Disabili e anziani costretti a pagare il prezzo "normale" per le difficoltà connesse al rifornimento automatico
Va di moda il rifornimento self service, per evitare che il pieno svuoti ancora di più il portafogli, messo sotto stress soprattutto dalle accise sulla benzina. Però non tutti possono accedere a questa modalità automatica: disabili e anziani sono costretti a pagare il prezzo “normale” per le difficoltà connesse al self service.
DISCRIMINATORIO – La denuncia arriva da Giovanni D'Agata, dello Sportello dei diritti: “Il self service carburante è discriminatorio, ed è necessario quindi che intervengano Governo e Antitrust per correggere questa distorsione del mercato dei prodotti petroliferi”. Infatti, con la manovra estiva 2011 (Decreto 98/11 convertito in Legge 111 del 15 luglio 2011), si spinge per il self service, al fine di aumentare l'efficienza del mercato e della concorrenza, la qualità dei servizi, il corretto e uniforme funzionamento della rete distributiva. Ma, come fa notare D'Agata, nessuno ha pensato a tutte quelle persone che – per disabilità o difficoltà di deambulazione – non hanno potuto usufruire degli effetti sperati, ossia una riduzione dei costi. Questa discriminazione evidente è stata segnalata da numerosi automobilisti allo Sportello dei diritti, il che ha indotto D'Agata a chiedere che Governo e Antitrust adottino provvedimenti urgenti.
PROBLEMI PER TUTTI – Comunque, se la questione per persone di una certa età e per portatori di disabilità è più che reale, va anche ricordato che – in generale – non tutti sanno sfruttare a dovere il self service. A far emergere il caso è stato Maurizio Caprino, sul suo blog Strade sicure: “I maxisconti attirano anche gente che col self service proprio non ha nulla a che vedere. Gente impacciata, che nel migliore dei casi perde tempo facendo allungare le code (che quindi non sono dovute solo alla grande affluenza). Quando va male, mettono i soldi e non riescono a selezionare la colonnina giusta, restando senza rifornimento; poi iniziano la caccia allo scontrino che consente quantomeno di presentarsi l'indomani dal gestore a reclamare un rimborso per il combustibile pagato e non erogato”. Ma il guaio vero è se ci si rende conto di aver sbagliato colonnina e ci si precipita a spostare l'auto vicino a quella giusta, dimenticandosi di aver già messo la pistola nel bocchettone. Risultato: la pistola strappata dal tubo vola per aria, il bocchettone dell'auto si rompe. Un bel danno e il rischio che qualcuno si faccia male. Pericolo e perdite di denaro.
INTANTO, I GESTORI… – Nel frattempo, la Figisc (sindacato gestori) denuncia le condizioni di gravissima difficoltà economica in cui versa il comparto: vendite dimezzate in due anni. Nel mirino, Governo e Compagnie, contro cui i gestori stanno organizzando una serie di proteste, fra cui la chiusura degli impianti durante il servizio notturno, e la riduzione al minimo essenziale dei servizi, compresa la pulizia dei bagni e dei piazzali, oltre alla compensazione sul prezzo praticato delle perdite di bilancio, nonché loscuramento effettivo dei “benzacartelloni”. Insomma, altri grattacapi per l'automobilista, per il quale andare a fare il pieno è sempre più un incubo.
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Gennaro
21:57, 17 Novembre 2012Mi sn trovato svariate volte nella stessa situazione di nn riuscire per le difficolta motorie ho dovuto cedere al prezzo più alto rimando ammareggiato di come uno stato e per chi ci governa non importarsi minimante delle diffioltà che ogni giorno e quotidianamente ci ritroviamo. Anke nel caro benzina