Rincarano ancora i carburanti: questa volta è colpa… degli immigrati

Rincarano ancora i carburanti: questa volta è colpa… degli immigrati Con una manovra a sorpresa

Con una manovra a sorpresa, il governo ha rincarato di altri 4 centesimi l'accisa sui carburanti per finanziare l'emergenza immigrati. Ma quando finirà, scenderà anche l'accisa?

1 Luglio 2011 - 01:07

Zitto zitto, e proprio mentre molti italiani stanno pensando alle imminenti e sospirate vacanze estive, il governo ha pensato a una manovra improvvisa che sembra fatta apposta per guastarle: il 28 giugno, con un “blitz” che ha colto di sopresa sia le aziende petrolifere, sia la rete di distribuzione, il ministero dell'Economia ha ritoccato all'insù di 4 centesimi il litro le accise sui carburanti. E così, la mattina del 29 giugno, chi ha fatto il pieno s'è trovato un aggravio alla pompa di 4,8 centesimi al litro (sì, perché ai 4 centesimi di accisa va poi aggiunto il 20% di Iva). Sono stati graziati solo i clienti Tamoil ed TotalErg, visto che le due compagnie hanno deciso di assorbire parte dell'aumento dell'accisa rincarando i loro prodotti, rispettivamente, solo di 4 e 3,8 centesimi il litro.

UN IMPREVISTO PREVEDIBILE – È opportuno soffermarsi sulle motivazioni fornite dal ministero per giustificare la “manovrina”: l'aumento si sarebbe reso necessario per fronteggiare l'emergenza immigrati e le spese “impreviste” che comporta la loro ospitalità. Sarà. Ma davvero queste spese erano “impreviste”? Ci voleva un indovino per prevedere che dopo aver dato il via alla guerra in Libia, gli sbarchi dei disperati sulle nostre coste sarebbero aumentati a dismisura? E siamo sicuri che il nuovo “aumentino” dei carburanti servirà davvero a sostenere le spese per accogliere gli immigrati e non a ricostituire le (costosissime) scorte di munizionamento assottigliate dalle operazioni in Libia. Vabbé, pazienza: prevedibili o non prevedibili, e indipendentemente dalle motivazioni fornite, i costi ci sono e agli italiani toccherà sostenerli.

UN PO' di CONTI – Però, inghiottita l'amara pillola estiva, facciamo quattro conti. Secondo i dati forniti dallo stesso ministero, nel 2010 l'Italia ha consumato circa 37,613 milioni di tonnellate di carburanti per autotrazione (la cifra è largamente approssimata: non comprende, per esempio, il metano).  Arrotondando e lasciando perdere le questioni legate al peso specifico, sono circa 37,6 miliardi di litri. Ora, assumiamo che nel 2011 ne consumeremo altrettanti, dividiamo per due (quelli che bruceremo da oggi a fine anno) e moltiplichimo il risultato per l'importo complessivo dell'aumento (4,8 centesimi tra accise e Iva). Il totale supera i 9 milioni di euro di maggiori introiti che l'erario incasserà nei prossimi sei mesi. Ovviamente ne introiterà altri 18 milioni circa per ogni anno successivo al 2011 durante il quale l'accisa resterà invariata.

AUMENTO UNA TANTUM, OPPURE…? – Ora, non sappiamo quanto sta costando al Paese l'emergenza immigrati (a proposito: non sarebbe male se a Roma qualcuno rivelasse l'informazione: tanto per vedere se l'aumento del gettito generato dall'accisa è commisurato a quei famosi maggiori costi), né quanto costerà in futuro, ma se la motivazione dell'aumento è proprio quella fornita, se ne deduce che quando l'emergenza finirà, dovrà aver termine anche il prelievo supplementare dalle tasche degli automobilisti (e anche dei camionisti). Purtroppo, però, in Italia i governi (parliamo al plurale) si ricordano sempre di ricorrere ai carburanti per finanziare le emergenze , ma poi si dimenticano di riportare le cose alla normalità quando le emergenze sono finite. I casi del genere, del resto, sono numerosi e SicurAUTO.it li ha ricordati in un articolo di qualche tempo fa. Scommettiamo che anche questa volta andrà a finire così e che quei famosi 4,8 centesimi al litro peseranno in eterno su ogni litro di ciò che metteremo nel serbatoio?

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