Dazi USA sospesi ma non per le auto: resta, per ora, il 25%

Dazi USA sospesi ma non per le auto: resta, per ora, il 25%

Donald Trump ha sospeso i dazi USA per 90 giorni. Ma quelli sulle auto restano effettivi con conseguenze pesanti sull'automotive

10 Aprile 2025 - 11:40

Con una delle sue giravolte a cui siamo ormai abituati, Donald Trump ha sospeso per 90 giorni i dazi USA che aveva pomposamente annunciato appena una settimana fa. Lo stop riguarda quelli ‘aggiuntivi’ che per l’Unione Europea, e quindi per l’Italia, ammontavano al 20%, mentre resteranno quelli del 10% entrati in vigore sabato scorso. La decisione interessa oltre 75 Paesi, UE compresa, che in questi giorni hanno cercato di contattare Trump o altri membri della sua amministrazione per negoziare un accordo più favorevole (cioè quelli che sono andati a ‘baciargli il c..o’, per usare le sue parole). Ci sono tuttavia delle eccezioni: la Cina, per esempio, si è vista imporre dei dazi esorbitanti del 125%. Inoltre, come ha precisato il segretario al Commercio Howard Lutnick, i dazi settoriali su acciaio, alluminio e sulle auto, rimarranno invariati. Significa che importare automobili negli USA continua a costare un 25% in più. Ma chissà che Trump non cambi idea pure su questo…

PERCHÉ TRUMP HA SOSPESO I DAZI?

Come hanno mostrato varie ricostruzioni, Trump ha ceduto sui dazi dopo giorni di crolli dei mercati principalmente perché spaventato dalla possibilità di una crisi finanziaria prolungata, soprattutto su pressione del segretario al Tesoro Scott Bessent e di quello al Commercio, il già citato Lutnick. Sembra infatti che la strategia iniziale fosse quella di sopportare le perdite dei mercati, contando che sarebbe stato uno shock di breve durata, prima di ‘passare all’incasso’. Tuttavia Bessent e Lutnick hanno intuito che questo ‘shock di breve durata’ sarebbe potuto andare avanti per mesi, provocando una recessione, e hanno cominciato a parlare con Trump della possibilità di rimodulare i dazi.

Dopo alcuni giorni di riflessione il presidente ha ceduto, specialmente dopo aver osservato il forte aumento dei rendimenti dei titoli di stato americani a 10 anni, che avrebbe potuto intaccare non soltanto i mercati finanziari ma anche la fiducia generale nell’economia USA, con conseguenze potenzialmente gravi.

La decisione di sospendere i dazi è stata presa mercoledì mattina in poco tempo, all’insaputa di molti funzionari della sua stessa amministrazione, e annunciata da Trump sul suo social Truth: il numero uno della Casa Bianca ha spiegato di aver fatto questa scelta ‘con il cuore‘, vedendo che la gente ‘si stava preoccupando un po’ troppo ed era spaventata’.

DAZI USA: QUELLI SULLE AUTO RESTANO

Ovviamente questi 90 giorni di pausa serviranno a intavolare trattative per raggiungere una quadra, del resto la stessa von der Leyen, nell’accogliere con favore lo stop, ha detto che l’Unione Europea “resta impegnata in negoziati costruttivi con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di raggiungere un commercio senza attriti e reciprocamente vantaggioso“, considerando che i dazi “sono tasse che danneggiano solo le imprese e i consumatori” e che la sua speranza è sempre quella di “un accordo di dazi zero per zero tra l’UE e gli USA“.

L’ipotesi ‘dazi zero’ sarebbe uno sballo per il commercio, ma più concretamente adesso c’è da risolvere la questione dei dazi sull’import negli USA di auto e componenti prodotti all’estero, che non si sono salvati dall’indulgenza (chiamiamola così) di Trump, rimanendo effettivi con l’altissima aliquota del 25%. Circostanza, che di fatto, sta bloccando l’industria globale dell’automotive, con navi cariche di auto ferme nei porti, stabilimenti chiusi e necessari cambi di strategie.

DAZI TRUMP SULLE AUTO: QUALI PROSPETTIVE?

Non è naturalmente escluso che anche sulle auto si possa giungere a una soluzione più o meno pacifica, che probabilmente converrebbe a tutti, ma occorre che qualcuno faccia la prima mossa. In questo senso potrebbe incidere la figura di Elon Musk, gran consigliere del presidente ma allo stesso tempo un importante produttore di automobili, che non ha mai fatto mistero di considerare i dazi un errore. Mister Tesla potrebbe avere l’ascendente giusto per riportare Trump a più miti consigli, anche se nella squadra di governo americana ha molti nemici che mal sopportano le sue incursioni da ‘battitore libero’.

Bisogna poi vedere cosa faranno i cinesi, che con Trump si stanno sfidando a chi ce l’ha più lungo (il dazio) ma che tutto sommato non disdegnerebbero un accordo. A questo proposito nelle ultime ore il ministro del Commercio cinese, Wang Wentao, avrebbe chiamato la sua controparte europea Maros Sefcovic per “uno scambio di opinioni approfondito e franco su questioni quali il rafforzamento della cooperazione economica e commerciale Cina-UE e la risposta alle cosiddette ‘tariffe reciproche’ imposte dagli Stati Uniti“. A tal fine, i due avrebbero concordato di avviare consultazioni tempestive per discutere questioni relative all’accesso al mercato e creare un ambiente imprenditoriale più favorevole per le imprese. E al primissimo posto del dossier, udite udite, ci sarebbero i negoziati sui prezzi dei veicoli elettrici, allo scopo di cancellare o ridurre i recenti dazi UE, e la cooperazione in materia di investimenti nell’industria automobilistica. Il messaggio è chiaro: se gli USA continueranno a considerare l’Unione Europea un nemico commerciale, la Cina e pronta a prenderne il posto.

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