Sicurezza stradale: la Fondazione ANIA dimentica gli “over 30”?

Sicurezza stradale: la Fondazione ANIA dimentica gli “over 30”? Si moltiplicano in Italia le iniziative per diffondere tra i giovani la cultura dei comportamenti virtuosi al volante. Ma per i meno giovani si fa molto

Si moltiplicano in Italia le iniziative per diffondere tra i giovani la cultura dei comportamenti virtuosi al volante. Ma per i meno giovani si fa molto, molto meno

23 Agosto 2011 - 05:08

È in pieno svolgimento dall'altro ieri a Rimini, e durerà fino a sabato 27 agosto, il 32° Meeting dell'Amicizia tra i Popoli. In occasione della manifestazione, la Fondazione ANIA ha allestito nel quartiere fieristico la “Cittadella della Sicurezza Stradale” e ha predisposto tutta una serie di iniziative dedicate all'educazione alla “buona guida”.

ROCK E SICUREZZA – Nella sua “Cittadella”, la Fondazione ANIA ha allestito un circuito sul quale «i giovani potranno mettere alla prova le proprie capacità di guida, sulle due e sulle quattro ruote» sotto il controllo di istruttori professionisti e dove i migliori vincono dei premi. Ci saranno anche quattro simulatori di guida. Testimonial dell'intera iniziativa è la band degli Zero Assoluto, che ha tenuto un concerto ieri sera e che, secondo le dichiarazioni della Fondazione stessa, è «un testimonial appositamente scelto per promuovere tra i giovani comportamenti di guida corretti e responsabili» (sperando poi che nella vita normale siano davvero degli esempi…). Significative, a questo proposito, le dichiarazioni di Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione: «Nel 2009, ogni otto ore sulle strade italiane ha perso la vita un ragazzo al di sotto dei trent'anni. Per un Paese che sta invecchiando è inaccettabile sacrificare i giovani, che ne rappresentano il capitale umano e il futuro». Insomma, benchè nel corso del Meeting siano previste anche altre iniziative a più ampio respiro, è innegabile che la partecipazione della Fondazione alla kermesse romagnola sia orientata soprattutto ai giovani. Lo dimostra anche, nel comunicato, l'accenno al convegno dedicato alla guida in stato psicofisico alterato che, si legge, vuole «sensibilizzare giovani centauri e neopatentati».

LE TRAGICHE STATISTICHE DEGLI “UNDER 30″… – Per promuovere la sua partecipazione all'evento riminese, la Fondazione non ha lesinato gli sforzi, tra i quali va annoverato un comunicato stampa che snocciola una serie di dati “forti” sugli incidenti stradali in Italia, presenti nel rapporto Aci-Istat del 2009 (l'ultimo disponibile), nei quali sono stati coinvolti i giovani. Viene affermato che i sinistri della strada sono la prima causa di morte e di disabilità tra le persone con meno di 30 anni di età, che le 1.142 vittime “under 30” registrate sulle strade italiane nel 2009 rappresentano il 27% rispetto alle 4.237 totali e che la fascia più a rischio è quella dei giovani tra i 21 e 25 anni, 431 dei quali nel 2009 hanno perso la vita in incidenti. Tutto vero, ma si tratta di verità parziali.

…MA SULLE STRADE MUOIONO SOPRATTUTTO GLI “OVER” – Ovviamente SicurAUTO vede con favore qualsiasi iniziativa volta a ridurre la mortalità da incidenti e ad aumentare la sicurezza stradale, ma sottolinea che in base allo stesso rapporto Aci-Istat, il 74% delle persone decedute in incidenti nel 2009 aveva un'età superiore ai 30 anni. Gli sforzi della Fondazione ANIA (e certamente anche di altre importati istituzioni), però, sembrano troppo spesso sbilanciati a favore della tutela delle giovani vite, mentre le attività di sensibilizzazione sono assai più raramente rivolte alle fasce di età che invece sopportano il peso maggiore degli incidenti stradali in termini di vite umane perse o compromesse. Certo, le stragi stradali fanno molta più impressione e suscitano più commozione nell'immaginario collettivo se le vittime sono giovani, ma ciò non significa che gli sforzi per la prevenzione e la sensibilizzazione debbano essere quasi a senso unico. Dal rapporto Aci – Istat si ricava che delle 4.237 vittime del 2009 ben 1.646 (cioé quasi il 39%) aveva un'età superiore ai 55 anni. Quindi, è fuorviante far credere che i giovani  siano l'unico problema. Altre realtà, delle quali si parla poco, indicano invece che gli anziani sono una categoria altamente a rischio, anche (ma non solo) per l'approssimazione con la quale vengono effettuate le visite mediche per la conferma della patente di guida.

ANZIANI: TUTTI PILOTI PROVETTI, SANI E SOBRI? – Eppure, mentre non si contano le campagne svolte nelle scuole di ogni livello a favore dei giovani e giovanissimi per aiutarli a comprendere e a fronteggiare i pericoli della strada e la guida sotto l'effetto di alcol o droghe, non risulta che ne venga messa in campo qualcuna destinata, per esempio, ai pensionati. Come se questa categoria fosse composta solo da piloti provetti e non annoverasse, tra i suoi membri, anche persone ugualmente dedite all'alcol e che quindi avrebbero bisogno, le altre, di essere sensibilizzate dai rischi di abusarne prima di mettersi al volante. Sensibilizzate, certo, ma anche sanzionate pesantemente al pari dei giovani, se trovate alla guida in stato di ebbrezza. Cosa che l'anno scorso il legislatore, mettendo mano  al Codice della Strada, ha accuratamente evitato di prevedere, depennando la proposta “alcol zero” per gli ultrasessantacinquenni.

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