
Parte, finalmente, la liberalizzazione delle informazioni tecniche relative ai veicoli prodotti dalle varie case automobilistiche. Ecco come si migliora la concorrenza tra le officine.
Nuova spallata della Commissione europea nei confronti di chi vorrebbe ostacolare a tutti i costi la liberalizzazione delle informazioni tecniche. A distanza di quasi dieci anni dal Regolamento Monti e di un anno dall'emanazione del Regolamento UE 461/2010 (BER) che ribadisce a carico delle case auto l'obbligo di informare i riparatori indipendenti, la Commissione rincara la dose e con il Regolamento EU 566/2011 modifica alcune disposizioni esistenti, imponendo definitivamente ai costruttori le modalità e il formato dei bollettini tecnici, in passato riservati esclusivamente alla rete di officine autorizzate, rendendoli disponibili a tutte le officine che ne facciano richiesta.
A RISCHIO L'OMOLOGAZIONE – Non si tratta quindi di un nuovo provvedimento in favore dei riparatori indipendenti come qualcuno ha riferito, bensì di un inasprimento di norme già esistenti. Il Regolamento CE 715/2007, in vigore dal 30.6.2007 prevedeva infatti (v. considerando 9 del testo) che entro i primi quattro anni dalla sua emanazione, la Commissione avrebbe rivisto il sistema di accesso delle officine a tutte le informazioni relative alla riparazione e alla manutenzione dei veicoli. Alla scadenza del termine stabilito ecco arrivare il provvedimento quadro nell'ambito delle norme sull'omologazione dei veicoli di nuova produzione. In altre parole la Commissione intende ribadire che l'obbligo delle informazioni tecniche ai riparatori indipendenti costituisce condizione essenziale nei confronti dei costruttori auto per ottenere l'omologazione dei veicoli nuovi.
“NUOVO” EURO 5 – Il provvedimento infatti è contenuto nel Regolamento per le emissioni EURO 5 del 2007 che ora viene modificato allo scopo di regolare in modo definitivo l'accesso alle informazioni tecniche. Il nuovo provvedimento riveste particolare importanza perché stabilisce, tra l'altro, con l'obbligo delle informazioni tecniche anche quello di accesso ai dati elettronici per l'identificazione dei pezzi di ricambio per i singoli modelli e successive modifiche. Le auto moderne sono sempre più complesse e costituiscono prodotti in continua evoluzione. Dalla prima apparizione sul mercato alla cessazione della produzione, le modifiche sono talmente tante e così complesse che per chiunque, senza le giuste informazioni, diventa impossibile identificare il ricambio appropriato. E' indispensabile un catalogo elettronico che, grazie alla conoscenza del numero di identificazione del veicolo (VIN), renda possibile l'identificazione e l'ordinazione del ricambio.
RICAMBI MENO COSTOSI – Finora l'identificazione era in dotazione solo delle concessionarie presso la quale l'acquisto è però più oneroso perché normalmente i prezzi dei pezzi originali della casa sono più costosi e lo sconto per i riparatori indipendenti è di norma più contenuto rispetto al mercato indipendente. Grazie al codice VIN e al nuovo Regolamento comunitario, oggi una qualsiasi officina può conoscere direttamente la sigla del ricambio originale e quindi, convertendo il numero parte in quello dell'equivalente ricambio alternativo, può rivolgersi a un ricambista indipendente ottenendone normalmente un vantaggio economico per il proprio cliente.
NIENTE IMPOSIZIONI – E' molto importante capire che il nuovo provvedimento della Commissione europea, coordinandosi con il Regolamento 461/2010 (Ber) dello scorso anno, chiarisce finalmente che l'accesso alle informazioni tecniche deve essere concesso a tutte le officine che ne fanno richiesta, senza ritardi o indugi indebiti, in una forma che le rendano utilizzabili, a un prezzo tale da non scoraggiare la richiesta nonché nello stesso tempo e con le stesse modalità stabilite per la rete autorizzate. E' anche definitivamente chiarito che non è legittimo obbligare chiunque ne faccia richiesta all'acquisto di ulteriori informazioni non necessarie per il lavoro di riparazione o di manutenzione da eseguire. Secondo la Commissione europea il mancato accesso alle informazioni tecniche danneggia la posizione di mercato dei riparatori indipendenti, determinando un conseguente danno per i consumatori per quanto riguarda la riduzione della libertà di scelta dei pezzi di ricambio determinanti per i prezzi delle operazioni di manutenzione e riparazione. Solo il pieno accesso alle informazioni tecniche può garantire agli indipendenti di poter concorrere ad armi pari con le reti ufficiali delle case, offrendo ai consumatori una vera libertà di scelta e di valutazione della convenienza della spesa.
di Nicola Giardino
Nicola
13:05, 29 Giugno 2011Risponde Nicola Giardino:Il suo commento mi offre la possibilità di chiarire alcuni aspetti importanti su un'argomento non del tutto semplice come la normativa sull'accesso alle informazioni tecniche. Innanzitutto quando Lei parla di LISTINO mi sembra di capire che si riferisca al catalogo ricambi, perchè nel mio articolo non ho mai citato il listino prezzi. La nuova normativa impone al costruttore di mettere a disposizione dei riparatori indipendenti l'accesso al catalogo elettronico attraverso il VIN (Vehicle Identification Number) rilevabile sulla vettura. Purtroppo il VIN non è posizionato sempre in modo uniforme e bisogna saperlo reperire. Sulle BMW è di norma inpresso sul piantone della porta lato guida, sulle auto sotto il portacenere, su altre sotto il tappetino lato guida. Ma non è poi in fondo impossibile trovarlo. A questo punto se l'auto da riparare fosse una Toyota si va sul sito della Toyota Italia e si clicca su ASSISTENZA, quindi TECNICA e poi OPERATORI INDIPENDENTI. A questo punto si apre una videata che spiega come risolvere i problemi e viene indicato un sito attraverso il quale si accede ad alcune informazioni gratuite e ad altre a pagamento. Tra quelle gratuite si può anche conoscere dove è posizionato il VIN. Unico problema al momento è la lingua perchè questo ultimo sito è in inglese, ma dovrebbe essere presto essere disponibile in lingua italiana a seguito della nuova normativa. Ho controllato che anche per Ford la soluzione del problema è analogo. Più complicato per Fiat. E qui mi sono fermato. Ma sappia che mi sono allertato per vigilare che la nuova normativa sia applicata, altrimenti la segnalerò all'Antitrust per pratica commereciale scorretta. Diamo però a tutti il tempo di adeguarsi. Quanto al potere dei costruttori, concordo che ne hanno ancora molto, ma i riparatori indipendenti si devono attrezzare e si devono informare per affrontarli, imparando a denunciare le indampienze. Ma soprattuto non devono fermarsi alla prima difficoltà e pioangersi addosso. Ma su questi ultimi aspetti del difficle lavoro delle officine sarà opportuno tornare quanto prima con qualche consiglio.