Ricambi contraffatti: che danno provocano al consumatore?

Ricambi contraffatti: che danno provocano al consumatore? Ecco quali sono le conseguenze in cui incorre un automobilista che acquista ricambi auto contraffatti

Ecco quali sono le conseguenze in cui incorre un automobilista che acquista ricambi auto contraffatti

29 Settembre 2011 - 08:09

La scoperta in provincia di Cuneo di un traffico di ricambi contraffatti, di cui vi abbiamo dato notizia nei giorni scorsi, stimola interessanti considerazioni. Lasciando da parte la notizia dell'attività criminosa scoperta dalla Guardia di Finanza nel cuneese a opera di un iperattivo pensionato ultra settantenne, nonché il fenomeno della contraffazione nella sua interezza, di cui mi sono già occupato (vedi articolo sui ricambi contraffatti), è piuttosto interessante soffermarsi a mio giudizio sugli effetti collaterali e la ricaduta sui consumatori.

EVASIONE FISCALE – E' sotto l'occhio di tutti che il male più grave di cui è vittima la nostra economia è l'evasione fiscale che, a seconda delle stime, si aggirerebbe tra il 15 e il 20 per cento del Pil (Prodotto nazionale lordo). Una montagna di ricchezza sommersa che oscilla tra i 200 e i 300 miliardi di euro, cui la contraffazione dei prodotti contribuisce, alimentando l'evasione. Non sta a me innalzarmi a difensore degli interessi dello Stato perché sarebbe ridicolo. Vale sempre in questi casi il motto biblico “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Riportando piuttosto l'analisi sulla contraffazione auto, vorrei spiegare ai consumatori il loro interesse a combatterla. L'evasione è perpetrata molto spesso con la loro complicità. Al momento della riconsegna della vettura riparata, a proposito del pagamento, la classica domanda al proprietario è: “desidera la fattura?” perché con fattura l'importo deve essere gravato di Iva, senza il consumatore ne risparmia l'importo.

FATTURA = GARANZIA – A parte il consumatore esperto (purtroppo una sparuta minoranza), di solito la proposta viene colta al volo. Siamo però certi che il consumatore ha fatto un buon affare? Certamente lo ha fatto il riparatore, perché non deve registrare la fattura aumentando il proprio giro di affari (un risparmio di circa il 50% di imposte). Il consumatore che crede di aver risparmiato il 21% di Iva non considera a sua volta che senza fattura perde i diritti di garanzia sulla riparazione e sui pezzi di ricambio utilizzati, perché a distanza di molto tempo (fino a due anni) non potrebbe provarlo e il riparatore potrebbe (anche in buona fede) non ricordarsi di lui e dell'intervento effettuato sulla sua auto. Ma anche se lo riconoscesse potrebbe avere interesse a far finta di niente, non solo per non doverci rimettere di tasca propria la garanzia, ma perché se gli ha rifilato ricambi di dubbia qualità o taroccati rischierebbe di essere chiamato a risponderne penalmente per le disposizione del Codice del consumo in materia di sicurezza dei materiali forniti. Non accettando la fattura il cliente dimentica che nell'officina a cui si è rivolto viene cancellata ogni traccia della riparazione per poter occultare l'evasione e senza prove non ci si può rivolgere agli organi di tutela dei diritti dei consumatori (Guardia di Finanza, Procura e Antitrust).

DIVENTATE COMPLICI – Ma non è tutto perché gli effetti delle riparazioni senza fattura alimentano indirettamente il commercio dei ricambi contraffatti e di insufficiente qualità. Diciamo che diventa ormai sempre più difficile rifornirsi di ricambi di qualità dai principali distributori per la semplice ragione che essi sono disponibili solo presso i grandi produttori o gli stessi componentisti che non hanno ormai alcun interesse a rischiare. Il più delle volte si tratta di grandi aziende, spesso addirittura multinazionali o grandi network, i cui dirigenti sono obbligati a rispettare le leggi. Sono però i riparatori-evasori (una minoranza per fortuna) che, grazie alla complicità dei consumatori collusi, ricercano di continuo ricambi senza fattura nonostante le sopracitate difficoltà per poter alimentare le riparazioni in nero. Senza di essi l'evasione non sarebbe possibile perché se si compra con fattura bisognerebbe scaricarne l'utilizzo a mezzo fattura. Ecco anche perché proliferano i ricambi contraffatti.

CONCLUSIONI – Naturalmente ho molto semplificato per rendere comprensibile a tutti i contenuti trattati e il monito a diffidare dell'offerta di risparmio di Iva per omissione di fattura. Per risparmiare il 21% si rischia di rimetterci il 100% della riparazione a causa della mancata garanzia (soprattutto in caso di officina occasionale di cui non si conosce direttamente il proprietario). Il giro di affari della riparazione (Officine autorizzate e indipendenti) si aggira sui 21 miliardi di euro di cui 13 rappresentati da ricambi e il resto da manodopera. Secondo le stime di Gipa il sommerso si aggira intorno al 30 per cento, ovvero circa 4 miliardi di euro che sfuggono al controllo. Non pochi per chi traffica nel mondo della distribuzione illegale dei ricambi (contraffatti, rubati, di qualità non accertata). Richiedere la fattura e rivolgersi a riparatori di accertata serietà è il solo consiglio possibile per pulire il mercato ed essere certi sui materiali impiegati nelle riparazioni. Oltre ad alimentare il traffico illecito di ricambi, l'evasione è anche e soprattutto un mezzo di concorrenza illecita ai colleghi che rispettano le leggi (e la clientela). La sicurezza sulle strade viaggia anche sui ricambi di accertata qualità, non per niente definiti “sicuri”.

di Nicola Giardino

Sicurauto Whatsapp Channel
Resta sempre aggiornato su tutte le novità automotive e aftermarket

Iscriviti gratis al nostro canale whatsapp cliccando qui o inquadrando il QR Code

Commenta con la tua opinione

X