I problemi al pedale dell'acceleratore che hanno costretto Toyota a richiamare milioni di veicoli sono esclusivamente meccanici, e non elettronici. Lo dice un ente autorevole. Che in Italia manca
L'intricata vicenda dei richiami tecnici delle auto Toyota negli Stati Uniti (ne abbiamo parlato qui, qui e qui) è giunta finalmente al termine una decina di giorni fa, quando l'Nhtsa (National highway traffic safety administration), cioè l'ente americano che vigila sulla sicurezza delle strade e dei veicoli, ha resi noti i risultati di una minuziosa indagine sull'argomento. Lo studio, durato ben dieci mesi, aveva lo scopo di accertare se il problema verificatosi su numerosi esemplari di Toyota di diverso modello, e cioè la pericolosissima tendenza delle vetture ad accelerare o a rimanere accelerate contro la volontà del guidatore, poteva o meno essere causato da interferenze elettromagnetiche sull'elettronica di bordo. Il responso dell'Nhtsa è stato categorico: l'elettromagnetismo non c'entra nulla. L'Ente ha invece ribadito che le cause dell'inconveniente sono esclusivamente meccaniche e possono riguardare due distinte problematiche: l'indurimento o il blocco del pedale dell'acceleratore dovuto a un difetto che può interessare il potenziometro che lo comanda, oppure, dopo il suo rilascio, il mancato ritorno del pedale stesso, che può impigliarsi nel tappetino o nella moquette che ricopre il pavimento delle vetture.
DANNI E CLAMORI – Vale la pena ricordare che la vicenda ha avuto risonanza mondiale e ha provocato alla casa nipponica danni enormi, diretti e indiretti. Tra i primi, vanno incluse le somme spese per gli interventi di risanamento di quasi nove milioni di vetture di otto modelli diversi, tra i secondi i circa 2 miliardi di dollari di mancate vendite durante il periodo “caldo” della vicenda (primavera 2010), quando la fiducia degli automobilisti (soprattutto americani) nelle vetture Toyota ha subito un brusco crollo, e la caduta in borsa del titolo Toyota, precipitato del 15% in poche sedute. Per quanto riguarda i clamori e i timori suscitati, invece, vanno menzionate le ipotesi spesso fantasiose escogitate per spiegare le ragioni del difetto (che hanno visto tirare in ballo addirittura i raggi cosmici), le sedute e le preoccupate interpellanze al Congresso americano da parte di esponenti politici, le inchieste giornalistiche più o meno serie e, infine, i casi di vero e proprio sciacallaggio che hanno visto il tentativo di qualche automobilista, presunta vittima dell'inconveniente, di estorcere denaro a Toyota o di farsi sostituire con un esemplare nuovo l'auto rimasta danneggiata in un incidente.
UN AIUTO DALLA NASA – L'inchiesta di Nhtsa è stata un lavoro gigantesco e pregevole che ha coinvolto addirittura gli ingegneri della Nasa, l'ente spaziale americano. I tecnici del centro spaziale del Maryland hanno esaminato i sistemi elettrici ed elettronici dei modelli Toyota coinvolti, mentre in un altro laboratorio sono state analizzate oltre 280 mila linee di codice software alla ricerca di possibili bugs. In un altro centro le vetture sono state “bombardate” con onde elettromagnetiche per verificare che il loro effetto non avesse conseguenze sull'elettronica, mentre il Vehicle Research and Test Center che l'Nhtsa posiede nell'Ohio s'è incaricato, anche mediante simulazioni avanzate, di testare i componenti puramente meccanici. A seguito dei test, l'Nhtsa ha anche espresso alcune raccomandazioni, da attuarsi per la fine di quest'anno, che qui riassumiamo:
- introdurre in modo generalizzato i sistemi Brake Override System (sistema già presente su molte vetture) e i registratori di eventi a borde delle vetture;
- avviare studi sull'affidabilità e sulla sicurezza dei sistemi elettronici di brodo;
- ripensare il disegno e la collocazione dei pedali di acceleratore e freno per ridurre il rischio di utilizzo involontariamente improprio o pericoloso da parte dei conducenti
DESERTO ITALIANO – Insomma, quello dell'Nhtsa è stato uno sforzo che non ha precedenti nella storia dell'automobile e che dimostra l'attenzione alla sicurezza che ispira l'opera degli enti indipendenti americani a tutela dei consumatori. SicurAUTO non può che invidiare simili organizzazioni e auspicarne la nascita anche in Italia, paese dove non esiste assolutamente nulla di simile. Basti pensare al caso del pedale dell'acceleratore dell'Alfa Romeo Giulietta dove le istituzioni, Ministero in testa, si sono distinte per il loro silenzio. Da noi non esiste ancora alcuna entità abbastanza potente da potersi permettere di effettuare test seri a favore dei consumatori, né di difenderli in modo efficace sulla base dei risultati ottenuti. In America invece non s'investe sulla sicurezza e non si guarda in faccia a nessuno.
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