
Donna incinta parcheggia sulle strisce, l'auto viene rimossa, si stressa e viene risarcita. Il Comune dovrà pagarle 200 Euro.
Parcheggia sulle strisce pedonali, le portano via l'automobile e viene risarcita. Sembra un colmo, eppure non lo è. La Cassazione ha stabilito, con la sentenza numero 6712, che se la rimozione dell'auto provoca stress, la richiesta di risarcimento non è del tutto infondata.
DONNA INCINTA – Questo è quanto è capitato a Maria S., una donna di Palermo. La signora, in stato di gravidanza alla data del 13 maggio 2004, aveva lasciato la macchina in una zona chiaramente non adibita al parcheggio. L'Amat, l'azienda dei trasporti del capoluogo siciliano, ha provveduto alla rimozione del mezzo, portandola in uno dei parcheggi dell'azienda, meta dei carro attrezzi con tanto di auto al seguito. La donna dunque non trovando l'automobile cerca informazioni dagli astanti nei paraggi. Qualcuno le avrà detto che l'auto era stata portata via proprio da un carro attrezzi, liberandosi quantomeno dalla paura che l'auto fosse stata rubata. Probabilmente lo stress a cui si riferisce il giudice nella sentenza, potrebbe riferirsi alla ricerca del mezzo, poiché chi vive a Palermo sa bene quanto sia difficile scoprire agevolmente dall'azienda il punto di smistamento dove è stata portata la macchina.
AUSILIARE NON AUTORIZZATO – Ma come mai la donna ha vinto il ricorso? Perchè l'accertamento era stato eseguito da un ausiliare del traffico Amat, privo di delega del sindaco a multare le auto in sosta sulle strisce (gli ausiliari delle aziende di trasporto possono multare solo le auto che ostruiscono il passaggio dei mezzi pubblici), vizio sollevato dalla signora stessa alla presenza del giudice di Pace che le aveva subito dato ragione. Tuttavia il Comune di Palermo, condannato a risarcire la donna con 200 euro, è ricorso in Cassazione. Ma ha perso nuovamente.