
Agente di polizia lancia la crociata contro gli autovelox usati solo per fare cassa. Ecco le foto dei controlli sospetti
Che l'eccesso di velocità sia un'infrazione grave (dove i limiti hanno un senso logico) lo ripetiamo da anni; e che l'autovelox in sé possa essere utile per migliorare la sicurezza stradale è risaputo (leggi la storia del Sindaco senza vigili che si è messo a multare gli automobilisti da solo); ma da sempre denunciamo i Comuni che pare utilizzino quelle macchinette solo per fare cassa. Le prove certe e inconfutabili non possiamo fornirle, però è nostro dovere portare a vostra conoscenza questioni scottanti. È il caso di Palermo dove già in passato la Polizia Stradale aveva bacchettato i Vigili per il loro uso non corretto degli autovelox. Ora ci risiamo, e pochi giorni fa era apparsa una denuncia ben precisa su un sito locale, PalermoToday. A denunciare era stato un agente della Polizia di Stato, stufo di vedere calpestati i diritti dei cittadini. SicurAUTO.it ha quindi contattato l'agente e ha cercato di andare a fondo al problema. Tutto ruota attorno agli autovelox nascosti, detti autovelox “trappola”, che pare siano sempre più diffusi a Palermo. Unitamente, e ci mancherebbe altro, ad autovelox visibili e ben segnalati (leggi qui se gli autovelox di Palermo sono regolari).
AGENTE DI POLIZIA PROTAGONISTA – Di base, resta un fatto: se l'autovelox è ben visibile, e preventivamente segnalato, gli automobilisti indisciplinati dovrebbero rallentare e se non lo fanno è bene che siano multati. Quindi, svolgono la funzione di migliorare la sicurezza e punire i trasgressori. Se invece l'autovelox è nascosto, chi ha il piede pesante viaggia veloce, e il Comune fa cassa, senza però aver migliorato la sicurezza di quel tratto di strada. Comunque, chi denuncia gli autovelox “trappola” di Palermo non è un automobilista dal piede pesante, che reagisce nei forum in modo scomposto dopo essersi visto appioppare le multe. Non è neppure qualche motociclista cui piace correre e che si sfoga sul web. È un Commissario della Polizia di Stato: Luigi Ranieri. Con 42 anni alle spalle nella Polizia. E con due figli che fanno il suo stesso lavoro: uno come investigatore e l'altro come agente della Stradale. Siamo alla quarta generazione di poliziotti in famiglia. Un uomo che le cose le sa, perché le ha vissute dall'interno. Con tanto di fotografie degli autovelox “trappola”. Ranieri ha una ferma convinzione: i controlli autovelox di Palermo sono posti in essere solo ed esclusivamente per fare cassa. Pertanto, sta facendo di tutto per dimostrarlo e portare a galla la pratica illegittima, raccogliendo prove.
AUTOVELOX NEI CENTRI URBANI: LE NORME – Ma quali sono le regole che i Comuni devono rispettare per gli autovelox in città? Anzitutto, non è necessario che il limite sia di 70 km/h; si possono installare (nel caso delle postazioni mobili su cavalletto) anche con limite a 50 km/h. I dispositivi di rilevamento elettronico della velocità possono essere installati sulle autostrade, sulle strade extraurbane e sulle altre strade (le città, settore di cui ci stiamo occupando) preventivamente individuate con decreto prefettizio. Gli estremi del decreto devono essere indicati nel verbale di contestazione. L'installazione degli apparecchi in questione deve avvenire sulla base dei seguenti parametri: un elevato livello di incidentalità sul tratto di strada; la documentata impossibilità o difficoltà di procedere alla contestazione immediata sulla base delle condizioni plano-altimetriche e di traffico. Sulle strade dove vi è la possibilità di fermare gli automobilisti può essere usato il Telelaser, speciale strumento che rivela a distanza la velocità dei veicoli in avvicinamento. Morale, l'autovelox dev'essere uno strumento di contrasto all'incidentalità e non per incrementare le entrate patrimoniali dell'ente gestore della strada. Ovviamente, se l'autovelox è posto in un luogo privi di tali caratteristiche, o se non è visibile o non bene segnalato, possono esserci i presupposti per fare ricorso contro le multe. Le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili, ricorrendo all'impiego di cartelli o di dispositivi di segnalazione luminosi. La segnaletica deve essere idonea per dimensionamento, visibilità, leggibilità e posizionamento. Quanto alla distanza cartello-autovelox, occorre assicurare uno spazio di avvistamento in funzione della velocità locale predominante. Il problema è che la norma non obbliga le forze di polizia a piazzare un cartello mobile, ma è sufficiente quello fisso. Così però il cittadino non sa con precisione quando sarà presente la postazione di controllo, ecco perché è importante che la stessa sia almeno ben visibile. L'autovelox dev'essere omologato: l'omologa è un atto formale che precede l'installazione dell'apparecchio ed attesta che lo stesso è conforme alla descrizione delle caratteristiche costruttive indicate. Ciò che garantisce il corretto funzionamento dell'autovelox è la taratura, che deve essere effettuata con cadenza periodica da ente terzo.
L'INTERVISTA AL COMMISSARIO RANIERI
Agente Ranieri, prendiamola alla larga: i Comuni hanno il vizio di piazzare “autovelox trappola”?
“Certo che sì. Addirittura, dopo una dozzina di circolari ministeriali che ribadivano, in passato, come gli autovelox debbano essere ben visibili e segnalati in modo chiaro, nel 2009 si è dovuto scomodare l'ex ministro dell'interno, Roberto Maroni, per chiarire il principio sacrosanto della visibilità delle postazioni autovelox (leggi la circolare)”.
Andiamo subito al cuore della faccenda: a Palermo gli autovelox sono visibili?
“No. Le rispondo con una domanda: cosa c'è di visibile in una pattuglia che piazza di notte la postazione e si nasconde nelle stradine parallele dietro la vegetazione con le luci spente e poca illuminazione pubblica?”.
Ma almeno quegli autovelox di Palermo svolgono la funzione di educare gli automobilisti?
“No. È un pratica punitiva e non educativa”.
Si è rivolto alle autorità per denunciare tutto?
“No. I tempi della burocrazia sono lentissimi. Preferisco sensibilizzare in modo veloce gli automobilisti. Anche tramite i social. Infatti, il marcio sta venendo fuori tramite il coinvolgimento della massa. Ho creato un gruppo su WhatsApp, che diventa di ora in ora sempre più nutrito. D'altronde, la mia battaglia è iniziata dopo che ho perso un ricorso davanti al Giudice di pace. Una sconfitta dovuta a un motivo semplice: non ho portato prove inoppugnabili che quegli autovelox fossero 'trappole'. Ovvio. Serve elasticità e buon senso per giudicare. L'allora comandante dei vigili ha affermato che la postazione non era nascosta. È la classica situazione di stallo: la parola del comandante attuale contro quella di un cittadino, per quanto Commissario di Polizia. La strada che avrei potuto percorrere? La querela per falso. Ma mi ha dissuaso il mio avvocato”.
Quindi, WhatsApp ci diceva…
“Certo. Sono diventato promotore di un'iniziativa particolare: ho istituito un gruppo di autotutela su WhatsApp: lancia un messaggio vocale chi vede la postazione nascosta e non può fermarsi. Invece, chi vede la postazione nascosta e può fermarsi, scrive e scatta una foto. Siamo addirittura in 50, in costante crescita. La media giornaliera delle segnalazioni (varia in base al traffico) è di 2 alert”. (Il problema del gruppo WhatsApp è che non può contenere più di 100 utenti, come scritto nella guida ufficiale della famosa APP. Quindi questa idea, per quanto interessante, ha un limite e si rischia che gli automobilisti, per evitare la multa o segnalare la postazione, si distraggano, ndr).
Ma non teme qualche piccolo “boomerang” professionale?
“No. Non è successo nulla. Zero problemi in ambito lavorativo. Almeno per ora: poi, chissà, se qualche singolo si offende o si risente… Attendo comunque gli sviluppi di altre situazioni. Mio figlio lavora alla Stradale, e ha più volte sorpreso i vigili in azioni strane: piazzano l'autovelox di notte per poi nascondersi nel furgone parcheggiato nella strada parallela. Si è rivolto al comando della Stradale di Palermo: ha redatto una relazione di servizio. Vediamo se e come il Prefetto richiamerà gli agenti della polizia locale”.
Autovelox “trappola”: dove sono?
“I luoghi dove sono soliti piazzarsi i vigili urbani di Palermo per nascondersi al meglio sono via Lanza di Scalea, all'interno del Parco della Favorita e all'ingresso della città nei pressi della rotonda Belgio dove s'interrompe il tratto Anas Palermo Trapani-città. In particolare, su via Lanza di Scalea, posizionano l'auto nella stradina parallela, coperti dalla vegetazione, e puntano l'obiettivo sulla seconda corsia della carreggiata, quella di sorpasso. Il limite è di 50 km/h e quasi sempre beccano le auto a 70 km/h”.
Salvo
12:23, 21 Ottobre 2015A parte il fatto che giusto giusto la postazione di Via Lanza di Scalea non è nascosta, c'è la macchina dei vigili visibile accanto all'autovelox, c'è sempre il personale presente e il trepiedi con l'apparecchio fotografico è a bordo marciapiede, inoltre è una postazione “NOTA” e “RICORRENTE”, se passi da li 10 giorni di seguito, almeno 3-4 volte lo trovi posizionato sempre nello stesso posto. Sono ben altre le postazioni nascoste. Quello che mi delude poi di questa fantastica iniziativa è leggere che giusto giusto il figlio del commissario con tutti i lavori che esistono nel mondo, giusto giusto, lavora nello stesso corpo di polizia del padre… E che cavolo ragazzi, siamo proprio in Italia, lavorano solo i parenti e gli amici dei parenti, siamo un paese senza speranza…
Claudio
11:56, 22 Novembre 2015Domanda: esiste solo in Italia il fatto che gli autovelox debbono essere segnalati?Secondo quanto dichiarato dal Commissario Ranieri, gli autovelox ben segnalati migliorano la sicurezza, perché così si riduce la velocità. Vuol dire che fino a quando non troviamo segnalazione di presenza dell'apparecchio possiamo correre?Proviamo a partire dal presupposto che se esiste un segnale di limite questo va rispettato e basta?Se si diffondesse la notizia che gli autovelox sono tutti nascosti si andrebbe a velocità moderata in tutta la città.Resta, comunque, importante il fatto che i limiti siano adeguati al tipo di strada, perchè un limite di velocità, per essere rispettato, deve essere credibile. Infatti non è ammissibile trovare il limite di 50 Km/h su un tratto di strada larga e rettilinea con ampia visibilità, come non è giusto che lo stesso limite di 50 si trovi in pieno centro con strettoie e traffico intenso.