, tutto il resto sarebbe una bestemmia”. Dopo tutto la Casa di Maranello può star tranquilla, perché i vertici di Fca hanno altri brand per competere con marchi come Porsche (pensando al Suv), non a caso sia Maserati che Alfa Romeo lo stanno preparando. In questa occasione Marchionne chiudeva così il discorso: “dobbiamo essere sicuri che il brand Ferrari resti intatto nella sua unicità. Ferrari non spende un soldo in advertising: non lo ha mai fatto e non lo farà mai. Nel suo genere è unica e va preservata come tale”.
L'ULTIMO “NO!” – Arriviamo a questi giorni, in cui Sergio Marchionne è stato nuovamente “stuzzicato” sull'argomento, tanto da dichiarare: “una crossover Ferrari? Dovete prima spararmi”. Più chiaro di così! Questa affermazione chiara ma anche molto simpatica è arrivata a seguito di una domanda di un'analista durante la conference call in cui il Presidente del “Cavallino Rampante” rendeva noti i dati di bilancio delle “Rosse” (leggi qui i dettagli del debutto in borsa della Ferrari). Sergio Marchionne, in questo contesto si è lasciato andare con delle dichiarazioni interessanti sul mercato che riguarda la Casa di Maranello, ribadendo che la Ferrari “non costruirà mai una macchina in più di quanto richiesto dal mercato. È' il mercato che guida”, confermando anche che il livello degli ordini è “forte”. Il Presidente ha poi dato delle informazioni curiose sulle zone di mercato che vogliono la Ferrari in crescita, che nel 2016 avverrà nelle Americhe e nella regione Emea, non dalla Cina che, secondo Marchionne “non rappresenta una parte considerevole del nostro portafoglio”.
L'ECCEZIONE SI FA – Mercato a parte, tornando al discorso del “no!” al Suv o al crossover è evidente che riguarda soltanto un' eventuale produzione “in serie”, perché Ferrari ha già dimostrato, anche in passato, di poter realizzare esemplari unici su richiesta purché ben pagati; non a caso questi vengono commissionati da personaggi molto ricchi, come possono essere i sceicchi, i sultani e i magnati. Un pratico esempio di quanto abbiamo appena scritto viene dalla Ferrari 456 station wagon, che realmente poteva contare su un ampio vano bagagli e addirittura sulle quattro porte. L'idea di trasformare una Ferrari in station wagon non venne da Maranello, ma la richiesta fu fatta dal Sultano del Brunei, per il quale il Costruttore italiano progettò e costruì (in collaborazione con Pininfarina) la 456 Venice Station Wagon (il progetto risale al 1996). Questo esemplare è più lungo di 20 centimetri rispetto alla 456 d'origine (di cui mantiene le caratteristiche tecniche) e il Sultano del Brunei suggerì il nome “Venice” perché in quel periodo era stato in visita a Venezia e ne era rimasto colpito dalla bellezza. Commissionò 6 esemplari di questa station wagon, ciascuno venduto alla cifra di 1.5 milioni di dollari.