Controllo elettronico della stabilità o meglio: correttore di sbandata

ATTENZIONE Parlando di “controllo elettronico della stabilità” parliamo sostanzialmente di della funzione base dell’ESP (o della funzione base dei sistemi integrati DSC, DSTC, VDC, VSC, PSM, ecc.), che in particolare vedremo nel capitolo 5, insieme alle altre sue ulteriori denominazioni, versioni ed integrazioni. Attraverso accorgimenti elettronici, che controllano la velocità d’imbardata, oltre che altri aspetti […]

8 Aprile 2011 - 09:04

ATTENZIONE Parlando di “controllo elettronico della stabilità” parliamo sostanzialmente di della funzione base dell’ESP (o della funzione base dei sistemi integrati DSC, DSTC, VDC, VSC, PSM, ecc.), che in particolare vedremo nel capitolo 5, insieme alle altre sue ulteriori denominazioni, versioni ed integrazioni.

Attraverso accorgimenti elettronici, che controllano la velocità d’imbardata, oltre che altri aspetti dinamici, il “controllo elettronico della stabilità” corregge le sbandate causate sia da perdite di stabilità, ma anche da troppa potenza o da eccesso di frenata in curva.

ATTENZIONE Occorre precisare che in realtà i “controllo elettronico della stabilità in versione base”, non agisce direttamente sulla stabilità, intervene quando ormai la “tenuta di strada” del veicolo è venuta meno ed il mezzo è in fase di sbandamento, correggendo quest’ultima.

Oggi il termine “stabilità” è abusato: i “sistemi di controllo della stabilità” non agiscono sull’assetto del veicolo ma “stabilizzano, correggono, la traiettoria dell’auto”.
Pertanto, il “controllo elettronico della stabilità”, senza nulla togliere a questo importantissimo dispositivo, andrebbe, per correttezza, chiamato “controllo elettronico della sbandata” o “correttore di sbandata” o “antisbandamento” o “stabilizzatore della traiettoria”.

Esso agisce correggendo la traiettoria della vettura quando essa ha iniziato a sbandare, ovvero ha iniziato a seguire una traiettoria diversa da quella impostata.
I sensori del “controllo elettronico della stabilità” rilevano in maniera permanente il comportamento del veicolo e del volante comandato dal conducente. In caso di sbandata, un microcomputer centrale analizza i segnali in ingresso ed attiva immediatamente le misure necessarie che sono frenare le ruote in modo da creare un “momento” (banalmente una “forza di rotazione”) contrario a quello che genera lo sbandamento.

ATTENZIONE. Quando lampeggia per un, o qualche, istante la spia dell’ESP sulla plancia, vuol dire che l’elettronica è intervenuta a correggere una sbandata giacché l’auto è andata oltre i propri limiti di “tenuta”: prendete subito le contromisure necessarie !!!

ATTENZIONE. A volte la spia dell’ESP lampeggia, per una frazione di secondo quando si è in curva ed il conducente non riesce a percepirla in quanto, la spia stessa, è coperta contestualmente dalle razze del volante: si consiglia alle Case automobilistiche di allungare il tempo di accensione ad intermittenza della spia!!!

ATTENZIONE. Se la spia rimane perennemente accesa il sistema è mal funzionante e/o disattivato.

ATTENZIONE: Occorre prendere coscienza che “il controllo elettronico della stabilità” HA UN MARGINE D’AZIONE e che, questo margine, non è ben definibile in quando dipende da innumerevoli fattori.

Se, per ipotesi, tutte e quattro le ruote perdessero aderenza contemporaneamente, con il fondo stradale completamente ghiacciato o in caso di acquaplaning, non ci sarebbe margine d’azione perché non ci sarebbero ruote su cui fare azione, l’ESP sarebbe inefficace, e l’auto sarebbe completamente fuori controllo.

Se, per ipotesi, su un’auto con trazione sul retrotreno, in una curva autostradale affrontata ad alta velocità, le ruote posteriori perdessero improvvisamente di aderenza, il “momento” (forza di rotazione) che genera lo sbandamento sarebbe talmente improvviso e di tale intensità che probabilmente non ci sarebbe margine d’azione, l’ESP sarebbe inefficace, e l’auto sarebbe completamente fuori controllo.
Nessun sistema al mondo può consentire ai pneumatici di affrontare una curva, a 90° con raggio 80 metri, a 130 km/h in condizioni di scarsa aderenza: ovviamente l’ESP non può rivoluzionare le leggi della fisica.

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