Sondrio – La Polstrada è dura: “Giovani al volante scorretti e arroganti”

Sondrio – La Polstrada è dura: “Giovani al volante scorretti e arroganti” "La sicurezza stradale comincia in famiglia"

"La sicurezza stradale comincia in famiglia", ma le famiglie, duecento, non hanno risposto all'appello con grande disappunto degli organizzatori.

22 Febbraio 2011 - 09:02

«La sicurezza stradale comincia in famiglia». Ma le famiglie, duecento, seppur invitate direttamente, non hanno risposto all'appello con grande disappunto degli organizzatori. «Siamo delusi – dice Maria Luisa Corno, presidente del Soroptimist di Morbegno, che ha organizzato il convegno sulla sicurezza stradale – perché ci proponevamo di coinvolgere le famiglie mettendole in contatto con esperti del settore. Così come utile poteva essere per i genitori il confronto con il responsabile dell'Aci di Sondrio e il comandante della Polizia stradale».

E a sentire la relazione del comandante della Polstrada, Marcello Colombo, non si fa fatica a capire il perché. «Anche la Valtellina contribuisce ad ingrossare le fila degli incidenti stradali che si verificano ogni anno in Italia (si contano 12 morti al giorno di cui il 25% con meno di 30 anni) considerato che solo noi, della Polstrada, interveniamo su 300 incidenti ogni anno per una media di due al giorno. Poi ci sono le altre forze di polizia attive, come i carabinieri e i vigili urbani. Quel che posso evidenziare con certezza – ha detto il comandante Marcello Colombo – è che non diminuiscono affatto gli incidenti legati all'abuso di alcool, mentre hanno dato buoni frutti i controlli che da 4 anni vengono fatti nei fine settimana contro le cosidette stragi del sabato sera. Anche se resta il fatto che più del 50% degli incidenti stradali continua ad avvenire in ore notturne e al mattino presto soprattutto al sabato e alla domenica». «Anche la velocità continua ad essere un fattore di rischio così come la guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti aspetto rispetto al quale – ha evidenziato Colombo – ritengo che la normativa continui ad essere lacunosa. A ciò si aggiunga una elevatissima aggressività sulle strade tant'è che, ormai, non facciamo più l'alcoltest ai conducenti se non in presenza sul posto di due pattuglie della Stradale. Non solo i conducenti sotto sostanze alcoliche o stupefacenti, però, si mostrano aggressivi. E' un fenomeno generale che interessa sia giovani sia meno giovani».

Costante attività di prevenzione e di informazione – Sempre il comandante della Stradale ha anche riferito della costante attività di prevenzione e di informazione che viene effettuata negli istituti superiori della nostra provincia. «Proprio in questi giorni – ha detto – ci siamo incontrati con 150 studenti del bormiese. Che, in genere, dal punto di vista tecnico, sulle norme da seguire alla guida sono preparatissimi, ne sanno addirittura più di noi. Solo che non sono consapevoli di dover, poi, applicare queste regole. Segno che manca qualcosa alla base, c'è un deficit di educazione già in famiglia. E non me ne vogliano i genitori perché so che fare il genitore è difficile, però, noi non possiamo far da supplenti alle famiglie e neanche alla scuola. E mi amareggia ogni volta dover ricevere i genitori in caserma pronti a giustificare l'atteggiamento scorretto dei propri figli sulle strade. Così si agevola solo una fuga dei ragazzi dalle loro responsabilità quando, invece, devono imparare ad essere consapevoli di cosa significhi mettersi in strada con un veicolo, sia anche solo un motorino. Anche se, devo aggiungere, che quando andiamo nelle scuole in genere troviamo parecchia attenzione nei 18enni, molto coinvolti in argomento, mentre i ragazzi di 2° e 3° anno superiore dopo mezz'ora si eclissano e alla vista dei filmati anche abbastanza incisivi che mostriamo reagiscono anche ridendo».

«E' diventato difficile svolgere compiti di polizia anche in città – ha aggiunto un vigile urbano di Morbegno dalla platea – . Proprio oggi, ad esempio, abbiamo contato 17 veicoli, condotti da mamme, fermi fuori da una scuola in attesa dei propri figli con, a bordo, un bimbo piccolo che non sedeva nell'apposito seggiolino. Un comportamento gravissimo che mette a serio rischio il piccolo. Teoricamente avremmo dovuto multarle tutte, ma, in tal caso, apriti cielo».

Fonte – laprovinciadisondrio.it

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