Nissan cede le sue batterie, l'accordo varrebbe 1 miliardo di dollari

Nissan cede le sue batterie, l'accordo varrebbe 1 miliardo di dollari Farsi le batterie in casa conviene o no? Nissan ha dei dubbi e cede una quota di controllo della sua fabbrica alla cinese GSR Capital

Farsi le batterie in casa conviene o no? Nissan ha dei dubbi e cede una quota di controllo della sua fabbrica alla cinese GSR Capital

31 Maggio 2017 - 08:05

Batterie si no? La domanda si riferisce ovviamente alle sorgenti di energia delle auto elettriche, che costituiscono una voce rilevante nel costo totale del veicolo, anche se i prezzi sono previsti in rapida diminuzione (leggi che le previsioni per i costi delle batterie sono in picchiata). Dando fede all'assunto che i veicoli elettrici si diffonderanno in maniera apprezzabile, la questione delle batterie apre nuovi scenari per le Case, che produrranno automobili complete di “carburante”. Questa è una grossa novità e porta con sé il dilemma dell'approvvigionamento: le batterie le faccio o le compro? Nissan ha forse deciso per la seconda ipotesi, dato che penserebbe di cedere una quota di controllo di AESC ai cinesi di GSR Capital.

CEDO IL CONTROLLO? Chiariamo subito che la sigla AESC è l'acronimo di Automotive Energy Supply Corporation, società della quale Nissan detiene il 51% del capitale. Il resto delle azioni è in possesso di NEC Corporation, azienda che insieme a Nissan ha formato la joint ventura per le batterie già del 2007 (leggi dell'inizio della commercializzazione della Nissan Leaf). La notizia, riportata da Bloomberg, che l'ha raccolta da persone informate dei fatti, è che GSR Capital, società cinese di private equity sostenuta del governo della provincia di Hubei, è vicina ad un accordo per acquisire il controllo di AESC per circa 1 miliardo di dollari.

SEMBRA DI SI! Le parti avrebbero intenzione di annunciare un accordo entro le prossime due settimane, sempre secondo le fonti che hanno chiesto di rimanere anonime perché le trattative sono riservate. Il fondo Yangtze River Industry, finanziato dal governo locale di Hubei, sta contribuendo per circa il 20% per cento alla somma messa in gioco dall'accordo per AESC.

Quando è le voci hanno cominciato a circolare, pochi giorni fa, le azioni di NEC sono aumentate del 3,2%, toccando il massimo di maggio. I motivi di questa mossa, sempre secondo le fonti, andrebbero ricercate nel fatto che GSR Capital vede del valore aggiunto nella creazione di un fornitore indipendente che venda le batterie a più Case costruttrici. In questo quadro si inserisce la possibilità di spostare alcuni degli impianti di AESC dal Giappone alla Cina, nella provincia di Hubei. In effetti la Cina si prepara a dare una scossa al mercato delle elettriche e la provincia dell'Hubei non è solo al centro del Paese ma ospita anche il secondo costruttore cinese, Dongfeng Motor Group. Il governo locale ha recentemente stanziato l'equivalente di 80 miliardi di dollari per investire nelle energie pulite in modo da modernizzare la propria economia.

RICADUTE POSITIVE Un analista della società di ricerche di mercato giapponese Carnorama, Takeshi Miyao, ha dichiarato che “Questa operazione porterebbe grandi vantaggi a entrambe le parti. La Cina sta pianificando la produzione di batterie nel suo territorio dato che sta incoraggiando l'uso dei veicoli elettrici (leggi che in Cina la scarsa autonomia delle elettriche non fa paura) e AESC sarebbe un obiettivo perfetto in quanto ha una buona tecnologia produttiva delle batterie”.

Se l'intesa andasse in porto sarebbe una vera scossa (è il caso di dirlo!) nel settore delle acquisizioni di asset giapponesi da parte della Cina. Quest'anno il totale di queste transazioni è stato di soli 11,4 milioni di dollari, proporzionalmente peggio del 2016 che si è chiuso a meno di 700 milioni di dollari. Nessun commento da parte di GSR, NEC e Yangtze River Industry fund e, del resto, non c'è alcuna sicurezza che i colloqui portino effettivamente alla transazione e un altro acquirente potrebbe fare un'offerta. Queste voci comunque un'indicazione la danno: il fronte di chi pensa di comprare da produttori specializzati le batterie si sta allargando. Due esempi: nel febbraio del 2016 Dieter Zetsche, presidente del Gruppo Daimler, disse testualmente “produrre le batterie in proprio è la scelta più stupida” e Sergio Marchionne pochi mesi dopo espresse lo stesso concetto in maniera più sfumata.

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