SmanApp: così lo smartphone salva i pedoni dalle auto

SmanApp: così lo smartphone salva i pedoni dalle auto L'applicazione gratuita allerta le auto di pedoni

L'applicazione gratuita allerta le auto di pedoni, ciclisti e disabili in zona. Quando la sicurezza stradale sarà di serie su smartphone e tablet?

27 Novembre 2014 - 08:11

Un'app utile per la sicurezza stradale. Almeno in teoria, perché poi occorre sempre vedere (il discorso vale per tutte le applicazioni) se funziona bene sugli smartphone. Parliamo di SmanApp, un'applicazione gratuita per cellulari e tablet, che serve a tutelare quando ci si trovi sulla strada, a piedi, in bici, in auto e in qualunque situazione di pericolo, come per esempio in sosta di emergenza con la propria auto in mezzo alla strada. L'obiettivo è ridurre gli incidenti dovuti alla distrazione durante la guida. SmanApp ti avvisa se c'è qualche deviazione o imprevisto sulla strada che stai percorrendo; se ti trovi in difficoltà durante la marcia in macchina, a piedi o in bici. Oppure se cerchi un negozio vicino a te come un distributore di benzina, un meccanico: trova la tua posizione GPS e individua il negozio o il servizio di cui hai bisogno.

COME USARLA – Al corridore è sufficiente attivare il programma per avvisare immediatamente tutte le auto della propria presenza sull'asfalto. Se invece a utilizzare la app è un pedone o un disabile che vuole attraversare la strada può, cliccando su un'icona, inviare un segnale di avviso a tutte le auto che si trovano nell'arco di 250 metri. Ovviamente, anche gli automobilisti devono scaricare l'app e tenerla attiva durante gli spostamenti.

A TUTELA DEI DEBOLI – L'iniziativa è lodevole considerando che pedoni e ciclisti sono ancora le categorie più a rischio in strada, ma è auspicabile che le applicazioni, soprattutto quelle gratuite, per la sicurezza stradale diventino presto “di serie” tra i servizi della cloud già installati sugli smartphone, insieme a tutti quelli preinstallati che a volte nemmeno vengono utilizzati. Ricordiamo che il numero degli incidenti stradali in Italia è quasi dimezzato negli ultimi dieci anni ma continuano a morire 600 pedoni ogni anno, vittime dell'imprudenza collettiva. Solo per citare un altro esempio di tecnologia salva-pedoni, c'è già la Honda Vehicle to Human pensata per assolvere proprio a questa funzione. In questo caso, è il pedone a dover installare l'app che comunica con l'auto, mentre l'automobilista non ha alcun onere nei confronti del sistema. Essendo la funzione integrata all'auto, il rischio di distrarsi è minimo a differenza dello smartphone che trilla e il conducente va a cercarlo con lo sguardo ovunque esso sia (nel portaoggetti, in tasca, sul parabrezza).

QUESTIONE DI CULTURA – L'Organizzazione mondiale della sanità stima che siano oltre 270.000 i pedoni vittime di incidenti nel mondo, pari al 22% di tutti i decessi sulla strada. Dal 2001 al 2012 in Italia sono morti 9.190 pedoni, il 14,4% delle vittime della strada. Sono soprattutto le città i luoghi dove il tasso medio di mortalità dei pedoni è pari a 15,3 morti per milione di abitanti ogni anno, contro una media nazionale di 9,8. Sebbene il numero di pedoni morti in Italia si sia quasi dimezzato dal 2001 al 2012 (da 1.032 a 564), permangono situazioni di elevata criticità. Gli over 65, in particolare, hanno un tasso di mortalità 23 volte superiore rispetto ai bambini (0-14 anni) e 7 volte superiore a giovani e adulti (15-54 anni). “A prescindere dall'età – secondo Marco Giustini, Istituto superiore di sanità – il pedone che si muove in un ambiente urbano sempre meno a misura d'uomo, si trova a gestire molte situazioni diverse ed è obbligato a prendere rapide decisioni. Processi cognitivi già complessi, ulteriormente rallentati dalle continue distrazioni cui siamo tutti soggetti”. In teoria saremmo tutti pedoni, visto che chi più e chi meno, cammina sui suoi piedi ogni giorno. Eppure si è arrivati a identificare una categoria di utenti, quasi una classe, che in strada fa storia a se e la precedenza la impone chi arriva prima ed è più veloce. “È triste dirlo – afferma Giulietta Pagliaccio, Presidente Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) – ma quando scendiamo in strada spesso perdiamo di vista l'altro da noi e affrontiamo la quotidianità come una guerra in cui ognuno deve cercare di conquistare qualcosa: un parcheggio, uno spazio per camminare o per andare in bicicletta possono diventare piccole battaglie per rivendicare il diritto a usare la città”.

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