Parcheggi disabili, da ACI ecco il dissuasore elettronico per i 'furbi'

Parcheggi disabili, da ACI ecco il dissuasore elettronico per i 'furbi' Si chiama Tommy ed è la sperimentazione partita a Roma del dissuasore elettronico per tutelare i parcheggi assegnati ai disabili

Si chiama Tommy ed è la sperimentazione partita a Roma del dissuasore elettronico per tutelare i parcheggi assegnati ai disabili

30 Maggio 2014 - 02:05

Una delle peggiori usanze di tanti automobilisti italiani è quella di occupare i parcheggi riservati ai disabili, anche quelli marchiati con il contrassegno numerico che è indissolubilmente legato alla presenza, nei paraggi, del luogo di residenza di un disabile. Magari si tratta solo dei famosi 'cinque minuti' per sbrigare una commissione, ma tanto basta per creare disagi e privare una persona di un diritto fondamentale. Per combattere questo pessimo costume, ma anche per favorire una presa di coscienza da parte degli automobilisti, che magari occupano il posto in buona fede, l'Automobile Club d'Italia ha presentato un progetto, partito in fase si sperimentazione, riguardante un dissuasore elettronico della sosta.

SENSIBILIZZARE AUTOMOBILISTI E ISTITUIZIONI – Tommy è il nome scelto per il dispositivo e deriva da quello del figlio autistico di Gianluca Nicoletti, fondatore della Onlus Insettopia. Sono loro i due ispiratori di questo progetto, ingegnerizzato da ACI Consult, il cui direttore Riccardo Colicchia, che abbiamo raggiunto telefonicamente, ha dichiarato “Più che a dissuadere dalla sosta selvaggia, Tommy serve prima di tutto a sensibilizzare gli automobilisti sull'osservanza delle regole del Codice della Strada e sul rispetto dei diritti comuni”. La sperimentazione nazionale di Tommy avrà una durata di tre mesi ed è partita ieri a Roma, con l'installazione del primo dispositivo in via Gulli (angolo viale Mazzini), a cui ne dovrebbero seguire altre quattro. “Lo scoglio principale da superare è un certo vuoto legislativo del Codice della Strada – ha aggiunto Colicchia – la normativa non è chiara e serve che il Ministero dei Trasporti si pronunci”.

UN PROGETTO CONDIVISO – Promotori del progetto sono l'ACI, l'Automobile Club di Roma, ACI Consult, la Onlus Insettopia, il presidente della IX Commissione Commercio Roma Capitale on. Orlando Corsetti, l'assessore per le Politiche della Mobilità e Trasporti del Municipio I di Roma Anna Vincenzoni e il comandante della Polizia Roma Capitale Municipio I Prati, Massimo Ancillotti.

INSTALLAZIONE SEMPLICE – “Tommy è un dissuasore mobile, inquadrato dal C.d.S. nella categoria 'Segnaletica Complementare' – ci ha spiegato Colicchia – e attualmente stiamo sperimentando due diverse versioni, una più semplice, che è quella installata ieri e un'altra più complessa e pesante, che vorremmo installare nei prossimi quattro parcheggi assegnati a persone che hanno già dato il loro assenso alla sperimentazione. Nel primo caso si tratta di un dispositivo semplice, che si assicura facilmente al terreno con degli stop e ha una batteria che può durare da sei a otto mesi; il pannello fotovoltaico aiuta a mantenere la carica, mentre un telecomando permette di controllarne il movimento”.

COME FUNZIONA – “Quando è alzato è un ostacolo al parcheggio dell'auto, ma si piega comunque con facilità, per poi ritornare nella sua posizione iniziale – ha proseguito Colicchia – se viene 'chiuso' senza l'utilizzo del telecomando emette un segnale sonoro molto forte, ma comunque non crea danni all'auto. Nel secondo caso, invece, si tratta di un dispositivo più complesso ed evoluto, nonché di dimensioni più grandi. La batteria dura un anno e ha il segnalatore di carica, integra anche un sensore e un collegamento Bluetooth per dialogare con lo smartphone di chi ha il parcheggio in concessione. Il primo costa circa 200 euro, mentre il secondo arriva a 300 euro”.

GLI SVILUPPI FUTURI – “In futuro potrebbero esserci altri sviluppi – ha concluso Colicchia – come l'implementazione del sistema con il telecontrollo degli stalli dalla centrale della Polizia locale, proprio nella logica di prevenire i soprusi prima ancora di sanzionarli. Ma ci sono anche delle opportunità per regolare le aree di sosta di carico e scarico, per provare a combattere il fenomeno dei camion e dei veicoli commerciali parcheggiati in doppia fila, che creano enormi ricadute sui flussi di traffico”.

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