
Car2Go elenca cinque motivi che basano il futuro della mobilità elettrica sul car-sharing, ma sarà proprio così?
Tra coloro che vedono un futuro a guida autonoma e condivisa, alcuni credono che il prossimo step passi per il binomio composto da car-sharing e mobilità elettrica. Su questa fase si concentra Car2Go, che forse anche in vista di una produzione Smart totalmente elettrica spinge sull'importanza di un carsharing eco-sostenibile. Lo fa pubblicando un Libro Bianco intitolato proprio “Cinque motivi per cui il carsharing riveste un ruolo decisivo nello sviluppo della mobilita? elettrica”, andiamo allora ad analizzare le cinque ragioni proposte.
INFRASTRUTTURE Partiamo ovviamente dal primo motivo: “Il carsharing risolve l'annosa questione inerente lo sviluppo di un'infrastruttura di ricarica”. In pratica si affronta il discorso infrastrutture partendo da questo presupposto: ci sono poche colonnine e per questo nessuno compra le auto elettriche, le colonnine inutilizzate rappresentano un'attività in perdita per le città. Secondo Car2Go un potenziamento dei servizi di carsharing elettrici porterebbe ad un maggior numero di colonnine e quindi ad un'espansione della mobilità elettrica – vedi la situazione in Giappone. A rafforzare la tesi vengono portati ad esempio città come Amburgo, dove è stato firmato un accordo che prevede 1.000 nuove colonnine entro il 2019, o ancora Stoccarda e Amsterdam, quest'ultima con 1.000 stazioni già attive. Il ragionamento fila se portato in ottica globale, o quanto meno nordeuropea, il punto è che in altri Paesi, come l'Italia purtroppo, è ancora difficile superare l'ostacolo delle Pubbliche Amministrazioni, che dispongono di una disponibilità economica e soprattutto burocratica sicuramente differente da quelle delle città tedesche. Forse è più facile che qui l'aiuto arrivi dai privati, come successo a Milano.
PROVARE PER CREDERE Motivo numero 2: “Il carsharing abbassa le riserve dell'utente finale nei confronti della fruizione della mobilita? elettrica”. Effettivamente è difficile provare o utilizzare realmente almeno per un breve periodo una vettura elettrica, se non sfruttando dei canali più o meno privilegiati. Con più vetture elettriche condivise in circolazione gli utenti avrebbero la possibilità di avvicinarsi alla nuova mobilità e forse anche convincersi all'acquisto (qui gli ultimi dati di mercato in Italia); i numeri in sostegno indicano oltre 10.000 viaggi effettuati ogni giorno con i veicoli elettrici Car2Go, effettuati da 1.400 vetture, ovviamente sparse tra Amsterdam, Stoccarda e Madrid. In questo caso il carsharing dimostra che le auto elettriche sono pronte all'utilizzo quotidiano ed è quindi possibile procedere verso la mobilità elettrica.
CAR-SHARING BANCO DI PROVA Anche il terzo motivo sembra abbastanza convincente: “Grazie alla gestione quotidiana di flotte elettriche, car2go dimostra che la e-mobility si presta ad un uso intenso”. Pensandoci, a forza di essere noleggiate, le vetture vengono messe molto sotto sforzo dal punto di vista dell'utilizzo medio. Ovviamente sono auto già testate e ritestate, ma l'esempio lampante riportato dal Libro Bianco riguarda le batterie, ricaricate più volte con necessità di farlo in maniera rapida. Car2Go, a rafforzare la sua tesi, stima per ognuna delle 1.400 vetture sopra citate circa quindici noleggi al giorno, a loro volta utili per raccogliere dati interessanti per migliorare non solo il servizio, ma lo sviluppo stesso delle vetture, tecnologico e meccanico.
INQUINAMENTO Il quarto motivo ci lascia forse qualche interrogativo in più: “Il carsharing totalmente elettrico migliora, fin da subito, la qualita? dell'aria delle citta?”. Prima di tutto bisogna vedere se è vero che un'auto elettrica produce effetti immediati per l'ambiente (leggi il nostro approfondimento), e poi negli esempi riportati da Car2Go si evidenzia come l'utilizzo del carsharing aumenti nei giorni di blocco al traffico (perché appunto esenti dai soliti stop). Qui però il merito della riduzione di inquinamento sembra da attribuire più alle Istituzioni che impongono divieti piuttosto che al carsharing – qui una mappa dei futuri divieti. D'altra parte, e qui nulla da dire, nel Libro Bianco si sottolinea anche come grazie alla condivisione di auto si contrastino i problemi di parcheggi e traffico, miglioramento derivante da un minor numero di mezzi in circolazione, ergo meno inquinamento.
DI NUOVO IL BANCO DI PROVA Il paragrafo dedicato al quinto ed ultimo motivo si intitola “Il carsharing e? il banco di prova perfetto e il terreno di sperimentazione ideale per la mobilita? elettrica del futuro”. Già da qui suona leggermente come una ripetizione, solo che in questo caso il carsharing viene visto come laboratorio per nuove start-up e imprese che si stanno lanciando nel mondo della mobilità elettrica. Essenzialmente è una motivazione che poteva essere inclusa nella terza, ma forse cinque appaiono più forti di quattro.
CONCLUSIONI Da una parte il carsharing risulta importante per lo sviluppo, inteso in tutti i sensi, per la diffusione di stazioni di ricarica e per abbattere lo scetticismo intorno all'utilità delle elettriche. Dall'altra però, si incontrano ancora ostacoli “burocratici” e per quanto riguarda alcuni fattori (inquinamento) risultano molto più importanti le decisioni prese dalle Istituzioni. In conclusione: carsharing per la mobilità elettrica? Utile sì, decisivo non proprio.