Alleanza FCA-Peugeot? L'avvicinamento non è impossibile
Lo scenario di una fusione tra l'industria auto francese e italiana è al centro dell'attenzione. I rumors circolano e i dirigenti reagiscono
Lo scenario di una fusione tra l'industria auto francese e italiana è al centro dell'attenzione. I rumors circolano e i dirigenti reagiscono
Lo scenario di una fusione tra l'industria auto francese e italiana è al centro dell'attenzione. I rumors circolano e i dirigenti reagiscono
Economic fiction o ritorno premonitore delle grandi manovre? Mentre il gruppo francese PSA sta pian piano uscendo dalle difficoltà, alcuni analisti finanziari, che giudicano il costruttore automobilistico francese troppo piccolo, immaginano già la sua futura strategia. Uno studio parla dello scenario di fusione, già dal 2016, del gruppo francese con Fiat Chrysler Automobiles (FCA). Anche se i rumor sulle varie alleanze con il CEO di FCA, Sergio Marchionne, siano numerose e – spesso e volentieri smentite dai costruttori – questo scenario è da prendere in considerazione.
FUTURO IPOTETICO – In questa eventualità, gli analisti parlano di Fiat Peugeot Chrysler Automobiles. Il nuovo insieme sarebbe gestito da Sergio Marchionne, capo di FCA, e da Carlos Tavares, presidente del direttorio di PSA. Diventerebbe così il sesto costruttore mondiale con 145 miliardi di euro di fatturato per un totale di 7,5 milioni di veicoli e avrebbe come azionista principale la famiglia Agnelli (19.2%), davanti alla famiglia Peugeot e Dongfeng. In Francia si rendono conto del potenziale di FCA, già lodato negli Stati Uniti, grazie tra l'altro al boom di vendite di Jeep nel nostro mercato, e della sua strategia. Di conseguenza a PSA potrebbe interessare trasformare quell'”ipotetico” in qualcosa di più concreto vista la situazione critica da cui sta uscendo il gruppo transalpino.
NON SOLO LATI POSITIVI – Una fusione tra Fiat e PSA sarebbe un sogno per alcuni, ma la realtà attuale potrebbe dar vita ad un altro scenario. La chiusura della fabbrica di Aulnay per PSA e Termini per Fiat. La ristrutturazione europea dei due costruttori durante la crisi allontana il rischio di sovraccapacità massiccia. Inoltre, con il calo di influenza della famiglia Peugeot e le svariate manovre di FCA (riacquisto di Chrysler ed entrata in borsa di Ferrari), gli azionisti di entrambi i gruppi europei potrebbero essere più aperti nel fare un passo in avanti.
SGUARDO INTERNAZIONALE – Sulla carta, la complementarità dei due gruppi è molto elevata. Al di fuori dell'Europa, FCA è molto presente in America settentrionale e meridionale, ma lo è poco in Cina, che è invece il primo mercato di PSA. Globalmente, questo ipotetico gruppo FPCA sarebbe il quarto costruttore automobilistico in America settentrionale, il primo in America meridionale, il secondo in Europa e il decimo in Asia.
QUALI MODELLI PER IL GRUPPO? – A livello di prodotti, il nuovo insieme sarebbe il primo attore sul segmento A (Citroen C1, Peugeot 108, Fiat 500,…) con 811.550 vetture, e il secondo sul segmento B con 1.8 milioni di auto. Altre sinergie potrebbero essere raggiunte: parliamo ad esempio dei segmenti top di gamma, veicoli commerciali o anche motorizzazioni (questo nuovo insieme franco-italiano sarebbe il primo attore sui piccoli tre cilindri). A livello globale, gli aspetti economici di Fiat Peugeot Chrysler Automobiles potrebbe aggirarsi intorno ai 4,5 miliardi in un anno, secondo Main First, una realtà che si occupa di analisi finanziarie.
LA PAROLA AGLI INTERESSATI – Ovviamente queste supposizioni rimangono puramente teoriche. Ma mentre Sergio Marchionne cerca sempre di consolidare il suo gruppo e Carlos Tavares non chiude nessuna porta per il buon funzionamento di PSA in futuro: una situazione del genere potrebbe non essere del tutto irrealistica. Soprattutto a giudicare dalla dichiarazione rilasciata dal capo di PSA Peugeot Citroen: “Sergio Marchionne è sempre il benvenuto ogni qualvolta desideri parlarci, ma è un po' troppo presto al momento. Dobbiamo prima di tutto concludere il processo di rialzo e ritrovare una buona salute.” Un segno evidente che il piano di rilancio “Back in the race” di PSA lanciato nel 2014 inizia a portare i suoi frutti e il gruppo si vuole fiducioso per ritrovare una salute finanziaria soddisfacente prima del previsto.